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Ecco come Giuliano Pisapia progressivamente vuole rottamare Matteo Renzi

Voteremo con una legge elettorale che non prevede coalizioni ma il voto per lista. Tutti lo sanno. Silvio Berlusconi lo vede come il modo per distinguersi dai lepenisti, dalla Lega e attrarre, in Forza Italia, i moderati. Solo Giuliano Pisapia e compagni fanno finta di non saperlo. E parlano di coalizioni e di campi. Mistero.

Pisapia dovrebbe dire: la lista del Pd sia la più aperta possibile, plurale e, magari, con nomi o simboli che denotino l’apertura della lista. Sarebbe una richiesta legittima. Anche se, mi chiedo: perché una lista aperta di centrosinistra dovrebbe privilegiare solo l’apertura a sinistra e non anche al centro? Perché Pisapia la chiama “campo di centrosinistra” se c’è solo la sinistra? Il centro chi lo fa? Misteri della disinvoltura e della licenza linguistica e lessicale con cui certa sinistra si autoassegna tutte le parti in gioco.

Comunque passiamoci pure sopra: Pisapia chiami pure coalizione, campo o alleanza una lista del Pd aperta a lui ed annessi. Ma non esageri! La pretesa di venire accolti nella lista del Pd, sia pure con proclami e campane, e dettare le condizioni, è comica. Dice Pisapia: “Caro Pd tu che mi accogli dovresti, però, fare anche le seguenti cose: mettere in discussione il tuo leader (scelto da 2 milioni di persone); cambiarlo con uno che sta bene a me (magari Romano Prodi, il leader di 25 anni fa, epoca delle guerre puniche o quasi); dichiarare, anche, che quello che tu, Pd di Renzi, hai fatto in tre anni di governo (Jobs act, Scuola, ecc) erano schifezze e cose di destra”. Ecco: a queste condizioni Pisapia dice che potrebbe considerare l’invito di Renzi a entrare nella lista del Pd.

Provocazione o barzelletta?

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