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Trump sceglie la modalità elettorale per festeggiare i 100 giorni

Bannon, siria, donald trump isis Corea

Sabato pomeriggio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha celebrato i suoi primi 100 giorni in Office a Harrisburg, in Pennysilvania. Il Prez ha ripreso la modalità “leone da campagna elettorale” — quella che gli ha permesso di mantenere la presa sul 93 per cento del suo elettorato, nonostante un livello di gradimento generale basso a livelli storici — e ha urlato davanti ai fan i propri successi.

O meglio, quelli che lui dichiara come tali, perché i fact-checker non sono troppo d’accordo: Trump ha finora mancato la gran parte degli obiettivi che si era prefissato e che aveva messo nero su bianco in un contratto che gli elettori americani avrebbero dovuto controfirmare. Però anche qui, un balzo in avanti: cosa importa quello che dicono i giornali, se il presidente degli Stati Uniti definisce i cani da guardia del potere niente altro che produttori di fake news? E allora per capire il presidente e i suoi supporter un passaggio importante del discorso diventano le parole sulla cena dei corrispondenti alla Casa Bianca. Programmata per la serata, Trump dichiara la decisione (storica, che segna una simbologia) di disertare: non sarà là tra l’establishment di Washington, ma sono qua con voi. I fan sono in giubilo.

Si usano ancora termini da campagna elettorale perché questo è: Trump per mantenere il consenso su quella parte di elettorato che lo ha scelto a novembre scorso, e nei mesi prima con le primarie, deve tenere alta la polarizzazione come in una campagna elettorale permanente. C’è poi un 53 per cento di persone che ne disapprova completamente l’operato, che sarà riagguantabile solo tramite i fatti, ma basta dipingerli come nemici per stringere il giro sugli altri.

Un esempio: Trump parla a Harrisburg di immigrazione, dice che con lui le cose stanno migliorando — non è sbagliatissimo, controlli, denunce, rimpatri stanno aumentando, nonostante i blocchi espliciti per entrambi i tentatavi legislativi, i cosiddetti muslim ban. E la folla chiede “vogliamo il Muro”: state tranquilli, lo avrete, risponde. La grande infrastruttura con cui Trump vuole isolare il Messico intanto non ha stanziamenti a bilancio per il 2017: il budget è questione delicata su cui lavora il partito in un piano operativo parallelo a quello dell’amministrazione. I Repubblicani vedono la possibilità di uno shutdown (al momento rimandato di una settimana in attesa di aggiustamenti decisivi dopo la votazione di venerdì) e hanno scelto di eliminare i punti dove il Partito Democratico era più agguerrito, per cercare di far passare la finanziaria — e la Casa Bianca deve stare a queste decisioni.

Ma l’immigrazione è l’occasione che Trump usa per un attacco ai democratici in pieno stile “rally elettorale” (anacronistico considerando che il presidente in questa luna di miele iniziale ha avuto Camera e Senato del suo stesso colore, e dunque la possibilità di legiferare a piacimento, e invece i Repubblicani sono spaccati, Trump è tutto meno che un collante, e il risultato è che al Congresso non è passata nemmeno una legge importante). Però il partito che è stato espressione di Barack Obama presidente diventa di nuovo l’argomento di superate critiche per l’operato passato: pensate a Obama, ha cercato per tre anni di negoziare la liberazione di un’americana incarcerata in Egitto senza successo, io ho incontrato una volta Abdel Fattah al Sisi e l’ho riportata a casa.

E alla fine i 100 giorni, che in un tweet di giorni fa erano stati definiti da Trump una scadenza ridicola, sono diventati l’occasione (super celebrata anche dai canali stampa della Casa Bianca) per arringare l’elettorato e tornare a dipingere l’immaginario del presidente iper operativo; uno degli aspetti che più piace a chi lo ha votato sulla linea “è stato un buon imprenditore, sarà anche un buon presidente”, anche se Trump stesso ha detto in un’intervista alla Reuters che si immaginava più semplice governare. In mattinata gli aiutanti della Casa Bianca avevano fatto sapere che il presidente avrebbe passato la gran parte del giorno a lavorare nello Studio Ovale. Poche ore prima erano arrivati deludenti risultati per il primo trimestrale economico: Trump se l’era presa con lo sbilancio commerciale, e così, come comunicato dagli aiutanti ai giornalisti della Casa Bianca (produttori di fake news ma utili quando serve di diffondere lo storytelling), il tema su cui il presidente avrebbe lavorato aspettando la festa dei 100 Days era subito diventato il commercio.

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