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Alitalia, le divisioni dei sindacati sul referendum e le prime mosse di Gubitosi

LUIGI GUBITOSI, alitalia

Inizia oggi la consultazione tra i lavoratori Alitalia per approvare l’accordo raggiunto tra la compagnia e i sindacati con la mediazione dei ministri Carlo Calenda (Sviluppo economico) e Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti). I 12.500 dipendenti potranno votare dalle 11 di oggi fino alle 16 di lunedì, compreso i giorni del weekend per consentire di esprimersi anche al personale navigante di piloti e assistenti di volo.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

L’intesa raggiunta prevede esuberi per 980 dipendenti a tempo indeterminato dai 1338 individuati inizialmente e un taglio retributivo per il personale di volo di circa il 16% rispetto al 30% della prima richiesta. Non è previsto un quorum per rendere valida la consultazione. Per il personale che verrà coinvolto negli esuberi l’accordo prevede due anni di cassa integrazione e due anni di Naspi per un totale di 4 anni di copertura. Resta facoltà della compagnia scegliere su specifiche aree di avviare una cassa integrazione a rotazione (lavorare meno, lavorare tutti, con taglio allo stipendio) rispetto alla cassa integrazione a zero ore, preludio all’uscita.

SINDACATI DIVISI

I sindacati hanno atteggiamenti diversi, anche tra gli stessi che hanno sottoscritto l’intesa. Cgil e Cisl hanno rilasciato dichiarazioni attraverso le loro leader Susanna Camusso e Annamaria Furlan per invitare al senso di responsabilità i lavoratori e accettare tagli che, seppur dolorosi, danno una prospettiva di continuità aziendale. Su questo ha pesato in particolare il rientro nel perimetro aziendale dell’attività di manutenzione che inizialmente si voleva esternalizzare. La Uil invece ha lasciato libertà di voto, spaccata al suo interno con la componente dei piloti che ha pubblicamente invitato a bocciare l’intesa. Schierati per il no anche i sindacati di base come Usb e Cin oltre al neonato sindacato dei piloti Anp, guidato da Marco Veneziani ex storico leader della Uil recentemente esautorato.
Particolarmente sensibile è la parte volo: la manovra prevede infatti anche altri interventi come scatti di anzianità rallentati (ogni 3 anni), meno riposi annuali (da 120 a 108), meno un assistenti di volo sul lungo raggio, contratto austerity per eventuali nuovi piloti da assumere e un tetto del 25% in caso di promozione.

SOLDI DAI SOCI E NON SOLO

Con il sì all’intesa si sbloccherà la manovra finanziaria approvata – con grande fatica – dal consiglio di amministrazione da circa due miliardi di euro tra equity e nuove linee di credito, 900 milioni sarà infatti la nuova cassa garantita tra i soci italiani (Intesa Sanpaolo e Unicredit) e Etihad a cui si aggiungeranno 600 milioni di nuovi crediti e conversione di obbligazioni (tra cui anche il bond sottoscritto da Generali) e infine 400 milioni di cuscinetto in caso il piano di rilancio non dia i risultati attesi. In questo ultimo capitolo entra in gioco lo stato con i 200 milioni che verranno garantiti da Invitalia, dopo che è stata accantonata l’idea di una garanzia da parte di Cassa Depositi e prestiti, con soddisfazione da parte della società presieduta da Claudio Costamagna e capitanata dall’amministratore delegato Fabio Gallia.

LA RIVOLUZIONE DI GUBITOSI

Il presidente in pectore Luigi Gubitosi (nella foto) attende l’esito del referendum per assumere i pieni poteri e sostituire così Luca Cordero di Montezemolo. Al di là della formalità l’ex dg Rai è già il numero uno dell’azienda, è stato lui a condurre la trattativa al ministero dello sviluppo economico come raccontato dal Sole 24 ore. Oggi viene intervistato dal Messaggero per la prima volta e si dice fiducioso per l’avvenire della compagnia e anticipa anche una rivoluzione interna dove parla di inevitabili cambiamenti nel top management. Principale indiziata la cordata voluta da Etihad Airways a partire dall’amministratore delegato, l’australiano Cramer Ball, ormai depotenziato e prossimo a perdere la protezione del connazionale James Hogan, il numero di Etihad che lascerà la compagnia di Abu Dhabi a giugno. Ball però potrebbe non essere l’unico esodo, Gianni Dragoni sul Sole ha anticipato la defenestrazione anche del capo delle strategie John Shepley.

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