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Silvio Berlusconi punta su Nello Musumeci in Sicilia?

Nello Musumeci a un passo dalla candidatura ufficiale alla presidenza della Regione Sicilia in rappresentanza di tutto il centrodestra. O, quantomeno, della sua parte più rilevante. Sono questi gli ultimi rumors che arrivano dall’Isola dove il prossimo 5 novembre si voterà per la scelta del successore di Rosario Crocetta, che ha annunciato di voler correre ancora ma, pare, con scarse possibilità di vittoria.

IL SÌ DI BERLUSCONI

La scorsa settimana Formiche.net ha raccontato in questo articolo le visioni e le divisioni che nelle ultime settimane hanno agitato il centrodestra in vista del voto siciliano: la determinazione di Musumeci e l’appoggio ottenuto da Lega, Fratelli d’Italia, Udc ed Energie per l’Italia, ma anche i dubbi di Silvio Berlusconi e del suo luogotenente siciliano Gianfranco Micciché, tentati da una candidatura più moderata da individuare anche con l’accordo di Angelino Alfano e dell’ex ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano. Perplessità che ora appaiono sul punto di svanire, nel senso che Berlusconi avrebbe scelto definitivamente di rompere gli indugi e di dare il suo sostegno a Musumeci.

QUEI SONDAGGI (NON TROPPO) RISERVATI

Il merito – racconta chi conosce bene le cose siciliane – sarebbe di alcuni sondaggi (non troppo) riservati che Berlusconi avrebbe commissionato per capire il gradimento dei possibili candidati del centrodestra. E i risultati premierebbero senza se e senza ma l’ex presidente della provincia di Catania. Dalla rilevazione sembra sia emerso un dato inequivocabile che avrebbe convinto il Cavaliere (come noto assai sensibile agli esiti dei sondaggi): e cioè che il centrodestra potrebbe ambire a vincere in Sicilia solo con la candidatura unitaria – o quasi – di Musumeci. La sconfitta sarebbe, invece, certa con Barbara Cittadini (che pure ha già rinunciato) o con qualche altra figura proveniente dal mondo imprenditoriale o politico, come l’ex rettore dell’università di Palermo Roberto Lagalla. Un risultato da valutare anche alla luce di una considerazione fondamentale: l’importanza, quasi esiziale, che il voto siciliano ha assunto per il centrodestra anche e soprattutto in un’ottica nazionale. E’ dall’Isola che passano, infatti, molte delle chance di vittoria alle prossime politiche: Berlusconi ne è consapevole e vuole evitare che la disgregazione del centrodestra possa favorire il centrosinistra o – molto più probabilmente – il candidato del MoVimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri.

IL DADO DI MUSUMECI E’ TRATTO

Scegliere un candidato diverso da Musumeci vorrebbe dire, infatti, condannare quasi sicuramente il centrodestra alla sconfitta. L’ex presidente della provincia di Catania ormai è in campo con il suo movimento #DiventeràBelissima e non si ritirerà, qualsiasi decisione assumano gli altri partiti. “Il tempo è scaduto: io mi candido lo stesso, anzi sono già candidato“, ha commentato ieri intervistato dal quotidiano La Sicilia. Una decisione che taglia la testa al toro: o i partiti di centrodestra lo appoggeranno in blocco oppure rischieranno seriamente di perdere ancora una volta la Sicilia, come già accaduto nel 2012 quando la corsa in solitaria di Micciché rovinò i sogni di presidenza dello stesso Musumeci. Il quale, non a caso, sta provando a smussare gli angoli in vista della possibile, anzi probabile, alleanza: “Escludo che ci sia un problema personale. Io e Micciché non siamo mai stati amici di comitiva, ma abbiamo sempre avuto rapporti politico-istituzionali, sin da quando io ero presidente della Provincia. Quello che accadde cinque anni fa è ormai archiviato. Voglio costruire una proposta innovativa e vincente. E i progetti politici non si fanno col risentimento“.

ANCHE MICCICHE’ VERSO IL SI’ A MUSUMECI

E puntuale nelle ultime ore si segnala anche la probabile convergenza su Musumeci da parte di Micciché, spinto in questa direzione – oltreché da Berlusconi – pure dai colonnelli di Forza Italia in Sicilia. I quali, ormai dai giorni, si sono schierati compattamente sul nome dell’ex sottosegretario al Lavoro e contro l’ipotesi di un accordo a tre solo con Alfano e Romano. Il motivo è semplice: evitare di concedere troppo margine al ministro degli Esteri che, a dispetto delle voci, continua a rimanere saldamente al governo con il Pd e a sostenere una posizione di almeno teorica terzietà tra Renzi e Berlusconi. O da questa parte o dall’altra è, in sintesi, l’aut aut che gli stanno rivolgendo i principali dirigenti azzurri siciliani.

ALFANO IN MEZZO AL GUADO

Alfano dal canto suo continua a sperare di strappare una candidatura moderata in accordo con Micciché e Romano sulla falsariga dello schema che aveva portato a scegliere l’imprenditrice Barbara Cittadini che, come detto, ha però rifiutato. La stessa che nutre pure l’eurodeputato di Alternativa popolare Giovanni La Via, una delle ipotesi di cui si era parlato nelle scorse settimane. Progetti che le fonti ascoltate da Formiche.net derubricano, però, a mere illusioni o quasi, anche per via dei favori che la candidatura di Musumeci incontrerebbe pure tra alcuni alfaniani siciliani. Il ministro degli Esteri, dunque, sembra ormai al bivio: se dovesse decidere di appoggiare l’ex sottosegretario al Lavoro, verrebbe accolto, nonostante la ritrosia di Lega e Fratelli d’Italia (peraltro ribadita in questi giorni da Giorgia Meloni in visita a Catania). Altrimenti – ragionano in Forza Italia e non solo – “che vada pure per la sua strada“.

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