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Ecco cosa cambierà per Eni, Enel, Terna e Snam con il programma del Movimento 5 Stelle

Difesa BEPPE GRILLO Generali

Primo: “Il Movimento 5 Stelle ritiene necessario innalzare l’indice di penetrazione elettrica dall’attuale 22% al 65% entro il 2050”.

Secondo: “Le infrastrutture energetiche di nuova costruzione si sposteranno verso il settore della generazione distribuita, il che implicherà un fortissimo aumento nel numero degli interventi e una corrispondente riduzione della loro entità economica. Gli apparati dell’attuale sistema dovranno essere in larga parte smantellati o riconvertiti. Parliamo, ad esempio, dei grandi impianti termoelettrici, ma anche delle centrali termiche condominiali di tipo tradizionale (non cogenerative)”.

Terzo: “Secondo il M5S l’Italia non avrà più bisogno di idrocarburi per coprire il fabbisogni di energia entro il 2050. Lo sfruttamento di giacimenti carboniferi e petroliferi sul territorio italiano (compresi giacimenti marittimi) non appare necessario, vista anche la scarsa incidenza che le risorse sfruttabili hanno sulla domanda complessiva, presente e futura. Per questo il M5S, anche in coerenza con l’esigenza di tutela dell’ambiente naturale, propone di cessare immediatamente le nuove esplorazioni, migliorando al tempo stesso il processo di controllo sulle attività estrattive in corso”.

Sono tre delle principali indicazioni contenute nel Programma energia del Movimento 5 Stelle scaricabile dal sito dedicato (consultato alle 13:00 del 4/04/2017) e indicato da Roberto Fico, su Facebook, dopo la conferenza stampa alla Camera come documento di riferimento.

Ecco la sintesi dei 6 punti del Programma energetico pubblicato ieri Movimento 5 stelle e, a seguire, alcuni dei passi salienti del documento composto da 30 pagine (qui il documento completo).

LA SINTESI

1 – Progressivo abbandono delle fonti fossili con diverse fasi a medio, 2030, e lungo termine, 2050. Nel lungo termine potrà avvenire la completa decarbonizzazione, con produzione di energia da fonti rinnovabili al 100%. Dal 2020 il carbone non sarà più utilizzato per la produzione di energia elettrica. Le centrali a gas naturale in uno step intermedio potranno sostituire le centrali a carbone esistenti, ma non dovranno essere costruite nuove centrali alimentate a fonti fossili. E abbandonare l’importazione di energia da fonti nucleari.

2 – Riduzione dei consumi ed efficienza energetica: fissare da subito importanti obiettivi di riduzione dei consumi finali di energia aggiornando l’anno di riferimento a una data recente, utile a ridurre le emissioni climalteranti, di almeno l’80/95% rispetto al 1990. Uno step fondamentale per raggiungere l’obiettivo 100% rinnovabile. Inoltre sono previste misure nel breve periodo e fondamentali: come la possibilità di scambiare e vendere energia. È uno dei primi passi da poter realizzare nell’arco di una legislatura.

3 – Sostenere la migrazione dei consumi termici verso il vettore elettrico, soprattutto attraverso l’autoproduzione da fonti rinnovabili e in particolare per le aree con alti livelli di inquinamento dell’aria. Siamo per la democrazia energetica. Gli iscritti hanno votato precisamente su questo: siamo per la distribuzione energetica. Bisogna in questo fase incrementare gli impianti di stoccaggio dell’energia rinnovabile.

4 – Sostituire i mezzi di trasporto individuale e collettivo con mezzi che utilizzano combustibili alternativi come energia elettrica con l’impiego di energia rinnovabile ed idrogeno. In Nord Europa, in Norvegia e in Olanda, è stato già intrapreso l’iter parlamentare per la messa al bando dei veicoli che sono alimentati da benzina e diesel.

5 – Prevedere misure per favorire l’accumulo dell’energia nelle sue varie forme, privilegiando la diffusione di piccoli impianti domestici, sia a servizio della produzione distribuita di energia da fonti rinnovabili che al fine di stabilizzare la rete elettrica, contribuendo a far diminuire il costo per la collettività.

6 – Addio al petrolio anche nei trasporti e in agricoltura entro il 2050. Riutilizzare i siti industriali della petrolchimica, molti dei quali dismessi o in dismissione, impiegandoli nella green economy e in particolare nella green chemistry, per la realizzazione di «bio-based products» cioè prodotti ottenuti in tutto o in parte da materiali di origine biologica, con esclusione delle fonti fossili e minerarie, non rinnovabili, salvaguardando i livelli occupazionali.

