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Modigliani, Bill Viola, Ara Pacis e Leonardo. Ecco quattro mostre da non perdere

Di Gianfranco Ferroni

Modigliani

Genova, Palazzo ducale

dal 16 marzo al 16 luglio

Palazzo ducale a Genova illustra il percorso creativo di Amedeo Modigliani presentando alcune delle migliori opere della sua breve carriera, grazie a una trentina di dipinti provenienti da istituzioni come il Musée de l’orangerie e il Musée national Picasso di Parigi, il Koninklijk museum voor schone kunsten di Anversa, il Fitzwilliam museum di Cambridge, la pinacoteca di Brera. Nel progetto della mostra organizzata e prodotta da Palazzo ducale Fondazione per la cultura e da MondoMostre Skira, particolare attenzione viene rivolta all’aspetto centrale della sua ricerca, ovvero la predilezione per il ritratto. Modigliani testimonia l’effervescenza dell’ambiente artistico e culturale parigino di quegli anni, dove convivono e si incontrano grandi mecenati e mercanti, come Paul Alexandre, Paul Guillaume e Léopold Zborowski, accanto a scrittori come Max Jacob, Jean Cocteau, Guillaume Apollinaire, e artisti come Diego Rivera, Pinchus Krémègne, Henri Laurens, Léopold Survage, Juan Gris, Pablo Picasso, e le presenze importanti nella sua vita sentimentale e di intellettuale come la giornalista inglese Beatrice Hastings (in mostra un ritratto a olio del 1915), l’amica Lunia Czechowska, Hanka Zborowska (uno splendido disegno a matita del 1916), moglie del suo mercante, e la giovane compagna Jeanne Hébuterne, dalla quale avrà una figlia e che si suiciderà, incinta, il giorno dopo la morte del suo adorato Modì.

 

Bill Viola. Rinascimento elettronico

Firenze, Palazzo Strozzi

dal 10 marzo al 23 luglio

Quella intitolata Bill Viola. Rinascimento elettronico, è una grande mostra ideata per celebrare il maestro indiscusso della videoarte contemporanea. Una serie di esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono la carriera dell’artista, dalle prime sperimentazioni degli anni Settanta fino alle installazioni successive al Duemila. Esplorando spiritualità, esperienza e percezione, Bill Viola (nella foto) indaga l’umanità: persone, corpi e volti sono i protagonisti delle sue opere, caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l’uomo è chiamato a interagire con forze ed energie della natura come acqua e fuoco, luce e buio, ciclo della vita e ciclo della rinascita. Nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi, si dà spazio al dialogo tra antico e contemporaneo grazie a un confronto diretto con i capolavori di grandi maestri del passato, per lui fonte di ispirazione. Si celebra, così, la speciale relazione tra Viola e Firenze: è qui infatti che l’artista ha iniziato la sua carriera nel campo della videoarte. Il rapporto di Viola con la storia e l’arte viene inoltre esaltato attraverso collaborazioni con musei e istituzioni quali il Grande museo del duomo, le Gallerie degli uffizi e il Museo di santa Maria novella a Firenze.

 

L’Ara com’era

Roma, Ara Pacis

fino al 30 settembre

L’Ara com’era: è il primo intervento sistematico di valorizzazione in realtà aumentata e virtuale di uno dei più importanti capolavori dell’arte romana. Cittadini e turisti hanno ora l’occasione di assistere all’innovativo racconto sull’Ara Pacis e sulle origini di Roma, ulteriormente potenziato grazie due nuovi punti d’interesse in realtà virtuale che, combinando riprese cinematografiche dal vivo, ricostruzioni in 3D e computer grafica, consentono una completa immersione nell’antico Campo Marzio settentrionale, dove si può assistere alla prima ricostruzione in realtà virtuale di un sacrificio romano. Una “magia” resa possibile da uno studio sperimentale realizzato dalla sovrintendenza capitolina ai Beni culturali. Il colore non è la sola sorpresa ad accogliere i visitatori che possono “galleggiare” in volo sull’altare, planare sul Campo Marzio e assistere al sacrificio, compiuto da veri attori, rimanendo sempre al centro della scena. Dopo un volo emozionale, il visitatore viene accompagnato da Augusto davanti all’Ara Pacis, colorata per assistere al rituale del sacrificio realizzato in 3D, con il coinvolgimento di attori veri.

 

Leonardo e il leonardismo a Napoli e a Roma

Napoli, Complesso monumentale Donnaregina

Fino al 31 marzo

Qualcuno ricorda ancora una mostra di Capodimonte intitolata Leonardo e il leonardismo a Napoli e a Roma, allestita tanti anni fa: ora Napoli si presenta al centro del dibattito degli studi vinciani, attraverso l’esposizione della famosissima tavola con il Salvator Mundi (ex collezione del marchese de Ganay), capolavoro del maestro da Vinci e della sua bottega, e altri dipinti del suo atelier, come il Cristo Benedicente, del Complesso monumentale di san Domenico maggiore, presentato per la prima volta con un’attribuzione al pittore messinese Girolamo Alibrandi. Ancora sullo stesso filone iconografico, ecco la tavola col Cristo fanciullo del Salaì, il giovane e controverso collaboratore di Leonardo, accompagnata da diversi lavori di pittura di allievi leonardeschi come Marco d’Oggiono. In esposizione, anche tre preziosi fondi grafici: il Codice Corazza (1640 circa), proveniente dalla Biblioteca nazionale di Napoli, il Codice Fridericiano, custodito presso la Biblioteca di area umanistica dell’Università Federico II, e il testo Napoli antica e moderna, datato al 1815, redatto dall’abate Domenico Romanelli. La rassegna, fortemente voluta dal cardinale Crescenzio Sepe, promossa dall’arcidiocesi di Napoli e dal Museo diocesano, con il contributo della Regione Campania, è stata realizzata anche con la collaborazione della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/madre Napoli, con il coordinamento organizzativo e gestionale di Scabec.

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