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Il Sole 24 Ore, ecco perché Benedini, Napoletano, Quintarelli e Treu sono indagati

Sole 24 Ore

Non c’è pace per il Sole 24 Ore. Dopo le turbolenze al vertice, che hanno condotto a un nuovo vertice, la sfiducia della redazione verso il direttore e i fascicoli aperti dalla Procura di Milano, oggi sono arrivate altre perquisizioni e nuovi indagati. Ecco tutti i dettagli.

L’AZIONE DELLE FIAMME GIALLE

Il nucleo speciale di Polizia valutaria della Gdf ha eseguito questa mattina 4 decreti di perquisizione nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sui conti del gruppo Sole 24 Ore. Inchiesta che al momento vede 10 persone indagate per false comunicazioni sociali e appropriazione indebita da circa 3 milioni di euro. Al centro dell’indagine una presunta fittizia sottoscrizione di decine di migliaia di abbonamenti digitali, secondo le ipotesi dei magistrati

LE CONTESTAZIONI

Al direttore Roberto Napoletano, all’ex presidente Benito Benedini e all’ex amministratore delegato Donatella Treu (nella foto con Napoletano), i pm di Milano contestano “in concorso tra loro” e “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso” di avere rappresentato “fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica e in particolare sulla vendita cartacea e delle copie digitali e sui ricavi ad esse connessi”. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2015 e 2016. Tra gli indagati anche Filippo Beltramini manager della società inglese ‘Di source’ che di cui il Sole 24 Ore era cliente e che gestiva un cospicuo pacchetto di abbonamenti digitali.

COSA DICE NAPOLETANO

Indagato nell’inchiesta sui conti del Gruppo Sole 24 ore, il direttore del quotidiano Roberto Napoletano esprime “piena, totale e assoluta fiducia nella magistratura inquirente”. “Sono certo – dice Napoletano – di poter dimostrare in tutte le sedi la piena linearità dei miei comportamenti che è quella di una vita”

LA NOTA DI CONFINDUSTRIA

In riferimento alle comunicazioni della Procura di Milano, Confindustria – si legge in una nota della confederazione presieduta da Vincenzo Boccia – “conferma piena fiducia alla magistratura nella sua azione e ribadisce la necessità che venga fatta la più ampia chiarezza sui fatti passati relativi al Sole 24 Ore. Il Cda del Gruppo editoriale valuterà nella sua autonomia le azioni da prendere. Confindustria, nella sua qualità di azionista di maggioranza del Gruppo, valuterà tutte le azioni necessarie a tutela propria e degli altri azionisti”.

TUTTI I DETTAGLI E GLI INDAGATI

Scrive Luigi Ferrarella sul sito del Corriere della Sera: “Il “giallo” delle 109.500 copie digitali multiple, dichiarate nel marzo 2016 dalla casa editrice controllata da Confindustria ma poi sospettate d’essere “fantasma” e perciò tolte dal computo della diffusione dalla società Ads certificatrice delle vendite dei giornali, spinge la Procura di Milano a uscire allo scoperto dopo tre mesi di accertamenti e interrogatori di testimoni su due capitoli”. Nel primo dei due filoni, “che a valle ipotizza il reato di “false comunicazioni sociali” a causa dell’impatto della fittizietà di quelle copie multiple digitali sui conti reali del bilancio 2015”, sono indagati dal pm Gaetano Ruta l’attuale direttore del quotidiano di Confindustria, Roberto Napoletano, responsabile anche di Radio 24, dell’agenzia di stampa Radiocor e delle altre testate del gruppo editoriale; Benito Benedini, ex presidente della casa editrice durante la presidenza confindustriale di Giorgio Squinzi, nonché ex presidente di Fondazione Fiera Milano e di Assolombarda; e Donatella Treu, già amministratore delegato e direttore generale del gruppo editoriale quotato in Borsa.

IL SECONDO FILONE

Nel secondo filone, che scandaglia il rapporto tra il gruppo del Sole 24 Ore e la società inglese Di Source Limited (incaricata di raccogliere e attivare gli abbonamenti digitali) sono indagati – “per l’ipotesi di reato di “appropriazione indebita” (complessivamente sinora stimata in poco meno di 3 milioni di euro), aggiunge il Corriere della Sera – l’ex direttore dell’area digitale del gruppo Sole 24 Ore, Stefano Quintarelli, attuale deputato eletto nella lista Scelta Civica per l’Italia; l’ex direttore finanziario del gruppo editoriale, Massimo Arioli; l’ex direttore dell’area vendite, Alberto Biella; Filippo Beltramini, direttore di una società inglese (Fleet Street News Ltd) interamente controllata da Di Source Limited, e responsabile dei rapporti con i clienti italiani della Di Source; il commercialista Stefano Poretti; e il fratello del deputato ex montiano, l’imprenditore Giovanni Quintarelli.

LA QUESTIONE PATRIMONIALE

La situazione di deficit patrimoniale è stata indicata pochi giorni fa, da un comunicato della casa editrice controllata da Confindustria ora guidata dall’ad, Franco Moscetti, ai limiti ormai dell’articolo 2447 del codice civile, cioè del caso di “riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale”, con un valore di patrimonio netto negativo della società di 7 milioni dopo l’effetto della svalutazione derivante dai 19 milioni dell’impairment test, vale a dire del termometro che verifica che le attività in bilancio siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente recuperabile. Sarà dunque l’assemblea straordinaria della società, il cui indebitamento finanziario netto è negativo per 49 milioni.

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