1 Efficienza e uso razionale dell’energia

Il Gruppo PEM5S propone, come primo punto dell’agenda, una importante riduzione dei consumi finali di energia del Paese. A parità di servizi erogati, una maggiore efficienza ed un uso più razionale dell’energia dovranno essere i punti cardine su cui imperniare ogni decisione, sia pubblica che privata, al fine di ridurre quanto più possibile gli sprechi di energia. La riduzione dell’energia consumata riguarderà tutti i settori di consumo finale, indipendentemente dal tipo di sviluppo e struttura economica che l’Italia potrà assumere nel futuro. Ciò è un chiaro segnale per gli investitori privati e decisori pubblici: non vi sarà necessità di finanziarie nuove opere per l’espansione del sistema, se non per ciò che riguarda la trasformazione del settore elettrico. Si impiegheranno nuove risorse pubbliche e private solo per interventi di efficientamento e per l’adeguamento delle infrastrutture al sistema energetico previsto dagli obiettivi generali.

2 Fonti rinnovabili

Come secondo punto, il Gruppo PEM5S propone un graduale ma deciso passaggio alle sole fonti rinnovabili per alimentare il sistema. Questa trasformazione, che dovrà riguardare tanto il settore termico quanto quello elettrico, porterà a soddisfare la totalità dei consumi finali di energia termica da fonti quali quella solare, le bioenergie e la geotermia, mentre la produzione di energia elettrica dovrà avvenire tramite un utilizzo massivo della fonte solare, a una marcata crescita di eolico e idroelettrico e a un consolidamento nell’uso delle bioenergie e del geotermico realmente sostenibili.

3 Aumento della penetrazione del vettore elettrico

Come terzo punto dell’agenda di politica energetica, il Gruppo PEM5S propone di incrementare fortemente la penetrazione dell’energia elettrica per soddisfare i consumi finali, anche tramite disincentivi imposti sull’utilizzo dei combustibili fossili, sempre calcolati sulla base dei costi esterni prodotti. L’incremento della penetrazione elettrica è funzionale al raggiungimento dei precedenti due punti. L’utilizzo di questo vettore anche per usi termici, con le attuali tecnologie, permette di ridurre i consumi finali di energia. D’altra parte, solo un’elevata penetrazione elettrica in tutti i settori potrà consentire alle fonti rinnovabili di cui dispone il Paese di soddisfare l’intero fabbisogno energetico.

L’obiettivo sui consumi finali di energia Il M5S propone di intraprendere azioni finalizzate alla riduzione dei consumi finali di energia al netto degli usi non energetici e dei bunkeraggidel 37% rispetto al livello raggiunto nel 2014 entro il 2050. L’obiettivo numerico è di abbassare il fabbisogno annuo di energia da parte dei settori finali fino a 71 Mtep, rispetto ai 112 dell’ultimo consuntivo (2014).

L’obiettivo di riduzione dei consumi energetici, dunque, è mirato ad accelerare tale processo, in modo da raggiungere quanto prima la situazione in cui il tasso di crescita del fabbisogno di energia non sia in alcun modo associato al tasso di crescita dell’economia.

Gli obiettivi sulle fonti di energia Il M5S vuole contribuire a costruire un sistema energetico alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2050. Da questo obiettivo derivano la necessità di rendere completamente indipendente dall’estero il settore termico, che sarà dunque alimentato da fonti rinnovabili prodotte nel territorio nazionale.

Al settore elettrico, invece, sarà riservata la possibilità di interscambio all’interno del Mercato Unico Europeo, principalmente al fine di ovviare al problema della stagionalità delle fonti rinnovabili elettriche. In linea generale, la penetrazione delle fonti rinnovabili nel sistema avverrà per gradi, in accordo con il programma di uscita delle altre fonti dal sistema che si prevede così articolato:

Petrolio e derivati

Entro la fine del 2030 dovranno essere sostituiti petrolio e derivati da tutti i settori, ad esclusione del settore agricolo e dei trasporti. Tali esclusioni sono dovute all’assenza di fonti sostitutive in grado di far fronte al fabbisogno per quanto riguarda l’Agricoltura e alla fortissima dipendenza del settore Trasporti dai prodotti petroliferi (93% nel 2014). La data utile per l’uscita da queste fonti sarà fissata al 2040 per i Trasporti, ad esclusione degli usi per l’aviazione, ed al 2050 per l’Agricoltura.

