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Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ecco la gaffona di Viola su bail-in e prestiti

Di Fernando Pineda e Leo Soto
Popolare di Vicenza Veneto Banca

Super gaffe o apprezzabile retromarcia? Sia l’una che l’altra, con tutta probabilità. Di cosa si sta parlando? Della gaffe, con retromarcia a distanza di qualche giorno, del super banchiere Fabrizio Viola. Ecco tutti i dettagli.

Dopo essere stato defenestrato dal vertice di Mps per lo zampino dell’esecutivo, Viola è stato chiamato al vertice delle due banche venete alle prese con ricapitalizzazioni, progetti di fusioni e gestione di sofferenze: operazioni rilevanti e delicate in cantiere sotto l’occhiuta supervisione sia della Bce di Francoforte che della Commissione di Bruxelles. E’ in particolare quest’ultima che preme con pressing asfissianti per un aumento della ricapitalizzazione e dissemina di dubbi e domande sul progetto di fusione già presentato da Viola di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Ma quale sarebbe stata la gaffe? Ecco cosa ha detto Viola il 2 giugno scorso in una lunga intervista al Corriere della Sera. Chiede Stefano Righi del quotidiano diretto da Luciano Fontana: “Cosa significherebbe una eventuale risoluzione?”. Risposta del banchiere di lungo corso:

«Gli effetti di una crisi non risolta delle due banche venete non sarebbero molto inferiori a quelli generati dal default della Grecia. Per essere più chiari: la procedura di bail-in impone il rientro forzoso degli impieghi a tutela dei depositi. Si pensi che BpVi e Veneto Banca hanno concesso prestiti “buoni”, cioè al netto da sofferenze e incagli, per circa 30 miliardi. In gran parte concentrati nel Nordest, cioè nel territorio più importante per l’economia nazionale. Doverli richiamare da un momento all’altro creerebbe uno sconquasso tremendo, non senza conseguenze anche sul piano politico. Anche per questo faccio appello al senso di responsabilità delle autorità europee: le dimensioni in gioco non possono essere sottovalutate».

Rientro forzoso degli impieghi a tutela dei depositi dopo il Bail-in? Addetti ai lavori, osservatori, banchieri e istituzioni si sono stropicciati gli occhi quel 2 giugno leggendo quello scenario, implicito nelle norme secondo le parole di Viola, banchiere di vasta e lunga esperienza.

Ma sono stati necessari quasi tre giorni per una doverosa rettifica-precisazione. Ecco quello che si legge oggi in una breve a pagina 33 del Corriere della Sera. Titoletto: Banche venete, il chiarimento di Viola. Testo: “Fabrizio Viola (amministratore delegato della Popolare Vicenza e presidente del comitato esecutivo di Veneto Banca): «Desidero rettificare una mia inesattezza contenuta nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 2 giugno scorso. Infatti, nel valutare le conseguenze del bail-in, ho fatto riferimento agli effetti che potrebbero, eventualmente, verificarsi nel caso di una liquidazione coatta amministrativa. Nello scusarmi per l’equivoco, desidero comunque evidenziare che una resolution delle due banche venete non potrebbe non avere effetti – sia pur indiretti – anche sull’offerta di credito nelle aree di riferimento delle due banche».

Chissà se le aree di riferimento saranno più rassicurate dalla precisazione di Viola o più preoccupate per lo scenario evocato con una certa improntitudine nell’intervista del 2 giugno.

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