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Così Donald Trump sta ridisegnando il team per la comunicazione della Casa Bianca

Il portavoce della presidenza Trump, Sean Spicer, starebbe personalmente conducendo uno screening tra potenziali suoi sostituti, scrive Politico attraverso due fonti informate sui movimenti per il riassetto del sistema di comunicazioni all’interno della Casa Bianca. I due nomi che girano sono quelli di Laura Ingraham di Fox News, per il ruolo di addetto stampa, e David Martosko, editore del Daily Mail, come direttore delle comunicazioni, con i quali avrebbero avuto colloqui preliminari sia Spicer che il capo dello staff Rience Priebus; Martosko si sarebbe incontrato anche con lo stratega Steve Bannon.

Integrare la squadra si è reso necessario quanto meno per sostituire Mike Dubke, ex direttore delle comunicazioni dimessosi a fine maggio dopo meno di tre mesi di lavoro. Ma è evidente che il comparto mediatico della Casa Bianca soffra, soprattutto a contenere le uscite estemporanee del presidente. Spicer non può continuare a tenere il doppio ruolo, non riesce a sostenere il peso dei giornalisti che lo pressano per le varie questioni intorno all’amministrazione e dettare una linea strategica, ed è continuamente in odore di licenziamento.

Molti dei collaboratori non sono soddisfatti di come ha gestito la crisi del Russiagate; si ricorderà della storia pubblicata dal Washington Post secondo cui Spicer passò diversi minuti nascosto tra i cespugli del giardino della Casa Bianca per non affrontare i giornalisti dopo la testimonianza in Senato dell’ex direttore dell’Fbi James Comey. Anche per questo pare sia stato il presidente a decidere di limitare le conferenze stampa on-camera, con Spicer e soprattutto con la sua vice, Sarah Sanders Huckabee, che ha condotto diversi degli ultimi incontri con i giornalisti lontano dai riflettori – e in altre occasioni, più specifiche, sono stati mandati a parlare direttamente gli avvocati, come Marc Kasowitz e il volto televisivo Jay Sekulow per la faccenda della Russia e l’ostruzione alla giustizia, o il portavoce del team legale Mark Corallo. Su tutto, aggiungere il commento di Bannon, che a Rosie Gray, una reporter dell’Atlantic, ha detto via sms che Spicer non si presenta più davanti alla telecamere “perché è ingrassato”.

È stata Sanders a confermare lunedì che è in atto una ricerca per nuove figure da inserire nel team di comunicazione – anche se lei sarebbe stata la prima a tirarsi indietro per la sostituzione di Spicer (idealmente non è sola, visto che un sondaggio dell’Annenberg School per Comunicazione e Giornalismo dell’University of Southern California, ha rivelato che solo il 6 per cento tra 900 professionisti del settore intervistati vorrebbero fare i portavoce per Trump). Jim Acosta della CNN ha commentato in Tv che il fatto è che ormai – ossia nell’era Twitter/Trump – il ruolo di addetto stampa della Casa Bianca “è praticamente diventato inutile”.

“Il presidente gli deve così tanto per tutto quello che ha fatto per lui. Sean è indispensabile e penso che il presidente lo sappia” ha detto Sanders a proposito di Spicer, che secondo lei dovrebbe prendere un posto più importante all’interno della squadra di governo. Anche altre tre fonti hanno confermato al Guardian che Spicer sta cercando un ruolo più strategico, e per questo sta più lontano dai briefing con i giornalisti. La Bloomberg pure ha avuto informazioni sulle prossime modifiche allo staff delle comunicazioni di Donald Trump, confermando che Spicer sarebbe spostato in un ruolo più strategico. Ma alcuni osservatori sostengono che si tratta di un allontanamento.

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