Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

La guerra (e la pace) al tempo della cyber security

Di Carlo Prosperi
ius soli

Ghost Fleet, “flotta fantasma”: così si chiamano le riserve della marina militare americana. Sono imbarcazioni inutilizzate ancora a galla per fornire parti di ricambio. Alcune sono esperimenti di tecnica nautica riusciti solo a metà, o i cui costi erano troppo esorbitanti da non permetterne la realizzazione completa. Che cosa succederebbe però, se la flotta del Pacifico andasse persa e uno di questi esperimenti fosse l’ultima carta da giocare in un prossimo conflitto mondiale?

Nel romanzo del futurologo Peter W. Singer e dell’esperto di relazioni internazionali August Cole, pubblicato in Italia da Mondadori, la trama è solo un pretesto per ambizioni più alte della narrazione. La vera protagonista è la guerra del futuro: nel romanzo si svolgono così temi come l’importanza dei droni, l’evoluzione della guerra cibernetica, l’implementazione di stimolanti e sensori sulle truppe, il ruolo dei videogiochi nell’auto-identificazione dei soldati, i problemi dell’outsourcing di prodotti fondamentali come i chip.

I suoi effetti sono descritti con precisione, nell’ambito tecnico come in quello umano: famiglie spezzate, rancori, la brutalità dei soldati, l’annullamento della normalità nella vita civile.

Il virus Stuxnet, il blackout di Tallinn, la propaganda jihadista nel web. Fino alle infiltrazioni di attori statali nei server dei nostri ministeri o delle nostre aziende strategiche.

Il cyber è la nuova frontiera del confronto geopolitico tra le grandi potenze. Viviamo in un mondo connesso. Aziende e governi dipendono dalla rete per tutto, dalle movimentazioni della finanza allo spostamento di truppe sul terreno.
Il visionario aforisma dei colonnelli cinesi Liang e Xiangsui è corretto: “Ci sono reti sopra le nostre teste e trappole sotto i nostri piedi. Non abbiamo dunque possibilità di fuga”.

Una galassia di conflitti “freddi” e “caldi” che investono Stati “canaglia” e non, imprese e gruppi eversivi. Un nuovo “teatro d’operazione” dove i soldati diventano nerd, ed al posto di un fucile imbracciano la capacità di gestire codici e malware. Le organizzazioni criminali e la concorrenza sleale si avvantaggiano del nuovo spazio per acquisire nuovi profitti, con gravi ricadute sul sistema paese.

Euromedia Research certifica che un’azienda su due ha subito un attacco. Il 44% delle aziende dichiara di aver rilevato uno o più attacchi informatici subendo una perdita economica giudicata considerevole nella maggior parte dei casi.

Più della metà (60%) degli intervistati non ritiene che l’azienda per cui lavora prenda in giusta considerazione la sicurezza informatica. Opinione suffragata dal fatto che nel 42% dei casi nessun dipendente o solo alcuni (36%) hanno partecipato a un corso per acquisire le basi di un comportamento consapevole che non esponga l’azienda a inutili rischi.

Un gap culturale da superare, su cui governo e accademia sono in fervente attività e da cui nascono soprattutto eventi di formazione, come il corso di manager della sicurezza informatica promosso dalla Marconi International University e Unimarconi, sotto la direzione di Andrea Chiappetta, direttore del Cyber Security Observatory on Critical Infrastructure Protection e docente di Geopolitica e Economia alla Marconi University.

Nelle nostre imprese rimane forte il timore di un attacco. Sostanzialmente ci muoviamo ancora in un terrain vague.
L’acquisizione di nuovi modelli comportamentali che ci permettano di evitare le minacce provenienti dal cyberspazio è ancora nella fase iniziale. Ma è solo partendo dalla conoscenza di questi pericoli che possiamo iniziare a salvaguardare la nostra sicurezza.

×

Iscriviti alla newsletter