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Così gli Emirati Arabi Uniti premono sull’Italia contro il Qatar

Giovedì 15 giugno c’è stato un meeting tra un alto rappresentante di un Paese arabo e un esponente del governo Gentiloni alla Farnesina. Il Paese arabo in questione sono gli Emirati Arabi Uniti e l’interlocutore italiano è un vice-ministro degli Esteri.

Nell’incontro, gli Emirati hanno consegnato al governo italiano una lista di 59 individui sospettati di terrorismo e di ben 12 organizzazioni terroristiche che sarebbero direttamente finanziati dal Qatar. Nella lista anche i nomi di 18 membri della famiglia reale del Qatar implicati nei finanziamenti ai terroristi. Accuse pesanti di cui già avevamo sentito parlare nei giorni scorsi, quando il 9 giugno Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Bahrain avevano diffuso la stessa lista aggravando la crisi del golfo. Dal 5 giugno infatti il Qatar non solo si trova escluso dalla coalizione anti-Isis che Donald Trump nella sua visita a Riad si era illuso di poter mettere in piedi, ma anche tagliato fuori dalle relazioni diplomatiche con gran parte degli Stati vicini, compreso un embargo commerciale e la chiusura dei cieli da parte di Arabia Saudita e Bahrein.

Sul sito della Farnesina non c’è traccia di un comunicato che attesti l’incontro con gli Emirati di giovedì mattina. Ma una traccia è su Twitter: giovedì mattina alle 12 il vice ministro pd Enzo Amendola (nella foto) e il profilo della Farnesina postavano le foto dell’incontro con Ohoud Al Roumi, ministra per la Felicità degli Emirati Arabi Uniti, scrivendo di aver discusso di “rapporti bilaterali e crisi regionali”.

Non è da escludere dunque che la ministra emiratina abbia chiesto all’Italia di prendere posizione contro il Qatar, e di fare attenzione anche ai trafficanti di migranti dalla Libia, perché, sempre secondo la fonte, gli Emirati sostengono di aver prove che dietro al business del traffico di migranti ci siano ancora una volta terroristi finanziati dai qatarioti.

Tuttavia appare improbabile che l’Italia tronchi le relazioni col piccolo Stato arabo: come riporta Reuters, qualche giorno fa il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha incontrato a Roma l’omologo del Qatar Ali S. Al-Emadi. In una nota il Mef ha sottolineato l’intenzione di entrambi i ministri “di proseguire l’importante cooperazione bilaterale in numerosi settori economici e finanziari”, definendo “ottime” le relazioni fra i due Paesi. Si ricorda anche una commessa di Fincantieri, e in parte anche di Finmeccanica, vinta dalle aziende italiane in Qatar sconfiggendo la concorrenza della Francia.

Sul piano diplomatico inoltre gli Emirati Arabi hanno poche chance di convincere l’Italia a rompere col Qatar, dal momento che gli italiani sono membri attivi della coalizione anti-Isis e non hanno alcuna intenzione di creare spaccature al suo interno. Né gli Emirati troveranno facilmente negli Stati Uniti di Trump un feroce avversario dei qatarioti, perché se è vero che a parole il Tycoon è stato duro sul Qatar, definendolo nella sua visita a Riad di inizio giugno “un finanziatore del terrorismo ad altissimo livello”, nei fatti gli americani hanno appena ufficializzato la vendita di 36 jet da combattimento F15 QA, con tanto di foto di un sorridente James Mattis assieme al ministro della Difesa del Qatar Mohammad al-Attiyah.

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