Gas naturale

Entro il 2050 anche il gas naturale, che avrà avuto un ruolo importante nella transizione verso il nuovo sistema energetico sarà abbandonato sui due fronti della generazione, elettrica e termica. Alla scadenza naturale del Piano Energetico 2020-2050, dunque, il sistema avrà compiuto la trasformazione immaginata dal Gruppo PEM5S, diventando più efficiente sul lato domanda e totalmente rinnovabile dal lato offerta (nazionale). Sarà inoltre un sistema per lo più decentralizzato, ovvero i luoghi di generazione e consumo coincideranno per quanto possibile, rendendo il sistema più efficiente anche sul lato offerta. Tutto ciò implicherà una serie di cambiamenti, quattro dei quali dall’impatto più rilevante: Principali interventi per favorire la transizione energetica verso le rinnovabili x Adeguamento del sistema elettrico alla generazione distribuita e all’impiego massiccio di fonti rinnovabili non programmabili; x Rinnovo o riconversione dei mezzi di trasporto e del sistema dei trasporti sia pubblico che privato (auto e veicoli commerciali, mezzi per il trasporto ferroviario); x Rinnovo dei sistemi tecnologici utilizzati per la copertura del fabbisogno termico del settore civile; x Introduzione di nuovi sistemi in sostituzione delle attuali tecnologie termiche nel settore industriale. L’utilizzo del gas naturale sarà modulato in modo da alleviare i costi necessari alla sostituzione delle tecnologie esistenti. L’infrastruttura gas sarà quindi mantenuta, anche in vista di un suo possibile utilizzo per il trasporto e la distribuzione di altri vettori energetici (es. biometano).

Il settore elettrico

Secondo le previsioni del Gruppo PEM5S, il settore elettrico è destinato a espandersi, in coerenza con l’obiettivo di aumentare la penetrazione dell’energia elettrica nei consumi finali di energia. La richiesta sulla rete è attesa risollevarsi dal valore di 311 TWh registrato nel 2014 fino ai 320 TWh del 2020 per effetto della ripresa economica e della variazione tendenziale delle intensità elettriche settoriali. A partire dal 2021, la richiesta inizierà un nuovo percorso, che la porterà fino a circa 400 TWh del 2030 e a quasi 560 TWh nel 2050 (+76% rispetto al livello 2020). La crescita sarà lineare, ad un tasso medio annuo dell’1,9%. Il sistema elettrico sarà sottoposto ad una forte pressione, poiché si supererà ben presto il livello record del 2007 (340 TWh). Tuttavia, l’adeguamento avrà uno specifico carattere, dettato dal nuovo tipo di impianti che verranno installati. Si prevede, infatti, che la maggior parte della nuova capacità di generazione sia di tipo distribuito, in modo da privilegiare l’autoconsumo, e che essa non solo sopperisca al continuo aumento del fabbisogno elettrico, ma anche vada a sostituire gli impianti termoelettrici di tipo tradizionale che saranno chiusi per scelte normative o per obsolescenza tecnico/economica, Per questo, gli investimenti dovranno concentrarsi, più che sullo sviluppo delle reti di trasmissione, sulle reti di distribuzione e sulla sicurezza del sistema, al fine di garantire la continuità della fornitura e l’utilizzo razionale delle risorse, attraverso la realizzazione di reti intelligenti, inclusive di sistemi di stoccaggio, in grado di fronteggiare i problemi legati alla non programmabilità delle fonti che si intendono utilizzare. Lo stoccaggio dell’energia elettrica Tra le tecnologie previste per l’immagazzinamento dell’energia elettrica utile per superare gli squilibri domanda/offerta giornalieri vi sono i pompaggi idroelettrici e gli stoccaggi elettrochimici compresi quelli dei veicoli elettrici, che rappresenteranno via via una percentuale sempre più elevata dei mezzi in circolazione. Il ruolo dell’idrogeno Considerando il potenziale di questo vettore sarà necessario rilanciare la ricerca italiana per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili quale vettore nei trasporti e per lo stoccaggio dell’energia prodotta da rinnovabili in ambito residenziale”. Dovranno essere necessariamente approfonditi gli aspetti legati al ciclo dell’acqua e la convenienza a un suo utilizzo come stoccaggio dell’eccesso di produzione da fonte rinnovabile. Altre tecnologie per lo stoccaggio dell’energia

Nel campo della ricerca, sarà necessario approfondire le possibilità e le tecnologie per lo stoccaggio. Tra i settori promettenti, l’accumulo dell’aria compressa e del calore. La trasformazione del settore elettrico Ad oggi, le principali trasformazioni richieste al settore energetico, la diffusione di reti intelligenti di distribuzione, la partecipazione degli impianti alimentati da fonte rinnovabile al mercato dei servizi necessari a garantire la stabilità e il funzionamento delle reti e l’incremento delle misure sul lato della domanda (es. strumenti di demand side management) non hanno ancora ricevuto l’attenzione necessaria all’interno dei processi di pianificazione del sistema energetico.

