Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Attacco hacker, ecco cosa è successo alla centrale di Chernobyl. Il video

Attacco, hacker

Il mondo di nuovo sotto scacco di un attacco informatico internazionale con riscatto. Il primo paese ad essere colpito è stato l’Ucraina dove sono stati infettati i computer di agenzie governative, della metropolitana e dell’aeroporto; poi l’attacco si è diffuso in Russia e infine in Europa e America. Il gigante petrolifero russo Rosneft è stato costretto a usare un server d’emergenza, gli hacker sono entrati anche nella centrale di Chernobyl, tuttora sotto osservazione dopo l’incidente del 1986. Colpite anche l’azienda farmaceutica Merck, la tedesca Nivea e l’azienda di biscotti Oreo.

L’attacco si è svolto con modalità simili al precedente di maggio, “wannacry”: un virus infetta il pc e blocca tutti i dati chiedendo un riscatto per riaverli.”Apparentemente la gente riceve un’email con un allegato. Lo aprono e il loro computer e quello di tutta la compagnia viene infettato”, spiega l’esperto di cyber criminie russo Sergei Nikitin. “Rispetto al vecchio virus, Petya, questo è qualcosa di nuovo da esaminare”. “Non è un attacco politico – ha concluso – “sono criminali che vogliono soldi”.

L’ARTICOLO DI EMANUELE ROSSI PER FORMICHE.NET

Dalle prime analisi pare che anche Petya, allo stesso di Wannacry, abbia sfruttato un tool conosciuto come EthernalBlue come elemento per potenziare il proprio effetto (sfrutta una faglia nei protocolli informatici per la condivisione dei file nei sistemi operativi Windows, che però la società a tappato fornendo mesi fa una patch di aggiornamento). EthernalBlue, per quanto noto, è stato sottratto dagli archivi della National Security Agency (l’agenzia americana che si occupa di signal intelligence) e poi diffuso online in aprile da un gruppo di hacker che si fa chiamare Shadow Borkers. Secondo alcuni esperti contattati da CyberAffairs, agenzia stampa italiana specializzata del settore, il problema dell’ampia propagazione di questo secondo attacco è stato anche “la sciatteria di alcuni amministratori di sistema” perché sarebbe bastato aggiornare i normali anti-virus, che hanno già contromisure sviluppate verso questi tipi di ramsonware. Anche se, secondo il servizio online Virus Total, soltanto 15 dei 61 principali anti-virus sarebbe stato in grado di individuare Petya modificato in Petwrap – che dalle prima analisi è considerato peggiore di Wannacry perché attacca direttamente l’hard drive dei computer (continua a leggere…).

Video Askanews

×

Iscriviti alla newsletter