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Come procede la de-carbonizzazione in Italia

Nuove tecnologie e nuove fonti energetiche per un consumo più economico, sostenibile e di qualità. Questo il tema dibattuto negli scorsi giorni al convegno di Adiconsum, l’associazione a difesa dei consumatori e dell’ambiente promossa dalla Cisl.

Il meeting è stata un’occasione ghiotta sia per fare il punto sullo stato del sistema energetico nel nostro Paese dal punto di vista dei consumatori, sia perché era il primo giorno (informale) del nuovo presidente Carlo De Masi, nella foto, sul punto di essere nominato, e, guarda caso proveniente dalla Federazione degli elettrici della Cisl, la Flaei.

Il comune elemento di sintesi che è emerso, e su cui i diversi relatori sono stati, quasi unanimemente d’accordo, è che il processo di de-carbonizzazione dell’energia in Italia è in progressiva azione, è necessario e sarebbe illusorio opporvisi. Tuttavia, i costi di questo cambiamento, nel settore energetico, dalla generazione alla trasmissione, agli impieghi residenziali, soffrono di costi eccessivi: in Italia l’energia risulta più cara rispetto al resto d’Europa per circa un 20 – 25% e la bolletta, sovraccaricata com’è di ogni tipo di oneri, balzelli e tasse (persino l’IVA sulle accise!) anche di più.

Il risultato è così un depauperamento per le famiglie ed una perdita di competitività per le nostre aziende. Da notare, a triste rinforzo di tale scenario, che da quando c’è stata la liberalizzazione del mercato energetico e poi il subentro della Crisi, il preoccupante fenomeno della povertà elettrico è cresciuto e si è reso permanente nella nostra società!

Altro elemento di generale condivisione è la maturità tecnologica di tutta la filiera delle rinnovabili: non solamente è fattibile a livello singolo (dalla piccola alla grande taglia di impianto), ma anche e soprattutto a livello di sistema, ossia come aggregato di Paese. Pertanto a secondo degli specifici casi, i consumatori possono serenamente affidarsi alle varie soluzioni tecniche, dal solare, al digestore anaerobico per la campagna, piuttosto che al mini eolico.

Il punto dolente di tutto il settore sono le abitazioni – il parco edilizio italiano è fra i più vetusti e malandati d’Europa – che sono energeticamente inefficienti e con costi d’esercizio elevati: oltre il 50% di tutti gli edifici dovrebbero essere rigenerati e ristrutturati con interventi di efficientamento energetico.

Un’ottima opportunità di lavoro, volano per moltissime attività manifatturiere legate alla cantieristica e, soprattutto, foriera della decennale questione della messa in sicurezza delle nostre case, nella quasi totalità sprovviste del requisito dell’antisismicità.

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