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Cosa consiglia la Deutsche Bank a Merkel e Schulz per rinvigorire la crescita tedesca

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La Germania gode tuttora di ottima salute economica e di una stabilità che pare essere più l’eccezione nel quadro internazionale generale, si legge nel documento Germany Monitor, pubblicato dal Centro Studi della Deutsche Bank. È il primo documento di una serie, che da qui in poi, monitorerà regolarmente lo stato di salute dell’economia tedesca. Uno stato di salute oggi ottimale, ma che potrebbe anche volgere verso il negativo se il Paese non si confronterà e troverà risposte a una serie di sfide che stanno alla base della crescita e dello sviluppo. La prima e più grande sfida onnicomprensiva è quella della globalizzazione.

L’intenzione del Germany Monitor è dunque quella di esaminare come i partiti politici intendono confrontarsi con queste tematiche e se le risposte elaborate sono adeguate. Partiti, o meglio politici, che al momento sembrano invece incapaci di guardare oltre il proprio naso. Questo almeno lascia intendere il titolo del documento: “Il rallentamento della crescita tedesca non pare essere tra i temi principali nell’attuale campagna elettorale”.

Come detto, la congiuntura tedesca del momento è positiva. Secondo uno studio sempre della Deutsche Bank, l’economia tedesca continua a mantenere un tasso di crescita sostenuto. A contribuire a questo andamento positivo sono stati soprattutto i consumi più alti del previsto, oltre alla caduta del prezzo del greggio e la costante crescita del numero di persone con un lavoro. Uno sviluppo positivo che ha indotto il Centro studi a rivedere le previsioni di crescita per il 2017 dall’1,3 per cento all’1,6 per cento. Nel 2018 la crescita dovrebbe attestarsi invece all’1,8 per cento, dunque per il quinto anno consecutivo la crescita tedesca è superiore alla media europea dell’1,25 per cento.

Per quel che riguarda il mercato del lavoro poi, vista la tenuta, si prevedono per l’anno prossimo, quando scadranno una serie di contratti nazionali, incrementi medi dei salari del 3 per cento.

Ma visto che l’economia non è statica, avverte il Monitor, i politici dovrebbero enunciare anche nella campagna elettorale in corso, progetti, riforme per garantire anche in futuro questo livello di performance. In caso contrario la situazione potrebbe infatti cambiare, anche da qui a non molto. Secondo il Germany Monitor, i Paesi industrializzati hanno registrato nel corso degli ultimi decenni un costante declino nella crescita economica, e la Germania non fa eccezione. Motivo per cui, anche la crescita dell’economia tedesca potrebbe, entro il 2025, scendere allo 0,75 per cento.

Come per gli altri Paesi industrializzati anche per la Germania la crescita si basa su tre pilastri: il mercato del lavoro, quello dei capitali e il know how tecnologico. Pilastri la cui tenuta sta lentamente diminuendo.

La Germania soffre da tempo di una decrescita demografica, di una popolazione lavorativa sempre più avanti negli anni e di una mancanza ormai cronica di manodopera qualificata. A ciò si aggiunge una produttività che, per quanto ancora alta, sta comunque scemando a sua volta.

Ad essere diminuito è in primo luogo il livello di know how tecnologico. Il motivo di questa diminuzione potrebbe essere dato dal fatto che i vantaggi della specializzazione si sono ridotti, e ancora, da fattori di input che sono stati redistribuiti in modo meno efficiente.

C’è dunque assolutamente bisogno che la politica metta mano a riforme strutturali, le quali permetteranno un innalzamento del livello di qualificazione e di conseguenza migliori presupposti per coniugare lavoro e famiglia, soprattutto per le donne.

Una migliore preparazione scolastica e di avviamento al lavoro contribuirà inoltre ad alzare la qualità della produzione (e dunque della produttività). Il dibattito, in corso da tempo, riguardo alla scuola a tempo pieno va dunque nella giusta direzione, ma è necessario non solo attuare finalmente questa riforma, bisogna anche accelerare la digitalizzazione e introdurre regolari corsi di aggiornamento in questo campo.

Perché sarà solo la specializzazione a poter in futuro accrescere la produttività, motivo per cui, raccomanda il Monitor, la politica dovrebbe supportare convintamente il mercato del libero scambio. Migliori condizioni per fare impresa e affari comporterà un aumento di capitali e un maggior vantaggio competitivo.

Tornando al titolo di questo documento – “Il rallentamento della crescita tedesca non pare essere un tema portante nell’attuale campagna elettorale” – c’è da osservare che la Cdu, cioè il partito di Angela Merkel fa campagna elettorale con un programma il cui titolo è: “Per una Germania nella quale viviamo bene e volentieri”. Il che letto tra le righe lascia intendere che va tutto bene, basta andare avanti così. Questa domenica invece lo sfidante di Angela Merkel, Martin Schulz ha presentato il suo manifesto per il futuro del Paese intitolato “La Germania può fare di più”. Tra i punti salienti c’è quello della scuola. Schulz durante la presentazione ha denunciato lo stato anche edile disastroso di molte scuole tedesche. Qualche commentatore gli ha però fatto notare che negli ultimi quattro anni al governo c’era anche l’Spd.

 

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