Con le attuali tecnologie, gli squilibri stagionali potranno essere gestiti ricorrendo agli scambi con l’estero, anche ricorrendo a nuovi elettrodotti, se necessario. A parità di obiettivi sulle fonti rinnovabili, il mercato elettrico sarà perciò pienamente integrato nel Mercato Unico Europeo, il che renderà possibile acquistare da altri paesi l’energia elettrica in difetto durante la parte dell’anno in cui è previsto che la potenza installata sul territorio sarà insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale e, di converso, vendere l’energia elettrica in eccesso durante la restante parte dell’anno, in cui si prevede che la potenza installata sarà superiore al fabbisogno nazionale. Obiettivo proposto dal Gruppo PEM5S è, tuttavia, di perseguire la parità del saldo con l’estero a parità di composizione del mix energetico in termini di incidenza delle fonti rinnovabili.

Lo spostamento dei consumi verso il vettore elettrico

Il M5S ritiene necessario innalzare l’indice di penetrazione elettrica dall’attuale 22% al 65% entro il 2050. Solo spostando massicciamente i consumi verso l’elettrico sarà possibile raggiungere gli obiettivi generali posti dal PEM5S entro la sua scadenza. In accordo con quanto illustrato finora, infatti, più alta sarà la quota dell’energia elettrica sui consumi totali di energia, maggiore sarà il contributo che l’innovazione tecnologica potrà dare in termini di efficienza negli usi finali, con conseguente riduzione della domanda stessa. Inoltre, con una quota elettrica più elevata, sarà a nostro avviso più facile la transizione verso un sistema decarbonizzato, poiché maggiore spazio potranno avere le fonti rinnovabili.

La penetrazione elettrica nel settore dei trasporti

Sarà il settore Trasporti a conoscere la trasformazione più radicale, in linea con quanto previsto nel documento contenente il “Programma per una Mobilità a 5 Stelle”. In questo documento si fa riferimento a un obiettivo di penetrazione elettrica dall’attuale 2% al 90% nel 2050 ma il percorso di transizione, necessariamente frutto di una pianificazione partecipata, dovrà sfruttare tutte le migliori tecnologie ad oggi disponibili, immateriali (es. sharing mobility) e materiali quali ad esempio quelle basate sull’utilizzo del Gas Naturale Liquefatto (GNL) e compresso (CNG).

La penetrazione elettrica nel settore industriale

All’industria si richiede un notevole sforzo addizionale rispetto al trend storico, in modo da raggiungere quota 60%, rispetto al 33% del 2014. Profonde saranno, dunque, le trasformazioni che dovranno riguardare questo settore. Per questo dovranno essere previste misure ad hoc per accelerare la sostituzione delle tecnologie tradizionali fondate sulle fonti di energia termica con quelle che utilizzano il vettore elettrico, soprattutto nei processi in cui si necessitano le alte temperature.

Le infrastrutture nazionali e le interconnessioni con l’estero

Le infrastrutture energetiche di nuova costruzione si sposteranno verso il settore della generazione distribuita, il che implicherà un fortissimo aumento nel numero degli interventi e una corrispondente riduzione della loro entità economica. Gli apparati dell’attuale sistema dovranno essere in larga parte smantellati o riconvertiti. Parliamo, ad esempio, dei grandi impianti termoelettrici, ma anche delle centrali termiche condominiali di tipo tradizionale (non cogenerative).

L’orizzonte temporale molto ampio di questo documento permette comunque di sfruttare le macchine e le strutture esistenti fino alla fine della loro vita utile, escludendo le tecnologie e gli impianti ad altro rischio sanitario ed ambientale.

Le scelte individuate nel futuro Piano Energetico dovranno indirizzare da subito e quanto più possibile il mercato verso le tecnologie in linea con gli obiettivi di medio e lungo periodo, escludendo costose “fasi di transizione”. Il sistema elettrico rimarrà unico a livello nazionale e tutti i punti di prelievo e immissione vi saranno collegati.

Le attuali interconnessioni con l’estero saranno, lo stesso, conservate ma, in assenza di pari interventi di trasformazione dei sistemi energetici a livello europeo, si valuterà la convenienza o meno di ampliare la rete attuale.

La rete gas verrà mantenuta fino al 2050 dopodiché, se necessario, potrà essere utilizzata per il trasporto, la distribuzione e l’accumulo del biometano e dei gas di sintesi.

Coltivazione di idrocarburi

Secondo il M5S l’Italia non avrà più bisogno di idrocarburi per coprire il fabbisogni di energia entro il 2050. Lo sfruttamento di giacimenti carboniferi e petroliferi sul territorio italiano (compresi giacimenti marittimi) non appare necessario, vista anche la scarsa incidenza che le risorse sfruttabili hanno sulla domanda complessiva, presente e futura. Per questo il M5S, anche in coerenza con l’esigenza di tutela dell’ambiente naturale, propone di cessare immediatamente le nuove esplorazioni, migliorando al tempo stesso il processo di controllo sulle attività estrattive in corso.

(QUI IL DOCUMENTO COMPLETO)

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