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Tutte le manovre di Fitto, Parisi, Quagliariello e Tosi nel centrodestra che sarà

La prima puntata si può leggere a questo link

Come si stanno muovendo invece Raffaele Fitto, Stefano Parisi, Gaetano Quagliariello e Flavio Tosi? Tutti hanno in comune una collocazione di centrodestra già annunciata, seppur con differenze non irrilevanti: c’è chi, infatti, ha sempre detto no a una possibile alleanza con il Pd, chi per un breve periodo ha fatto parte di un governo di larghe intese e chi, infine, ha pure votato Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, salvo poi decidere di tornare a casa negli ultimi mesi.

LE SCELTE DI FITTO

Il primo è il caso del leader di Direzione Italia, l’ex ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto, che – pur di non accordarsi in alcun modo con Matteo Renzi – decise di rompere con Silvio Berlusconi e Forza Italia ai tempi del Patto del Nazareno. Una posizione che gli è valsa anche il plauso di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per natura e orientamento politico i più allergici in assoluto all’idea di una nuova forma di collaborazione con i dem. Non è un caso, d’altronde, che per Fitto si parli con insistenza di una possibile candidatura in una lista unica formata anche da Lega e Fratelli d’Italia. I rapporti, in questa fase non idilliaci, tra Meloni e Salvini potrebbero però bloccare l’operazione che comunque non rappresenterebbe la migliore strada possibile per Direzione Italia, ancora determinata a chiedere il varo – sempre più improbabile, per la verità – di una legge elettorale maggioritaria con premio alla coalizione. Assodato che non tornerà in Forza Italia, le ipotesi in campo per Fitto non appaiono poi molte: o la candidatura unitaria con Lega e, forse, Fratelli d’Italia oppure quella nel possibile rassemblement popolare che potrebbe andare a costituire la quarta o quinta gamba del centrodestra. In questo senso è da tenere d’occhio il progetto politico di un Ppe italiano portato avanti da Lorenzo Cesa, mentre è difficile che l’ex ministro per gli Affari regionali possa entrare nella lista centrista berlusconiana cui sta lavorando Niccolò Ghedini, ammesso e non concesso, peraltro, che venga creata davvero. Qualcosa di più se ne saprà a settembre, nel corso della conferenza programmatica di Direzione Italia che Fitto ha convocato a Milano.

 IL PERCORSO DI PARISI

Pure Stefano Parisi si è sempre mosso in una prospettiva di centrodestra, fin dalla corsa a sindaco di Milano della primavera 2016. Un posizionamento che l’ex direttore generale di Confindustria non ha mai messo in discussione, come confermano le radicali e frequenti critiche mosse all’indirizzo di Renzi e del Partito democratico. In vista delle prossime elezioni, il suo progetto politico appare chiaro: correre in modo autonomo con il movimento che ha fondato lo scorso settembre dal nome Energie per l’Italia. “Siamo noi la quarta gamba del centrodestra”, ha dichiarato qualche tempo fa a Formiche.net l’ex ministro del Lavoro e attuale braccio destro parisiano Maurizio Sacconi. Un’affermazione che non esclude la possibilità di unire le forze con qualche altro soggetto politico affine: a questo proposito si era parlato in passato di una possibile convergenza con Fitto di cui, però, non si è saputo più nulla. Nel frattempo Parisi continua ad allargare le fila del suo movimento e ha dedicarsi alla sua organizzazione. Prima delle vacanze estive il gruppo alla Camera dei Civici e innovatori – formato dagli ex di Scelta civica che non hanno seguito Enrico Zanetti – ha cambiato il suo nome in Civici e innovatori per l’Italia: un modo per strizzare l’occhio a Parisi o, forse, qualcosa di più. Alcuni dei Civici e innovatori, infatti, sono ufficialmente entrati nel movimento parisiano: è il caso di Domenico Menorello e di Guglielmo Vaccaro, rispettivamente il responsabile per il Veneto e per la Campania di Energie per l’Italia. Al fianco di Parisi, poi, si sono già schierati tra gli altri anche il capogruppo Giovanni Monchiero e l’imprenditore – e deputato – Alberto Bombassei. Nelle ultime settimane, peraltro, l’ex candidato sindaco di Milano ha ricucito i suoi rapporti con la Lega dopo una lunga fase di polemiche e scontri. Un avvicinamento dettato da ragioni programmatiche – il Carroccio, specie dopo la sconfitta di Marine Le Pen in Francia, ha corretto la sua posizione su euro ed Europa – ma anche strategiche: essere riconosciuto come la quarta gamba del centrodestra dalla Lega aiuterebbe Parisi a ottenere un simile riconoscimento pure da Berlusconi, dal quale si è allontanato lo scorso autunno dopo aver rifiutato di entrare in Forza Italia. Anche in questo senso va letta la sua partecipazione a metà a luglio alla convention leghista organizzata a Piacenza (qui l’approfondimento di Formiche.net) e pure le parole di stima che – qualche giorno fa in un’intervista al Corriere della Sera – ha pronunciato nei suoi confronti il vicesegretario del Carroccio e braccio destro salviniano, Giancarlo Giorgetti.

