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Tutte le manovre moderate di centrodestra in vista delle elezioni in Sicilia

Passano dalla Sicilia – e dalle elezioni regionali in programma sull’Isola il 5 novembre – le grandi manovre in corso in queste ore in Parlamento per tentare di riunificare il centrodestra. Un test nazionale a tutti gli effetti, in vista del quale si stanno ripresentando a livello locale più o meno tutte le stesse dinamiche – e le stesse problematiche – che stanno caratterizzando il dibattito in vista delle politiche. A cominciare dal tentativo di ritorno all’ovile di Angelino Alfano e di molti dei suoi, per continuare con i tatticismi di Silvio Berlusconi e le certezze – almeno a parole – di Lega e Fratelli d’Italia.

MUSUMECI E’ IN CAMPO

Tutto, o quasi, ruota intorno alla figura di Nello Musumeci, ex sottosegretario al Lavoro nell’ultimo governo Berlusconi e presidente della provincia di Catania per due mandati. Con il suo movimento Diventerà bellissima, ha già annunciato di voler correre alle prossime regionali in rappresentanza del centrodestra, dopo aver già tentato questa avventura due volte: nel 2006 Musumeci rifiutò di appoggiare la ricandidatura di Totò Cuffaro – con il quale pare che i rapporti siano tutt’altro che idilliaci – e si presentò in solitaria sostenuto solo da La Destra di Francesco Storace di cui è stato anche vicesegretario nazionale. Nel 2012, invece, sfidò Rosario Crocetta ma perse di nuovo, anche per via della decisione di Gianfranco Micciché di sfilarsi dalla coalizione di centrodestra e di candidarsi alle elezioni con un sua lista. Un testa a testa interno al centrodestra, quest’ultimo, che non è escluso possa ripetersi, seppur con modalità differenti, anche il prossimo novembre.

LA RETE DI MUSUMECI

La candidatura di Musumeci a Palazzo d’Orléans – sostenuta e incoraggiata fin dall’inizio dal leader di Energie per l’Italia Stefano Parisi – viene giudicata in modo apertamente positivo da Fratelli d’Italia e Lega. A cui aggiungere – ma in posizione leggermente più defilata – anche l’Udc di Lorenzo Cesa da cui sono arrivati numerosi segnali e apprezzamenti all’indirizzo dell’ex presidente della provincia di Catania. Che deve invece ancora convincere appieno Alternativa popolare e Forza Italia o, quantomeno, alcuni dei rappresentanti di spicco di questi partiti. Dove Musumeci, pur riscuotendo stima generale per la sua specchiata carriera politica e per il suo impegno per la Sicilia, viene considerato “un po’ troppo conservatore“. E, cioè, eccessivamente spostato a destra.

IL NO DI BARBARA CITTADINI

Si spiega anche così il tentativo di Alfano e Micciché – il plenipotenziario di Berlusconi sull’Isola – di accordarsi su un nome diverso, più “moderato”, con il quale convincere Musumeci al passo indietro. L’ipotesi di candidare l’imprenditrice Barbara Cittadini, però, si è sgonfiata nell’arco di pochi giorni per il no opposto dalla diretta interessata. Moglie del deputato di Alternativa popolare Dore Misuraca e presidente della clinica palermitana Candela nel cui bilancio affluiscono ogni anno abbondanti risorse dalla regione. Una posizione che l’ha portata a stoppare sul nascere questa possibilità: “Notizie di stampa, che continuano ad accreditare un’ipotesi di mia candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana, mi costringono a ribadire, una volta ancora, la mia indisponibilità in tal senso, per altro, immediatamente manifestata sia a coloro i quali mi hanno prospettato questa lusinghiera opportunità sia ai giornalisti che mi hanno contattata“.

I PIANI DI ALFANO E MICCICHE’

Un no che, in teoria – ma solo in teoria – potrebbe portare Alfano e Micciché ad appoggiare alla fine Musumeci. Così, però, ancora non è andata visto che, secondo insistenti rumors, il ministro degli Esteri sta cercando in tutti i modi di individuare una credibile candidatura di centro e di farsela appoggiare da Forza Italia. Uno dei nomi più ricorrenti in questo senso è quello dell’europarlamentare Giovanni La Via. Micciché, invece, a parole è tornato ad aprire a Musumeci (“L’ho già detto, è il migliore candidato e con lui e una coalizione al 40 per cento io farei bingo“) nonostante si dica in giro che stia pensando di candidarsi in prima persona. Difficile ma non impossibile che accada. Un’ipotesi sulla quale peserebbe il sostegno, non sempre esplicito, su cui Musumeci può contare tra molti dei colonnelli di Forza Italia. E, in fondo, lo stesso potrebbe dirsi anche per una parte del partito di Alfano, convinta che la scelta di un uomo chiaramente di centrodestra come l’ex sottosegretario al Lavoro possa consentire di far dimenticare più facilmente gli anni trascorsi in giunta con Rosario Crocetta e, quindi, semplificare il processo di ritorno a casa anche a livello nazionale.

LE MOSSE DI CUFFARO E ROMANO

Ancor più difficile che sul nome di Musumeci possano convergere l’ex governatore della Sicilia Cuffaro e l’ex ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano, oggi alla guida del gruppo di Scelta Civica-Ala alla Camera dei Deputati. I due sembra che abbiano provato a convincere l’ex rettore dell’Università di Palermo – ed ex assessore cuffariano alla Sanità – Roberto Lagalla. Il quale, però – dopo aver fondato il movimento Idea Sicilia – pare abbia declinato l’invito o che, comunque, abbia manifestato più di una perplessità sul progetto.

I CENTRISTI PER D’ALIA

Nel frattempo i Centristi per l’Europa di Pierferdinando Casini hanno lanciato due giorni fa la candidatura dell’ex ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia. “Ha tutte le carte in regole per questa sfida importante“, ha dichiarato il capogruppo dei centristi nel consiglio regionale siciliano Marco Forzese, all’esito di una riunione a cui ha partecipato lo stesso Casini. Il quale si dice voglia convincere il Pd a virare su D’Alia o, quantomeno, a prendere apertamente le distanze da Rosario Crocetta. Quasi sicuro, comunque, che l’ex presidente della Camera non si aggreghi al centrodestra – né in Sicilia né a livello nazionale – e che continui a collaborare con il Partito democratico. Secondo alcune voci – rilanciate dal Corriere della Sera – si sarebbe infatti già accordato con Matteo Renzi per la candidatura in lista con il Pd del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dello stesso D’Alia.

E IL PD?

Due giorni fa Rosario Crocetta ha annunciato ufficialmente di volersi ricandidare. Ma i maggiorenti del Pd sono contrari, come confermano le parole del deputato e segretario regionale dem Fausto Raciti: “Prima le alleanze, poi il candidato“. Il segnale che il Partito democratico sta lavorando in tutt’altra direzione: oggi il Corriere della Sera scrive che tra i dem c’è chi pensa all’ipotesi di un sostegno alla candidatura di D’Alia. Tuttavia con questi chiari di luna non è azzardato prevedere che, alla fine, la presidenza della regione se la contenderanno i cinquestelle – che hanno già annunciato il nome di Giancarlo Cancelleri (qui e qui due approfondimenti di Formiche.net) – e il centrodestra. Ammesso e non concesso, però, che da quelle parti riescano ad accordarsi su un nome condiviso.

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