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Come si muovono i Cavalieri di Colombo (non solo in Italia)

PAPA BENEDETTO XVI JOSEPH RATZINGER

(seconda parte di un approfondimento a cura di Andrea Mainardi; la prima parte si può leggere qui)

CAVALIERI A ROMA

I Knights of Columbus sono sbarcati a Roma negli anni Venti, sotto Benedetto XV. Fu amore a prima vista. Da allora, il feeling con la Santa Sede mai si è interrotto. Nella capitale gestiscono centri ricreativi e sportivi. In Vaticano sono di casa, dove la fedeltà al pontefice regnante si testimonia anche attraverso cospicue donazioni. Nel 1985 hanno finanziato il restauro della facciata della basilica di San Pietro, e molto altro tra opere d’arte e cappelle del cuore del cattolicesimo. Sostengono da sempre i media vaticani, Radio e Centro televisivo, sponsorizzando di volta in volta i grandi eventi, come la diretta in 3D della canonizzazione dei due papi del 2014. Contribuiscono puntualmente alle spese per i viaggi internazionali del Papa, al quale ogni anno consegnano una somma per le sue opere di beneficenza personali: 1,6 milioni nel 2017, oltre 57 milioni complessivi dal 1981, quando hanno instituito il fondo Vicarius Christi.

KNIGHTS NEL RISIKO VATICANO

Soprattutto giocano un ruolo importante nel risiko delle influenze. L’attuale Cavaliere supremo, Carl Anderson, al timone dal 2000, oggi è tra l’altro membro della Pontificia accademia per la vita. È stato segretario del cda dello Ior. E in quel ruolo ha scritto la lettera del maggio 2012 in cui comunicava la sfiducia del board all’allora presidente della banca vaticana Ettore Gotti Tedeschi. Oggi nel cda Ior siede Mary Ann Glendon. Non fa parte dei Cavalieri (club tutto al maschile), ma viene data per esserne amica. Gli osservatori di vicende vaticane attribuiscono ai Cavalieri un ruolo fino alla porta della Cappella Sistina. Tanto che sarebbero stati particolarmente indaffarati alla vigilia del conclave 2013 nel tentare di piazzare un cardinale Usa al Soglio di Pietro. La fumata bianca del 13 marzo ha stabilito diversamente.

LA BANCA PER LE BATTAGLIE CULTURALI

La ricchezza dei Cavalieri “crea pressione e influenza attraverso il denaro a Roma e Washington, DC”, sottolinea Faggioli della Villanova University. Dove, come e quando, lo ha puntualmente documentato il National Catholic Reporter (qui). Oltre alla beneficenza, ci sono le elargizioni. Dalle casse dei Knigts of Columbus nel solo 2015 sono usciti $ 1,338,455 per la Conferenza episcopale americana. Un milione e mezzo è andato all’arcidiocesi di Philadelphia guidata dal conservatore Charles Chaput. La generosità dei Cavalieri si riversa su organizzazioni per la difesa della vita e della libertà religiosa. Nell’inchiesta uscita in maggio, Ncr definisce i Cavalieri di Colombo la banca per le battaglie culturali.

È LA STAMPA BELLEZZA

Con migliaia di dollari versati ogni anno, i cavalieri sono generosissimi verso la stampa cattolica. Risultano beneficiare la rete Eternal Word Television Network, nota come Ewtn, fondata da suor Angelica nel 1981 e oggi forse il network di informazione cattolica più grande del mondo. Contributi vanno al multilingue Catholic News Agency (che dal 2014 fa parte del gruppo Ewtn), con le consorelle Aci Prensa in lingua spagnola e Aci Stampa in lingua italiana. Non mancano finanziamenti per Crux, il portale diretto da uno dei vaticanisti di punta degli States, John Allen, e altri think tank di impostazione più conservatrice come il The Ethics and Public Policy Center che intende difendere gli autentici ideali americani e ospita lo studioso neoconservatore George Weigel ($ 330.000 nel 2014). Weigel è anche membro del consiglio dell’Institute on Religion and Public Life che nel 2015 ha ricevuto $ 98.000. Un aiuto, spiffera Sandro Magister dell’Espresso, va anche al portale Vatican Insider coordinato da Andrea Tornielli, considerato tra i giornalisti più vicini all’attuale pontefice. Secondo Magister sarebbe una donazione fatta dai Cavalieri per bilanciare il sostegno offerto ad altri media più critici verso l’attuale pontificato.

A SUPPORTO DELLA DESTRA, CON UN KENNEDY NELL’ARMADIO

Per il liberal Religion News Service, i Cavalieri di Colombo sono “la vacca da mungere della destra cattolica”. L’attuale cavaliere supremo Anderson è un conservatore sociale che ha lavorato a stretto contatto con il presidente repubblicano Ronald Reagan. Ma Cavaliere di Colombo era anche il democratico John F. Kennedy. In una recente intervista, Anderson ha dichiarato di votare sempre per candidati prolife. Stipendio da Ceo, lui e i Cavalieri non fanno mistero dell’impegno nelle battaglie culturali e di influenzare le agenzie dei value voters, gli elettori interessati a temi come “l’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’educazione religiosa nelle scuole e altre questioni considerate genericamente morali o legate ai valori” sbeffeggiati da Civiltà Cattolica un mese fa insieme alla “retorica della libertà religiosa”.

PRINCIPI NON NEGOZIABILI COME FRANCESCO COMANDA

Alla convention di St.Louis i duemila delegati hanno approvato una serie di documenti in difesa della libertà religiosa e della vita. Senza fare nomi, che non servivano, hanno confermato l’appoggio ai politici che lavorano in quelle direzioni e chiarito che ai loro appuntamenti non saranno mai invitati oratori che sostengono l’aborto. Lo hanno fatto citando documenti del magistero della Chiesa, di Benedetto XVI e, con manifesta larghezza, di Papa Francesco. Del resto, Cavaliere di Colombo è uno dei cardinali più vicini a Bergoglio, il cappuccino Seán O’Malley, arcivescovo di Boston e membro del C9 per la riforma della Curia. È uno dei porporati che i Knights avrebbero ben visto salire al soglio di Pietro nel 2013.

(2.fine)

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