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Elezioni amministrative, cosa succede al Movimento 5 Stelle?

ballottaggi, Aldo Giannuli (professore Storia contemporanea Università Milano)

Continua la tendenza al collasso del sistema dei partiti attuali (forte ulteriore incremento dell’astensione; successo o affermazione dei candidati locali).

La crisi si concentra sul Pd che inizia a manifestare in pieno le conseguenze della sconfitta del 4 dicembre (perdita di comuni storicamente di sinistra come Sesto, Piacenza, Pistoia e dei capoluoghi più importanti come Genova, L’Aquila ecc. poco compensati dalle 4 vittorie di Padova, Lucca, Lecce e Taranto: isolamento del partito che resta sostanzialmente senza alleati; azzeramento della capacità attrattiva di Renzi).

Affermazione a valanga della destra (che vince nell’85% dei casi), ma i cui punti di debolezza restano (prende meno voto, in assoluto, del 2013, non risolve le difficoltà di coalizione fra Fi e Forza Italia, è lontano dal 40% e diviso sulla legge elettorale)

Si conferma la crisi del M5s che, però vince in 8 dei 10 ballottaggi che lo vedevano in gara e nonostante le notizie romane (ma perde nel centro più importante, Asti). Il segnale per il M5s resta quello del primo turno: questo M5s moderato non piace ai suoi elettori e rischia di disperdere la “grande occasione” del 2016 (Roma, Torino e referendum). Il M5s resta uno dei tre poli, ma forse ha raggiunto la sua capacità massima di espansione.

Resta da saggiare la capacità si sconvolgere i calcoli rappresentata dal “Quarto polo” di cui parleremo meglio.

(Articolo pubblicato sul blog personale di Aldo Giannuli)

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