Uomini armati hanno attaccato un resort turistico nella capitale del Mali, Bamako, uccidendo tre persone e ferendone diverse altre, secondo i numeri forniti dal ministero dell’Interno locale.
#Mali: Attack at the tourist resort Campement Kangaba in Yirimadjo, #Bamako, Malian & French forces on site, dead and wounded reported pic.twitter.com/0ZBIAs7uki
— MENASTREAM (@MENASTREAM) 18 giugno 2017
“Si tratta di un attacco jihadista. Le forze speciali maliane sono intervenuto e hanno liberato una ventina di ostaggi”, ha dichiarato il ministro alla AFP. In realtà alla fine dell’intervento gli ostaggi erano 36. “Purtroppo – ha aggiunto – per il momento ci sono due morti, tra cui un franco-gabonese”. Successivamente, è rimasto ucciso anche un uomo delle forze di sicurezza maliane, portando a tre il numero di morti ufficiali. L’attacco è avvenuto nel pomeriggio di domenica 18 giugno nel resort di lusso Le Campement Kangaba, a Dougourakoro, ad est della capitale Bamako. Almeno due uomini armati, hanno raccontato alcuni testimoni ai reporter sul posto, sono entrati nella hall e hanno iniziato a sparare ad alzo zero contro “qualsiasi cosa si muovesse”. Uno degli assalitoriè riuscito a fuggire lasciando dietro di sé delle bottiglie contenti sostanze esplosive. Quattro sono stati uccisi nel blitz delle forze dell’ordine.
Sul posto sono intervenute sia le forze speciali maliane, sia i soldati della missione Onu MINUSMA, sia alcuni team delle unità anti terrorismo francesi che Parigi ha schierato nel Sahel con l’operazione Barkhane – la Francia ha particolari interessi e collegamenti con la regione, che è un luogo infestato da forze combattenti islamiche, principalmente appartenenti alla galassia qaedista, ma molto colluse con la criminalità che gestisce i mercati clandestini locali (uno dei più forti gruppi di questo genere è al Mourabitoun, guidato da Mokhtar Belmokhtar). Nella zona ci sono anche alcune entità affiliate allo Stato islamico.
#Mali: Photos from outside Campement Kangaba showing sec forces on site incl. ‘Groupement d’intervention de la police nationale’ (GIPN) pic.twitter.com/mCYabtueyH — MENASTREAM (@MENASTREAM) 18 giugno 2017
All’inizio di questo mese, l’ambasciata statunitense a Bamako aveva avvertito di “possibili attacchi futuri sulle missioni diplomatiche occidentali, e in altre località a Bamako che gli occidentali frequentano”. Il corrispondente della BBC Alex Duval Smith ha spiegato che “molti espatriati e ricchi maliani vanno al Kangaba durante i fine settimana, per godersi le piscine, il cocktail bar, le strutture per il canoa e altre attività per i bambini”. Il resort è piuttosto nuovo, inaugurato nel 2009, di proprietà Hervé Depardieu, nipote del celebre attore francese (scrive la Stampa).
Attack on hotel in Mali’s capital ‘under control,’ Army says https://t.co/cR6fY3BstF pic.twitter.com/M1Z0HQx7yi
— Bloomberg (@business) 18 giugno 2017
Il Mali sta combattendo da alcuni anni un’insurrezione jihadista, con combattenti islamici che vagano nel nord e nel centro del paese. Nel novembre del 2015, circa 20 persone sono state uccise quando uomini armati hanno attaccato l’hotel Radisson Blu di Bamako e preso gli ospiti e il personale in ostaggio. Quell’azione fu rivendica da Belmokhtar, il cui gruppo è parte semi-indipendente del braccio nord africano di Al-Qaeda, Al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM).
La missione Onu MINUSMA, composta da circa 12mila militari di decine di paesi, è partita dal 25 aprile del 2013: in quell’anno un’azione di intervento francese aveva bloccato l’insurrezione dei ribelli Tuareg; i caschi blu si trovano nel paese nel tentativo di stabilizzarlo.
Sabato 17 giugno cinque soldati sono rimasti uccisi, e altri otto feriti, in un’attentato contro un posto di polizia nel nord del Mali: l’attacco è stato rivendicato dal Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimeen, il Group to Support Islam and Muslims (Gsim), fusione di tre gruppi minori tutti con collegamenti qaedisti – è stato formato a marzo, è guidato da Iyad Ag Ghaly, ex leader di Ansar Dine, e rappresenta la nuova minaccia numero uno nel paese.
(Foto: Twitter, @MENASTREAM)