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Ballottaggi amministrative, cosa si giocano Berlusconi, Renzi e Salvini

Ci ha pensato Silvio Berlusconi a ravvivare i ballottaggi delle elezioni amministrative, girando per trasmissioni televisive, Porta a Porta in primis, mentre venerdì sera chiuderà la campagna elettorale a Monza. Matteo Salvini, invece, sarà a Genova. Per il centrodestra, del resto, la possibilità di una vittoria alle comunali è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Il Pd e Matteo Renzi, invece, hanno cercato in tutti i modi di nascondere la faccenda. Renzi ha talmente scelto la strada del disimpegno verso queste elezioni, che ha trascorso qualche giorno di vacanza con la famiglia. A fargli temere un risultato disastroso non è solo il fatto che il centrodestra è in vantaggio, ma pure l’eventuale latitanza dalle urne (se non addirittura il voto contro) degli elettori bersaniani.

Eppure, per la prima volta dopo molti anni, tocca al centrosinistra rincorrere: nei 22 capoluoghi al voto (in totale 4 milioni di italiani) il centrodestra al primo turno è uscito in vantaggio in 13, contro 6 in cui è sopra il centrosinistra, mentre in 3 guidano delle liste civiche, come a Parma con Federico Pizzarotti. Le sfide cruciali, però, sono 8: Genova su tutte, poi Parma, Verona, Padova, La Spezia, L’Aquila, Lecce e Trapani. In queste città solo il capoluogo abruzzese vede in vantaggio il centrosinistra, con Americo Di Benedetto al 47%, inseguito da Pierluigi Biondi col 35,9. Attenzione, però: alle amministrative spesso i risultati si sono ribaltati al secondo turno, quindi non ci sono candidati che possono considerarsi già vincitori.

Dicevamo di Genova, dove Marco Bucci ha ottenuto il 38,8, mentre il candidato del centrosinistra, Gianni Crivello, si è fermato al 33,3. Un risultato positivo soprattutto per il governatore forzista Giovanni Toti che, se riuscirà a conquistare la città della lanterna, porterà molta acqua al mulino delle sue posizioni a favore di una lista unica con la Lega. Tra il dire e il fare, però, ci sono di mezzo le 40.000 preferenze del candidato grillino Luca Pirondini. Grillo non ha dato indicazioni di voto, ma l’ultimo feeling tra M5S e Lega potrebbe contare. Altra città “rossa” che potrebbe cadere è La Spezia, dove il ballottaggio è tra Pierluigi Paracchini (32,6%) del centrodestra e Paolo Manfredini (25%) del centrosinistra, il quale ha dovuto incassare il no all’apparentamento da parte di Lorenzo Forcieri, ex piddino che al primo turno con una lista civica ha preso il 10%.

Poi ci sono le due città venete: a Padova il candidato del centrodestra, l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci (40,2), parte da dieci punti di vantaggio su Sergio Giordani (29,2); mentre a Verona il derby è tutto nel centrodestra, tra Federico Sboarina (29,2) da una parte e Patrizia Bisinella (23,5), compagna del sindaco uscente Flavio Tosi, dall’altra. Pure qui decisivi rischiano di essere i grillini. Nelle città emiliane, invece, a Parma Pizzarotti (34,7) ha solo 2 punti di vantaggio su Paolo Scarpa (32,7), mentre a Piacenza è in vantaggio la candidata del centrodestra Patrizia Barbieri (34,7) su quello del centrosinistra Paolo Rizzi (28,1).

Altra piazza da tenere d’occhio è Lucca, dove è in testa il sindaco uscente del centrosinistra Alessandro Tambellini (37,4) su Remo Santini (34,9), città dove conteranno i voti del candidato di Casa Pound, arrivato al 7,8%. A Monza, invece, sarà sfida al fotofinish tra Roberto Scanagatti (Pd, 39,9) e Dario Allevi (Fi, 39,8). A Como Mario Landriscina (34,7) parte da un vantaggio di 9 punti sul renziano Maurizio Traglio (26,8), un ex Pdl non molto amato a sinistra.

Nelle due città pugliesi al voto, invece, in testa è il centrodestra: a Taranto con Stefania Baldassarri (22,2) e a Lecce con Mauro Giliberti (45,9). Grottesca, infine, la situazione a Trapani, dove Mimmo Fazio del centrodestra si è autoescluso non presentando per tempo la lista degli assessori, così è rimasto in corsa solo l’uomo del centrosinistra, Pietro Savona. Ma per essere eletto dovranno andare alle urne il 50% più uno degli aventi diritto, altrimenti il comune sarà commissariato. Questo è l’unica città in cui Grillo si è espresso: “Non andate a votare, queste elezioni sono un fake”, ha detto il leader di M5S.

I risultati, naturalmente, avranno ricadute sul piano nazionale. Ma più sul centrodestra che sulla sinistra. Il primo dato, il più importante, è l’irrilevanza dei grillini nelle città. Merito dei demeriti di Raggi e Appendino? Chissà… Sta di fatto che gli italiani non si fidano a consegnare le chiavi delle loro città ai 5 Stelle. Una vittoria di Berlusconi, invece, confermerebbe la risalita del centrodestra nei riguardi di un Pd sempre più isolato e in contrasto con i suoi potenziali alleati. Perdere Genova per Renzi sarebbe davvero un brutto colpo e dovrebbe far suonare le sirene d’allarme al Nazareno. Salvini, invece, troverebbe la conferma alla sua tesi che solo un centrodestra unito è in grado di vincere. Sperando, da parte sua, che questo serva a stoppare le velleità berlusconiane di possibile inciucio post elettorale con Renzi.

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