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Tutte le idee coreane del grillino Giorgio Cremaschi su Alitalia, Almaviva e non solo

cremaschi

Ho assistito al confronto, da Lilli Gruber, tra Giorgio Cremaschi e Marco Bentivogli, due sindacalisti di lungo corso, ambedue dirigenti dei metalmeccanici (il primo della Fiom, anche se ormai pensionato; il secondo della Fim). Entrambi “figli d’arte”: il padre di Cremaschi svolgeva attività sindacale nell’ambito dell’Ente Regione Emilia Romagna (ma il “padre” politico è stato Claudio Sabattini); Marco Bentivogli è figlio di Franco che succedette al grande Pierre Carniti, alla direzione della Fim (adesso è lui il segretario generale di quell’organizzazione). Giorgio Cremaschi – ormai in disarmo – ha ricevuto una mano di vernice sulla ruggine, grazie al M5S a cui ha dato qualche suggerimento per la formulazione del programma sul lavoro. Marco Bentivogli è l’esponente più interessante di una giovane generazione di sindacalisti destinata ad assumere un ruolo di guida del movimento sindacale, dopo il pensionamento della attuale leadership confederale, ereditata dal secolo scorso.

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Pur contraddistinto da un rispetto reciproco e da toni civili, quello tra Cremaschi e Bentivogli è stato un confronto tra una concezione tolemaica ed una copernicana del lavoro. Giorgio Cremaschi ha accusato il sindacato di essersi mosso accettando la logica dell’internazionalizzazione dell’economia, mentre Marco Bentivogli ha sostenuto che non solo questo è l’ambito in cui si deve agire, ma che la globalizzazione ha migliorato la condizione di vita di miliardi di persone; e che il dovere di un sindacalista è quello di stare fino in fondo con i lavoratori, anche nelle difficoltà e nelle sconfitte, senza salvarsi l’anima sottraendosi alle responsabilità.

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Al di là del dibattito sui princìpi, l’asino casca sui giudizi riguardanti alcune situazioni concrete. Il caso Alitalia. Secondo Cremaschi invece di accettare un accordo sugli esuberi e sulla riduzione delle retribuzioni, i sindacati avrebbero dovuto rivendicare la nazionalizzazione della Compagnia. Quanto all’altra vertenza di cui si è discusso – Almaviva – sempre secondo l’ex dirigente della Fiom, occorreva chiedere al governo di minacciare di togliere alla società i contratti con la pubblica amministrazione e con le aziende collegate, se non avesse ritirato i licenziamenti.

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Dove porterebbe una logica siffatta? Non ha senso che un’azienda in crisi risolva i suoi problemi a carico dei contribuenti (questo sarebbe il risultato della nazionalizzazione) che, quando viaggiano, già pagano tre euro di costo supplementare del biglietto per dare copertura agli effetti della ristrutturazione e della salvaguardia del reddito degli esuberi di una decina di anni or sono. Una compagnia aerea  che non è competitiva può sopravvivere soltanto in una condizione di monopolio: cosa che non solo non è più possibile, ma anche se lo fosse scaricherebbe i maggiori costi sui consumatori (e sui contribuenti). Poi come si potrebbe proibire agli italiani di viaggiare con una compagnia straniera: chiudendole in faccia le piste di atterraggio negli aeroporti? Lo stesso ragionamento vale per Almaviva. Supponiamo pure che avesse ceduto al ricatto (che per fortuna non c’è stato) del governo pur di mantenere le commesse pubbliche. Ma per quale motivo la PA avrebbe dovuto pagare di più un servizio di call center, al solo scopo di conservare dei posti di lavoro ormai diventati ‘’finti’’? Poi, come l’avrebbero messa con le leggi che impongono di promuovere delle gare quando si devono commissionare dei servizi ?

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Le alternative di Cremaschi  potrebbero esistere solo in un Paese che chiude le frontiere e vive di quello che produce, senza scambi con altre economie. Un’altra Corea del Nord, insomma.

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Elezioni presidenziali francesi. I sovranpopulisti non sono invincibili. Dopo l’Olanda è l’ora della Francia. Poi verrà la Germania. E l’Italia? Possiamo farcela anche noi. È importante, però, non fare il verso alle posizioni populiste. Matteo Renzi ne prenda buona nota.

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Igor il russo (che poi è serbo) non si trova. Non viene il dubbio agli inquirenti che non sia più dove lo cercano, da settimane, centinaia di carabinieri e poliziotti? Anche se ha fatto dei corsi di sopravvivenza, Igor non poteva continuare così a lungo a cibarsi di zanzare e di bisce d’acqua (le uniche cose commestibili negli acquitrini di Marmorta).

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