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Le novità della Manovrina: i Piani Istituzionali di Risparmio

L'AULA DELLA CAMERA ESAMINA LA MANOVRA FINANZIARIA

Mentre il 31 maggio Ignazio Visco illustrava la consueta, annuale relazione della Banca d’Italia, l’Assemblea della Camera dei Deputati discuteva il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 (la cosiddetta “Manovrina) nel quale è contenuta una importante novità: i Piani Istituzionali di Risparmio (PIR).

Identificati con il medesimo acronimo dei Piani individuali di risparmio (PIR, appunto), che sono un “contenitore fiscale” all’interno del quale i risparmiatori possono collocare, godendo di un’esenzione da tassazione dei redditi, qualsiasi tipologia di strumento finanziario (azioni, obbligazioni, quote di OICR, contratti derivati) o somma di denaro, rispettando però determinati vincoli di investimento, i nuovi Piani istituzionali di Risparmio, introdotti da un emendamento alla “Manovrina” presentato dall’On. Sestino Giacomoni, Vice Presidente della Commissione Finanze della Camera, consentono di estendere le agevolazioni fiscali previste per le persone fisiche che investono nei Pir anche alle Casse di previdenza e ai Fondi pensione che sottoscrivano strumenti analoghi.

Una innovazione non di poco conto, soprattutto per l’economia reale del Paese, visto che i “nuovi PIR” consentono di indirizzare importanti risorse finanziarie verso strumenti che investono direttamente e indirettamente nelle piccole e medie imprese.

Come nasce l’idea di introdurre questa nuova opportunità? Oggi i fondi pensione e le casse di previdenza hanno la possibilità di investire una quota dei rispettivi patrimoni (fino al 5%) in strumenti finanziari di società, quotate o non, con base in Italia o in uno Stato membro Ue o aderente all’accordo sullo spazio economico europeo con stabile organizzazione nel territorio italiano. Ma fondi pensione e Casse di previdenza hanno anche la possibilità di investire in quote di fondi (e quindi anche Pir) che investano a loro volta nelle società di cui si è appena detto, godendo dell’esenzione fiscale.

In realtà, mentre i Pir hanno riscosso grande successo presso i clienti retail, lo stesso non si può dire per i fondi pensione e le Casse.
Ed ecco l’idea di lanciare prodotti specifici per Fondi e Casse, con la speranza di ottenere migliori risultati rispetto a quelli registrati sino ad ora.

Anche il risparmio previdenziale potrebbe quindi essere canalizzato verso le Pmi, divenendo sempre di più una fonte di finanziamento alternativa alle banche, che, come ha ricordato il Governatore Ignazio Visco, in occasione della presentazione della relazione annuale della Banca d’Italia, ancora non sono uscite dalla fase di difficoltà generata dalla cruenta crisi economica di questi anni.

Peraltro, i Pir (sia individuali sia istituzionali) potrebbero a loro volta investire anche in titoli derivanti da cartolarizzazioni di sofferenze bancarie garantiti con la GACS (Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze) intervenendo così su uno dei “due fattori di debolezza che – come ha detto il Governatore Visco – riducono i margini di manovra dello Stato e degli intermediari finanziari e rendono vulnerabile l’economia italiana alle turbolenze sui mercati e possono amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche“.

E se lo dice il Governatore della Banca d’Italia…

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