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Come tutelare le minoranze religiose secondo Alfano, Gallagher e Massolo

Quale posizione la comunità internazionale assegna, tra le sue priorità, alla tutela della libertà di culto? È la domanda che ci si pone ogni qualvolta si sente parlare di violenze e discriminazioni nei confronti delle minoranze religiose, specialmente nelle zone più calde del pianeta. Il tema della persecuzione dei cristiani ne è l’esempio più immediato, tragico, che dovrebbe riguardare più da vicino il mondo occidentale, e che ci mostra come la tutela di questo diritto fondamentale, secondo alcuni il più intimo e profondo tra i diritti universali, sia ben lontano dall’essere facilmente garantibile.

LA CONFERENZA INTERNAZIONALE ALLA FARNESINA
Individuato quindi il problema, ovvero la tutela della libertà religiosa a livello sia locale che internazionale, non resta che ragionare su una condivisione delle soluzioni, come una sempre maggiore integrazione delle iniziative diplomatiche con strategie “dal basso” e il coinvolgimento dei giovani: di questo si è discusso nella conferenza internazionale promossa dall’ISPI e intitolata “La tutela delle comunità religiose – Investire sui giovani quali protagonisti di una nuova stagione di incontro, dialogo e convivenza pacifica tra i popoli“, che si è svolta giovedì 13 luglio presso il ministero degli Affari Esteri.

IL RITORNO DEL RELIGIOSO NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI
Dalla conferenza è emerso come tema principale il ritorno del fattore religioso nelle relazioni internazionali, “in un momento in cui la religione giustifica guerre, ha funzione ideologica all’interno di Stati falliti e funzione identitaria rispetto al mondo piatto della globalizzazione”, ha affermato il segretario generale del Mae Elisabetta Belloni, che ha indicato come obiettivo della conferenza il rafforzamento dei legami tra la Farnesina e lo Stato vaticano sui temi della collaborazione internazionale. “Gli attori religiosi sono dei veri partner nelle grandi sfide della nostra epoca”, ha infatti proseguito Belloni, in quanto “il ruolo e l’autorità dei leader religiosi possono essere determinanti per la gestione delle crisi”.

L’INTERVENTO DEL MINISTRO ALFANO E L’INTESA TRA SANTA SEDE E FARNESINA
Unità di vedute, quelle tra istituzioni e Santa Sede, messe in primo piano anche dal ministro degli Esteri Angelino Alfano. “Il diritto alla preghiera è qualcosa di naturale, che precede il diritto positivo”, ha detto Alfano: “Gli uomini pregano da ben prima che gli Stati venissero costituiti e che avessero la consapevolezza di appartenere a una comunità statuale”.

L’OSSERVATORIO SULLE MINORANZE RELIGIOSE NEL MONDO
Alfano ha annunciato la costituzione dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo, che sarà guidato dal presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo Salvatore Martinez (qui la lettera che il ministro degli Esteri ha inviato al quotidiano Avvenire), e che avrà il compito, all’interno di uno studio e di un monitoraggio delle condizioni delle minoranze del mondo, di “segnalare casi più significativi e critici, e di formulare proposte che la diplomazia potrà attuare sotto la guida della Farnesina”.

LA LIBERTÀ RELIGIOSA NELLA POLITICA ESTERA ITALIANA
Perciò il tema della libertà religiosa, che ha natura “tanto profondamente umana quanto politica”, ha “centralità nella politica estera italiana, all’interno del più ampio ambito dei diritti umani”, ha proseguito il titolare della Farnesina. “La libertà religiosa non si concede ma si riconosce”, e “non non basta una tutela formale sul piano giuridico”, che “confini le scelte religiose nella sfera individuale”, perché “ogni persona deve essere libera di esprimere il proprio credo”, ha concluso il ministro.

LE PAROLE DI MONS. GALLAGHER E IL CRISTIANESIMO IN MEDIO ORIENTE
Questo considerando che “in alcuni casi è questione di vita e di morte, mentre in altri le minacce sono più nascoste e insidiose, e per questo trascurate”, ha aggiunto il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede Mons. Paul Gallagher, che ha poi sottolineato come “la Santa Sede sia animata dalla volontà di difendere qualunque popolo, a prescindere dalla loro provenienza, credo o altro”. Ribadendo però che “il cristianesimo resta essenziale per l’identità del Medio oriente, come sottolineato da diversi papi”.

LA LIBERTÀ DI CULTO E IL VALORE PUBBLICO DELLA RELIGIONE
Perciò, punto di partenza per proteggere le comunità religiose “è nella tutela della libertà di culto”, e non riconoscere l’identità religiosa significa “dare una visione riduzionista dell’essere umano e soffocare la crescita duratura della famiglia umana”, ha aggiunto il porporato: “Dopo il duemila si sosteneva che non ci si dovesse più occupare di Dio, e successivamente ci si è accorti che se si elimina la religione dall’ambito pubblico questa viene strumentalizzata dalle forze estremiste”. Al punto che oggi il fondamentalismo è cresciuto “utilizzando internet e i cellulari”.

LA SCONFITTA MILITARE DELL’ISIS E QUELLA DELL’IDEOLOGIA TERRORISTA
“È vero che il terrorismo è un tema delicato e per questo molti politici non ne parlano, ma farlo non significa condannare una religione”, ha sostenuto ancora Gallagher. “E la sconfitta militare dell’Isis non significa anche quella dell’ideologia terrorista. Per questo dobbiamo aumentare le nostre forze per contrastarla, gettando le fondamenta per una convivenza duratura e pacifica, che è il compito più difficile”.

LA CONCLUSIONE DEL PRESIDENTE DELL’ISPI MASSOLO
“Abbeverati all’illuminismo credevamo che la secolarizzazione era inevitabile e abbiamo avuto un forte risveglio, specialmente rivolgendo lo sguardo alle diversità”, ha infine aggiunto, in conclusione dell’evento, il presidente dell’ISPI Giampero Massolo: “Viviamo in un mondo in cui il diritto internazionale è sostanzialmente ancora primitivo”, e “gli organismi multilaterali come l’Onu non hanno vita a sé stante, ma si muovono sulle identità degli Stati che ne fanno parte. Perciò vanno viste cum grano salis”, ha proseguito.

LA LIBERTÀ RELIGIOSA IN ITALIA E NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Che nel quotidiano significa cercare di “elaborare un corpus iuris oggettivando quelle che possono essere le norme di tutela”. L’Italia ad esempio, ha fatto notare il presidente dell’ISPI, “aspetta da anni che i vari disegni di legge sulla libertà religiosa diventino un testo organico”. Mentre “la comunità internazionale deve cominciare a riflettere in termini di un nuovo compact”, facendo “comprendere che la tutela dei diritti religiosi non è una manifestazione dell’imperialismo occidentale”. “La mobilitazione deve essere complessiva”, ha concluso Massolo: “ma serve anche un network di promotori convinti”

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