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Tim-Telecom Italia, tutte le tensioni tra Flavio Cattaneo e Vivendi di Bolloré

Di Bruno Guarini e Fernando Pineda
telecom Flavio Cattaneo

Flavio Cattaneo esclude tensioni con il socio forte Vivendi, ma le voci di fibrillazioni in casa dell’azionista francese continuano a tenere banco tra gli addetti ai lavori e mettono in apprensione la Borsa, che ha dimostrato di non apprezzare una eventuale uscita più o meno concordata di Cattaneo dall’ex Telecom Italia. Ecco tutti i dettagli.

LE PAROLE DI CATTANEO

“Sono tutte false. Ho un contratto fino al 2020 e resto fino all’ultimo giorno”. Così l’amministratore delegato di Tim, Flavio Cattaneo, ha risposto ai giornalisti a margine della relazione annuale dell’Agcom in merito alle indiscrezioni degli ultimi giorni che lo darebbero in uscita dall’azienda per fibrillazioni con i soci francesi di Vivendi. “Sto bene a Tim e non ho nessuna tensione con soci, board o presidente”, ha aggiunto il capo azienda: “La società ha raggiunto importanti traguardi ed altri sfidanti ne prefisserà. I nostri uffici mi hanno mostrato i dati che evidenziano come”, al primo trimestre 2017, “Tim sia la prima società tra gli incumbent Ue e Usa in termini di recupero e velocità di crescita della top line a della profittabilità. Ho sempre operato nell’interesse unico della società e di tutti i soci, garantendo l’indipendenza nel rispetto di tutte le norme corporate e delle leggi italiane”.

LA RICOSTRUZIONE DI REPUBBLICA

L’amministratore delegato della società – secondo la ricostruzione di Repubblica – pagherebbe lo scontro frontale con i ministeri dello Sviluppo economico e della Coesione territoriale sui bandi che porteranno l’Internet ultra veloce nelle zone più isolate del Paese, quelle non redditizie per i colossi tlc. Ma anche i francesi di Vivendi, primi azionisti di Telecom Italia con una quota del 23,94 per cento, hanno smentito dissidi con Cattaneo. Però – ha notato Repubblica – “le agenzie d’informazione internazionali (Bloomberg, Reuters) che per prime hanno dato notizia dell’alta tensione al vertice di Telecom Italia, venerdì – avrebbero nell’azionista francese il loro suggeritore”.

L’ANALISI DI MF/MILANO FINANZA

“Per Mediobanca, Banca Akros, Equita e Banca Imi – ha scritto Mf/Milano Finanza – l’eventuale avvicendamento dell’ad di Telecom potrebbe costare caro. Non solo in termini economici – esiste uno special award di 55 milioni per Cattaneo e altri top manager in caso di raggiungimento di alcuni target del piano – ma anche in fatto di valore del titolo”.

GLI AUSPICI DI VIVENDI

Secondo altre ricostruzioni, nelle intenzioni dei francesi ci sarebbe anche l’obiettivo di avere un rapporto meno conflittuale a livello politico. Anche perché sono diverse le partite in corso da parte di Vivendi in Italia. Non solo l’avvio la scorsa settimana dell’indagine Antitrust sulla condotta di Tim in relazione ai bandi Infratel, per verificare eventuali pratiche anti concorrenziali volte a rallentare l’andamento dei bandi pubblici. Ma anche e soprattutto la diatriba legale con Mediaset per la mancata acquisizione di Premium. C’è poi la decisione in fieri dell’Agcom, che ha ingiunto al gruppo francese di scendere in Tim o Mediaset entro il 19 aprile del 2018 per risolvere la posizione dominante nel mercato delle Tlc e dei media.

I RUMORS

Di certo il finanziere bretone Vincent Bolloré, uomo forte di Vivendi, vuole dare una sterzata ai suoi investimenti in Italia: “Il profilo prescelto per il successore sarebbe quello di un manager internazionale del settore – scrive Mf – Ma con Maximo Ibarra fuori dai giochi per il patto di non concorrenza siglato con Wind-3 al momento dell’addio, il nome che circola con maggior insistenza è quello rilanciato dall’agenzia Bloomberg di Amos Genish, co-fondatore della brasiliana Gvt, la società ceduta da Vivendi  a Telefonica, e poi a capo di Telefonica Brasil. Da quasi un anno Genish ha lasciato il Brasile, per sbarcare a Londra. Da mesi lavora nella City per conto di Vivendi  come responsabile della convergenza e dei contenuti”.

LO SCENARIO

Ma al di là delle smentite e delle rassicurazioni, c’è già chi fa i conti in tasca sia a Cattaneo che a Tim. Scrive oggi Repubblica: “Al suo arrivo in Telecom Italia a marzo del 2016, Cattaneo ha strappato uno “special award”. Gli azionisti gli avrebbero riconosciuto un premio economico importante, se avesse centrato obiettivi gestionali altrettanto importanti nei quattro anni del mandato. Ora, Cattaneo ha raggiunto i suoi obiettivi nel suo primo anno da amministratore delegato. E avrebbe maturato un primo parziale premio, dicono vicino ai 10 milioni, che incasserebbe nel 2020. Nel caso di esonero anticipato, però, una clausola di garanzia obbligherebbe Telecom Italia a versare subito questo benefit, moltiplicato per quattro”.

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