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Tutti i dettagli sul National Space Council ricostituito da Trump (che snobba la Nasa)

“Un chiaro messaggio al mondo sulla leadership nello spazio degli Stati Uniti”. Così il presidente americano Donald Trump ha spiegato la ricostituzione del Consiglio nazionale per lo spazio (Nsc), l’organo consultivo che aveva chiuso i battenti nel 1993. Come si legge nell’ordine esecutivo, l’Nsc sarà inserito all’interno della Casa Bianca, guidato dal vice presidente Mike Pence, e avrà il compito di “supportare e assistere il presidente con riferimento alla politica e alla strategia spaziale nazionale, e assolvere altri doveri che il presidente possa, di volta in volta, prescrivere”.

L’ORGANO

Il Consiglio appare come un nostrano comitato interministeriale con compiti consultivi. Ne fanno parte, oltre al vice presidente, il segretario di Stato, i segretari alla Difesa, al Commercio, ai Trasporti, all’Homeland security, il direttore della National intelligence, il numero uno della Nasa, il capo di Stato maggiore congiunto e altri amministratori di vertice. Si incontrerà almeno una volta all’anno, senza interferire “con la linea di autorità esistente o con le responsabilità di ogni agenzia”. L’intenzione di fondo, che fu già dell’amministrazione Obama, è di creare un organo che garantisca un punto di contatto, ai massimi livelli delle varie linee di comando, tra la moltitudine di amministrazioni e agenzie coinvolte nella politica spaziale statunitense, e in particolare tra il settore militare e civile. L’impressione è che Trump sia perfettamente consapevole della rilevanza dello spazio nei rapporti di forza sulla Terra, e che sappia anche quanti sforzi stiano compiendo le economie emergenti (Cina su tutte) per recuperare in fretta il gap con le “potenze spaziali”. La riapertura del Consiglio è dunque davvero un messaggio al mondo: gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di perdere il primato extra atmosferico.

TRA STORIA E PROMESSE ELETTORALI

Rivisitazione di quel National Aeronautics and Space Council (1958-1973) che aveva permesso agli Stati Uniti di superare l’Unione sovietica nella corsa allo spazio mandando il primo uomo sulla Luna, il Nsc era stato creato da George Bush padre nel 1989, per poi essere chiuso solo quattro anni più tardi. Trump aveva promesso il suo ritorno durante la campagna elettorale, uno dei pochi punti chiari di un programma spaziale che appariva piuttosto scarno, non certo centrale nel dibattito con l’avversaria democratica Hillary Clinton. L’idea di riaprire l’Nsc era stata presentata dai due consulenti del magnate per la politica spaziale Robert Walker e Peter Navarro, insieme alle altre priorità per questo settore: partnership pubblico-private, riduzione delle sovrapposizioni e nuova generazione di micro-satelliti. Il tutto per un obiettivo preciso: “ridurre le vulnerabilità attuali, assicurare che i comandi militari abbiano gli strumenti spaziali necessari alle proprie missioni, ridurre i costi di accesso allo spazio e creare una nuova generazione di satelliti in grado di affrontare le minacce emergenti”, scrivevano i due consulenti.

LE PERPLESSITÀ

Il focus orientato alla sicurezza è emerso anche nel corso della cerimonia di ricostituzione del Consiglio. “La sicurezza è importante, con tutto il rispetto per lo spazio e le esplorazioni”, ha affermato Trump provocando l’alzata di sopracciglio, non certo passata inosservata (e ben visibile nel video pubblicato da Repubblica) dell’astronauta Buzz Aldrin, secondo uomo ad aver messo piede sulla Luna. “In futuro – ha proseguito il presidente – guarderemo indietro e ci chiederemo come avremmo fatto senza lo spazio”. Eppure, la cerimonia ha lasciato più di qualche perplessità. Come ha notato il Washington Post, l’evento non era stato inserito tra gli appuntamenti del presidente, e mancavano rappresentati di vertice della Nasa. Non è mancata invece la gaffe. Ringraziando gli astronauti americani, Pence ha nominato quelli presenti: Alvin DrewDavid Wolf e Buzz Aldrin. Peccato che in sala ci fosse anche l’astronauta donna Sandy Magnus, la quale, dopo i molti messaggi di solidarietà arrivati dai social per la mancata citazione, ha cercato di giustificare il vice presidente spiegando di essere intervenuta in veste ufficiale come direttore esecutivo dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics. Alcune perplessità riguardano poi proprio Pence, che avrà il compito di presiedere il Consiglio. Come ricorda Quartz, quando era membro del Congresso, l’attuale vice presidente guidò un gruppo di studio repubblicano che propose di cancellare il programma esplorativo della Nasa, Space Shuttle per ragioni di rispario. Ora però, ha assicurato Trump: “Mike is very much into space”.

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