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Consip e Tiziano Renzi, tutte le ultime tensioni fra le procure di Roma e Napoli

Henry John Woodcock, Consip

Falso. E’ l’ipotesi di reato avanzata dalla procura di Roma contro un capitano del Noe dei Carabinieri. Sul caso Consip non si fermano le novità fra le procure di Roma e Napoli, dove a coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore Henry John Woodcock. E le fibrillazioni tra i magistrati delle due città si scaricano al momento anche sui Carabinieri. Ecco tutti i dettagli.

IL CAPITANO

L’ufficiale Gianpaolo Scafarto è indagato per falso e ieri è stato convocato in procura ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. In particolare avrebbe attribuito ad Alfredo Romeo – tuttora in carcere per corruzione di un funzionario della Consip – la frase “Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato” riferita a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. Il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Mario Palazzi hanno disposto l’analisi di tutti i nastri e hanno scoperto che in realtà quella frase era stata pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino.

COSA SCRIVE IL CORRIERE

Dunque, a differenza di quanto sostenuto nell’informativa trasmessa ai pubblici ministeri, non c’è alcuna prova che Romeo e Renzi si siano incontrati, scrive il Corriere della Sera: “Gli atti sarebbero stati falsificati, secondo l’accusa, anche attribuendo ai Servizi segreti un ruolo di pedinamento nei confronti degli investigatori dell’Arma – si legge nell’articolo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere.it – In realtà gli stessi carabinieri avevano accertato che la persona notata mentre venivano recuperati i “pizzini” nella spazzatura adiacente gli uffici della “Romeo Gestioni” era un cittadino residente nella stessa strada”. Secondo la Procura sarebbe stato compiuto dunque un vero e proprio depistaggio prima della decisione, presa dagli stessi magistrati romani, di ritirare la delega al Noe e affidarla ai carabinieri del Comando Provinciale di Roma.

L’ARTICOLO DI REPUBBLICA

Nel dettaglio, l’analisi delle intercettazioni ambientali effettuate negli uffici della Romeo Gestioni ha svelato che una frase attribuita all’imprenditore napoletano – nella quale si diceva che aveva incontrato Tiziano Renzi – era stata in realtà pronunciata dall’ex parlamentare e collaboratore di Romeo, Italo Bocchino, scrive Repubblica: “Inoltre – si legge nell’articolo di Carlo Bonini – è stata accertata come falsa anche la circostanza secondo cui non meglio precisati appartenenti ai Servizi avrebbero pedinato i carabinieri del Noe durante la loro attività di indagine a carico di Romeo”.

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