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Cosa faranno insieme Alfano, Casini, Tosi e Zanetti

“I partiti di centro destra come li abbiamo conosciuti sono finiti, non ci sono più” dichiara il ministro degli Esteri Angelino Alfano. O meglio, “il centro destra non si può fare perché ci vuole un centro e una destra, e al momento, essendo i due su posizioni inconciliabili, manca il materiale umano”, sostiene Enrico Zanetti di Scelta Civica. Mentre per il sindaco di Verona Flavio Tosi “il tema è la politica contro l’anti-politica”.

Decretata in diverse sfumature la morte dell’attuale centro-destra, con il “sovranismo anti-europeista” a svolgere il ruolo dell’uccisore, il tentativo esplicito della convention organizzata da diverse componenti centriste nella cornice del teatro Adriano, nel pieno centro di Roma, è quello di aggregare le fazioni moderate attorno ad un perimetro condiviso. Ovvero “un europeismo convinto” e “una cultura politica anti-statalista”. Regolate però da uno strumento – e questa è la novità fondamentale – che ne legittimi l’unione: quello delle primarie.

IL TENTATIVO DI RADUNARE MODERATI E CENTRISTI IN UN SOGGETTO UNICO

Se fino ad oggi infatti l’obiettivo, per i popolari di Alfano, è sempre stato di garantire la stabilità della legislatura, adesso la volontà è di costituire un soggetto con identità politica propria. Con componenti che vanno dalla neonata Alternativa Popolare ai Centristi per l’Europa di Giampiero D’Alia, con Maurizio Lupi e Pierferdinando Casini subito in prima linea, e dal movimento Fare! di Flavio Tosi fino ai parlamentari di Scelta Civica, rappresentati da Zanetti.

I PARTECIPANTI ALLA CONVENTION, INTITOLATA “INSIEME PER LE PRIMARIE”

All’evento si vedono poi, oltre ai già citati, il ministro della salute Beatrice Lorenzin e quello dell’ambiente Gian Luca Galletti, la senatrice Laura Bianconi e Fabrizio Cicchitto, Mariano Rabino neo presidente di Scelta Civica e Ferdinando Adornato, Aldo Di Biagio e il senatore Lucio D’Ubaldo, quest’ultimo come osservatore per conto di Lorenzo Dellai, centrista di Democrazia Solidale. Alcuni di questi sono “esponenti con cui abbiamo fatto coraggiose rotture” ricorda Alfano, proclamando tuttavia che da ora “chi vuole partecipare, partecipa”. All’interno però dei “confini di destra e sinistra”: che sono “l’Europa”, e per questo “Salvini è già escluso”, e “lo statalismo”, ovvero “il seme culturale che ci rende diversi” – ha sottolineato Alfano -, come dimostra “la battaglia della sinistra sui voucher”.

LA CRITICA DEL SINDACO DI VERONA TOSI A SALVINI E ANTI-EUROPEISTI

“Salvini sa benissimo che la Flat Tax al 15% non è praticabile, mancherebbero 92 miliardi alle casse dello Stato”, rincara il sindaco Tosi: “Guardate la Brexit, con l’uscita mercato unico ha perso il 12%”. Mentre l’Europa “si sta salvando grazie al QE di Draghi, e a fine anno la BCE avrà comprato 400 miliardi di debito dell’Italia – afferma ancora Tosi – che nel caso uscisse dall’euro sarebbe finita, farebbe cioè la fine della Grecia”. Il problema però, ammette il sindaco di Verona, è che “se oggi i populisti si sommano tra loro viaggiano al 50%”.

ZANETTI CONTRO LA FIGURA DEL GARANTE DI GRILLO, CHE VALE ANCHE PER BERLUSCONI

Il che tuttavia non ferma il “no ad accozzaglie di europeisti e anti-europeisti” del segretario di Scelta Civica Zanetti, che ha poi aggiunto: “Con il partito della nazione si è giocato a delegittimare gli avversari”, e se “nel Pd la chiarezza politica verrà meno, noi la faremo per aggregazione”. Parlando di primarie, per Zanetti “la logica è quella congressuale, con al centro le regole classiche del funzionamento politico”: “Se pensiamo ai 5 Stelle, con l’assenza di regole concettualizzata come giusta nella figura del garante, viene in mente il Grande Fratello di Orwell”. Tuttavia “Berlusconi lo è stato per Forza Italia, e per lui è difficile accusare i 5 Stelle”.

IL VALORE DELLE PRIMARIE SPIEGATO DAL COSTITUZIONALISTA GUZZETTA

L’importanza delle primarie è stata poi evidenziata anche dal costituzionalista Giovanni Guzzetta, intervenuto in qualità di esperto, “perché pone il problema della nuova frontiera della democrazia”, a differenza di un passato dove “la logica era l’appartenenza” e “il motore erano le èlite”. Le primarie invece, che in un momento in cui abbiamo un sistema politico “in cerca d’autore” si oppongono “a una struttura verticistica”, e sono un “indicatore della volontà di evitare chiusure di tipo oligarchico”, possono fungerne da nuove “edificatrici”. Inscindibili però dal fatto che “dopo di esse c’è la responsabilità di governo”.

LE PAROLE DI ALFANO SUI MISSILI AMERICANI IN SIRIA

Un tema però all’ordine del giorno è anche quello della Siria: “Abbiamo visto i missili americani – ha detto il il ministro degli Esteri Alfano – e noi crediamo nella pace”. Ma “crediamo anche che quei missili siano il deterrente più efficace per evitare le morti di altri civili”, ha poi continuato: “Tutti i governi europei hanno sostenuto la scelta di Trump mentre tutti i populisti, che fino al giorno prima osannavano il presidente americano, l’hanno attaccata”. In tutto ciò, ha concluso Alfano, se “qualcuno spera di convincerci a uscire dall’Europa, noi saremo in tutte le piazze a dire il contrario”.

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