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Il profeta Crosetto, l’ascensore kazako e il compagno Calenda. Cosa c’è anche in Avanti di Matteo Renzi

In questi giorni il mondo dell’informazione italiana è stato sommerso dalle anticipazioni del libro Avanti di Matteo Renzi. Alcuni passaggi, come la proposta di programma economico col deficit al 2,9%, hanno provocato reazioni a livello europeo; altri, come la ricostruzione dell’esautorazione di Enrico Letta, hanno riaperto vecchie ferite. Il libro, però, è ricco di suggestioni e aneddoti. Vediamone qualcuno che non è stato rimarcato sui giornali di carta.

Il giglio magico. Da anni si parla dei fedelissimi di Matteo Renzi, il famoso giglio magico. Il segretario del Pd, però, nel suo libro ne individua solo 6. Sono Graziano Delrio, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Filippo Sensi, Tommaso Nannicini e Marco Carrai. Questo è il gruppo ristretto del giglio magico secondo il grande capo. Tutti gli altri sono fuori. “Questa polemica mi ha forse anche danneggiato, ma il nostro problema non è stato la scarsa qualità di chi lavorava con me, ma la scarsa quantità: ce ne fossero stati di più di professionisti del genere, altro che storie!”.

Carlo Conti. “Anche Carlo Conti viene messo nel mirino (…) Sostenere che possa essere collegato al giglio magico significa avere dei problemi di connessione con la realtà (…) Conti ha successo perché il suo Sanremo da tre anni sbanca i dati Auditel: giù il cappello e tutti zitti!”.

Salotti romani. “Il punto è che in mille giorni di governo riesco a non mettere piede in un salotto della Capitale. E questa cosa non mi viene perdonata”.

Il foglietto di Letta. “Un particolare mi colpisce molto. Il cerimoniale di avvicendamento del capo del governo prevede che ci sia un passaggio di consegne tra premier uscente ed entrante, ovvero una relazione scritta sul lavoro svolto. Letta mi consegna un figlio scritto a mano in tutta fretta, con alcuni punti appena abbozzati. E’ un fogliaccio che sembra la brutta copia di qualcosa”.

Mark Twain e le banche. “Le banche in casa mia sono un problema da quando i miei hanno preso una fregatura colossale, accendendo un mutuo in Ecu che a fine anni 80 ha fatto perdere loro un sacco di soldi. Per anni ho condiviso quello che diceva Mark Twain: <Un banchiere è uno che ti presta l’ombrello quando c’è il sole e se lo riprende quando piove>”.

Quel sentimentale di Landini. “Sarà lui, uno di quelli in prima fila sul fronte del No, che il giorno dopo la sconfitta al referendum mi scriverà un messaggio gentile, uno dei più affettuosi e civili”.

Quel buontempone di Delrio. “Dopo le mie dimissioni, Graziano Delrio mi prende bonariamente in giro mandandomi sms da tutti i luoghi di inaugurazioni varie: <C’eravamo tutti, mancavi solo tu. Come mai non sei venuto? Ah già, hai perso il referendum!>”.

L’ascensore kazako. Nel luglio 2015 Renzi incontra il leader del Kazakistan Nazarbaev, ma si verifica un incidente: l’ascensore si blocca con loro due, e le guardie del corpo, dentro. “Sono un po’ in imbarazzo, lui mi guarda, io lo guardo. Sfodero il mio sorriso migliore, ma un sorriso per 47 minuti si chiama paresi”.

Il profeta Crosetto. “Il 5 dicembre, giorno successivo alla sconfitta referendaria, Guido Crosetto pubblica un tweet: <Se conosco bene questo Paese, nel giro di qualche settimana partirà l’attacco delle procure ai renziani doc, è uno schema classico e collaudato>. Dopo tre mesi e dopo l’avviso di garanzia a Luca Lotti, Crosetto mi chiama e mi fa notare l’esattezza della sua profezia. Io però non credo ai complotti”.

Sul tapis roulant con Obama. “Porto con me il ricordo di una mattina in palestra insieme, correndo su due tapis roulant affiancati. Mai mi era capitato di correre con i cecchini sul tetto e i cani lupo dietro, più un imprecisato numero di donne e uomini del secret service intorno”.

La ragazza magica. “Penso a chi posso portare con me all’ultima cena di Obama alla Casa Bianca, voglio qualcuno che rappresenti il meglio dell’Italia (…) C’è poi questa ragazza magica di 20 anni, Bebe Vio (…) è una bomba di vitalità ed energia (…) Una domenica a casa Agnese mi dice: <Ma perché non invitiamo Bebe alla Casa Bianca? Chi meglio di lei rappresenta l’Italia che non si arrende mai?>”.

Il compagno Calenda. Renzi è a Cuba, con una delegazione italiana, compreso l’allora viceministro Carlo Calenda. “Prima della partenza, Raul ci regala il suo libro di memorie con una dedica personalizzata e affettuosa. Quando tocca a Calenda gli scrive: <Al companero dottor Calenda>. Il companero viceministro è abbastanza imbarazzato. E io gli dico: <Tranquillo Carlo, non lo diciamo a nessuno, quando ti candiderai con la destra farà finta di non aver visto questa dedica>”.

La notte della Grecia. Tra il 12 e il 13 luglio 2015 a Bruxelles va in scena il drammatico vertice per salvare la Grecia. “Nella notte della verità sono seduto accanto a Tsipras (…) Verso le 3 di notte l’ultima versione del documento prevede che si crei un fondo da 50 miliardi di euro derivanti dalle privatizzazioni greche. Parte la bagarre. Tsipras sottovoce mi dice sottovoce: <It’s enough>. (…) Prendo la parola per difendere la Grecia, alzo la voce, la riunione s’interrompe, fuori nei corridoi ci mettiamo a urlare. Sbotto: <A cosa vi serve umiliare un popolo?> Ne nasce un diverbio acceso con non ne ho più visti in tre anni. Il compromesso arriva solo alle 8 del mattino”.

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