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Graziano Delrio, Maria Elena Boschi e Banca Etruria. Che cosa è successo davvero?

MARIANNA MADIA, GRAZIANO DELRIO

La ragion di Stato prevede, tra i suoi riti, pietose bugie, ma le pietose bugie non possono diventare l’essenza dello Stato. Patetica e ridicola è la notizia che riporta all’onore delle cronache il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che si autoaccusa dell’interessamento alla fallimentare situazione di Banca Etruria, che sta suscitando polemiche e scontri tra maggioranza di governo e opposizioni, a proposito di alcune rivelazioni riportate da Ferruccio de Bortoli nel suo ultimo libro. Egli si sofferma sull’interessamento dell’ex ministro Maria Elena Boschi, attuale sottosegretaria del governo Gentiloni, per Banca Etruria, il cui vice presidente era il padre della giovane esponente di governo. La domanda da farsi è semplice: perché Delrio non è intervenuto subito, appena venuta fuori la notizia raccontata da de Bortoli? Renzi e il suo giglio magico hanno già un piede nel burrone. Dopo il 4 dicembre hanno tentato di salvarsi, ma con tanti pasticci e diversi dossier aperti non vi saranno le condizioni per uscirne senza ammaccature.

A Bologna Mario Aiello su Il Mattino informa che in un incontro nella città felsinea, protagonisti Romano Prodi, Matteo Renzi e il prof. Marc Lazar, si è discusso del nuovo astro nascente (?) della politica francese Emmanuel Macron. C’è stato anche spazio, tra gli altri, per affrontare qualche problema di casa nostra, tipo la riforma elettorale. Pare che dal servizio del giornalista de Il Mattino emerga una comune, sia di Prodi che di Renzi, ripulsa per il sistema proporzionale, perché non garantirebbe stabilità. A dire il vero, leggendo attentamente l’articolo, sembra più una forzatura del giornale napoletano nel titolo che la reale considerazione dei due politici italiani, non a caso dalle loro affermazione virgolettate non si percepisce un giudizio così netto e negativo sul proporzionale. Viene fuori invece la considerazione sulla problematicità di costruire alleanze dopo il voto, e non prima, se dovesse essere approvata una legge che non contempla alleanze preventive e strategiche di governo. L’Italia ha conosciuto, solo una volta, nella sua storia un’epoca di grande crescita, sviluppo e benessere nella libertà. E, guarda caso, i governi di quel tempo erano espressione di coalizioni di partiti, i cui parlamentari venivano eletti con il sistema proporzionale.

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