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La storia di Matteo Achilli con Egomnia nel nuovo film di D’Alatri

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Lunedì 3 aprile, al teatro Eliseo di Roma, è stato presentato alla stampa il nuovo film del regista Alessandro D’Alatri “The startup”, nelle sale a partire dal 6 aprile. I protagonisti sono giovani attori esordienti come Matilde Gioli, conosciuta al grande pubblico per il noir di Paolo Virzì “Il capitale umano” ed Andrea Arcangeli, protagonista di fiction Rai di successo come “I fuoriclasse” e “Il paradiso delle signore”.

Tra i presenti Matteo Achilli, il ragazzo alla cui storia si è ispirato il film e presto in libreria con il suo libro edito da Rizzoli, e Luca Barbareschi, direttore artistico del teatro dal 2015 e produttore del film – insieme a Rai Cinema – con la casa di produzione “Casanova multimedia”. “Viaggio spesso negli Stati Uniti e confesso che all’estero esiste ancora il mito dell’Italia. Sono gli italiani che non sognano l’Italia, è necessario raccontare storie come questa”, ha detto il produttore.

Il film è tratto dalla storia vera di Matteo Achilli, un giovane romano che dal quartiere di periferia Corviale, dopo la maturità scientifica, si trasferisce a Milano – all’università Bocconi – per proseguire gli studi e tentare di realizzare il progetto. Matteo, a diciotto anni, decide di creare una startup che chiama Egomnia, una piattaforma capace di mettere in contatto lavoratori e aziende attraverso un algoritmo. Come lui stesso ha dichiarato, Egomnia “non è un social network ma un calcolatore matematico del merito”. Ciascun iscritto deve inserire sulla piattaforma i dati del proprio curriculum vitae come l’università che ha frequentato, le lingue parlate, le esperienze lavorative, gli studi all’estero e tutti questi dati vengono trasformati in un ranking dove il più meritevole sarà il candidato più appetibile. Adesso l’azienda vanta 850 mila utenti e ha preso accordi con 1200 aziende, tra cui Vodafone, Microsoft, Generali e Heineken.

“Il progetto di Egomnia è nato da un desiderio di rivalsa – ha dichiarato Matteo – ho praticato nuoto agonistico per tanti anni e il mio obiettivo era quello di gareggiare a livello professionale”. Sogno che non prenderà mai forma perché sarà scartato alle gare nazionali per far spazio ad un ragazzo raccomandato. “Da quel rifiuto nasce l’idea di combattere le raccomandazioni attraverso un sistema in grado di premiare le persone più meritevoli”, ha affermato Achilli. Sarà la voglia di riscatto sociale che permetterà a Matteo di portare avanti con tenacia il suo progetto nonostante i numerosi ostacoli che incontrerà, i problemi finanziari familiari e le relazioni affettive che dovrà più volte sacrificare.

Numerose sono le domande rivolte al giovane startupper in sala e, a chi gli ha chiesto il perché ha voluto narrare la sua storia in un film, ha risposto che ha voluto raccontare di come un ragazzo normale, senza uno spiccato talento, ma coraggioso e dotato di tanta tenacia ha realizzato il suo obiettivo. “Voglio che la mia storia sia da esempio per tutti i giovani che, come me, devono partire da zero per realizzare i propri sogni”, ha dichiarato. Non poteva mancare una considerazione sul ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per le recenti affermazioni sui giovani precari che hanno suscitato diverse polemiche. “Aiutatemi voi a diffondere il mio invito al ministro per l’anteprima del film che si terrà il 9 aprile”, ha risposto l’imprenditore.

Il regista D’Alatri ha dichiarato che, nel leggere il copione, è stato colpito dalla storia di Matteo perché è un giovane figlio unico di una famiglia semplice operaia della periferia romana. “Tre elementi che mi appartenevano profondamente perché sono le mie radici, ha dichiarato il regista. Ed è rimasto estasiato nel vedere la determinazione del ragazzo e il supporto della sua famiglia. Il padre di Matteo, infatti, è stato il primo finanziatore a credere nel progetto investendo 10 mila euro. La famiglia che ha detto D’Alatri con rammarico, è “l’unica istituzione sociale vera che c’è oggi in Italia”. Alla domanda se si fosse ispirato al film autobiografico su Mark Zuckerberg “The social network”, il regista ha risposto di aver preso come riferimento “l’energia degli imprenditori che ho incontrato quando lavoravo nella pubblicità come Giovanni Rana o Barilla, figure che scarseggiano nell’imprenditoria odierna”.

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