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Banda larga, tutti i grilli di Beppe Grillo su Enel, Open Fiber e Tim-Telecom Italia

Di Fernando Pineda e Simona Sotgiu
vitalizi

Si echeggiano le tesi di una società unica di Stato per la rete fissa per affiancare e magari sostituire il rame con la fibra. E soprattutto si auspica che Open Fiber, la società controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti che opera nella fibra per realizzare il piano governativo sulla banda larga, diventi a tutti gli effetti di dominio statale.

È questo il senso “politico” del post pubblicato sul blog di Beppe Grillo come primo passo per il programma in fieri sulle tlc predisposto dal Movimento 5 Stelle. Il post è stato scritto da Maurizio Gotta, presidente di Anti-Digital Divide. Ecco tutti i dettagli sul primo post relativo al Programma Telecomunicazioni di M5S.

COME SUPERARE IL DIGITAL DIVIDE

“Visto che stiamo investendo quasi 5 miliardi di euro di denaro pubblico per costruire la rete, rendiamo Open Fiber un’azienda completamente pubblica, e ove ci fossero le condizioni creiamo una società che si occupi di tutta l’infrastruttura”. È in questo modo che il Movimento 5 Stelle intende lavorare per superare il digital divide in Italia, che vede al momento l’Italia divisa in zone. “Di particolare interesse – si legge sul post firmato da Gotta – è la zona cosiddetta ‘a fallimento di mercato’, una somma di aree per le quali solo l’intervento pubblico può garantire alla popolazione residente un servizio di connettività a più di 30 Mbit. Parliamo di circa 19 milioni di persone e 5500 comuni, per un investimento pari a oltre 4 miliardi di euro”. Per coprire queste zone, ricorda il blog di Grillo, è nata a dicembre Open Fiber, con l’acquisto da parte di Enel e Cassa Depositi di Metroweb, e la nuova società “in pratica sta partecipando e parteciperà ai bandi per portare la fibra in queste aree a fallimento di mercato, ma sarà un operatore all’ingrosso, per capirci in pratica offrirà l’accesso solo agli operatori di mercato interessati: Tiscali, Vodafone, Wind e quanti altri saranno coloro che rivenderanno il servizio al cliente finale”. Secondo Gotta, dunque, posti gli investimenti (“quasi 5 miliardi di euro”), sarebbe conveniente rendere “Open Fiber un’azienda completamente pubblica, e ove ci fossero le condizioni creiamo una società che si occupi di tutta l’infrastruttura”.

GLI OBIETTIVI DELL’UNIONE EUROPEA E L’ESEMPIO BRITANNICO

Gli obiettivi dell’Unione europea sulla diffusione della banda larga e ultra larga parlano raggiungere, entro il 2020, la possibilità di l’accesso a Internet a velocità pari o superiore a 30 Mbit al secondo per tutti. Gotta porta l’esempio della Gran Bretagna per il raggiungimento di tale obiettivo: “Nel Regno Unito, per raggiungere un obiettivo analogo – scrive il presidente di Anti-Digital Divide -, la rete di proprietà di British Telecom – ex operatore nazionale – è stata scorporata dall’operatore storico ed è una società pubblica chiamata Open Reach, che opera anche nelle zone a fallimento di mercato, ovvero dove il puro ritorno economico non giustificherebbe gli investimenti privati”.

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