LE STRATEGIE DI QUAGLIARIELLO

Dopo la sua breve parentesi con il Nuovo Centrodestra e l’esperienza da ministro nel governo guidato da Enrico Letta, Gaetano Quagliariello (qui una sua recente conversazione con Formiche.net) ha fondato il movimento Idea con l’obiettivo di dare un contributo alla riunificazione del centrodestra. Un’operazione che sta continuando a portare avanti, in accordo con Forza Italia ma pure con Salvini e Meloni. Negli ultimi mesi ha organizzato una serie di incontri programmatici per enfatizzare gli elementi di vicinanza (sicurezza, lavoro etc) e non quelli di contrasto (Europa ed euro su tutti) tra i vari soggetti del centrodestra insieme alla fondazione del senatore azzurro Altero Matteoli. E qualcosa sembra che si stia muovendo: a inizio agosto – con il capogruppo di Forza Italia in Senato Paolo Romani e con Cinzia Bonfrisco del Pli – Quagliariello ha annunciato la nascita della Federazione della libertà. Una sorta di coordinamento politico-parlamentare tra i rispettivi partiti che, al momento delle elezioni, potrebbe portare a qualcosa di ben più concreto. Si parla, infatti, con  insistenza della possibilità che Quagliariello, Bonfrisco ed altri esponenti politici possano essere candidati direttamente nelle liste di Forza Italia. Della partita dovrebbero far parte pure il senatore Andrea Augello e il deputato Vincenzo Piso, tra i primissimi a seguire Quagliariello in Idea e fortemente radicati a Roma e nel Lazio con il loro movimento Cuori Italiani. “E’ un progetto aperto, c’è una diversità rispetto agli amici della Lega, loro hanno una identità precisa che viene da noi rispettata“, ha commentato la nascita della Federazione della Libertà Quagliariello. Come a dire, non nella stessa lista del Carroccio ma pure sempre alleati.  

LE SPERANZE DI TOSI

Chi invece spera di rientrare – ma senza certezze – nel centrodestra è Flavio Tosi, l’ex sindaco di Verona che negli ultimi anni ha rotto con la Lega e Matteo Salvini e fondato il movimento Fare! con il quale ha convintamente appoggiato le ragioni del Sì al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre (qui un’esemplificativa conversazione che ebbe con Formiche.net prima della consultazione referendaria). Una circostanza che gli sta rendendo non semplicissima la via del ritorno a casa, sul quale lui stesso, comunque, si è fortemente sbilanciato in una intervista rilasciata a fine luglio al Corriere della Sera. “Sì, farò il civico di destra. La Lega? Non guidano loro“, ha detto l’ex sindaco di Verona al quotidiano diretto da Luciano Fontana. Una frase che basta a spiegare quale sia la sua strategia e quali ostacoli dovrà superare per attuarla. Come ha scritto pure Formiche.net in questo articolo, Tosi sarebbe in contatto con il plenipotenziario berlusconiano Niccolò Ghedini per costruire la famigerata lista centrista che il Cavaliere vorrebbe, forse, affiancare a Forza Italia. Un progetto di cui fa parte anche l’ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni Enrico Costa, il quale alla Camera ha infatti aderito al movimento Fare! di Tosi. Il quale avrà, però, da fare i conti con i suoi vecchi amici della Lega, che non gli hanno mai perdonato la candidatura alle regionali del Veneto del 2015 in antitesi a quella poi risultata vincente dell’attuale governatore Luca Zaia. Una vicenda che ha portato alla sua espulsione dalla Lega e che, poi – in occasione delle ultime amministrative – si è arricchita di un ulteriore motivo di scontro: la corsa in solitaria della sua compagna, la senatrice Patrizia Bisinella, alle comunali di Verona, dove alla fine, al ballottaggio, ha però vinto il candidato del centrodestra Federico Sboarina. Un mix quasi impossibile da digerire per il partito di Salvini che, infatti, ha commentato stizzito il possibile ritorno di Tosi nel centrodestra per bocca del segretario regionale Antonio Da Re. “Forse ci si è dimenticati di quando il signor Tosi, da segretario nazionale veneto della Lega, sparava a zero contro Berlusconi, ripetendo ogni giorno che doveva andare a casa. Ora si vede che al signor Tosi fa comodo avere qualche posticino che il signor Renzi non è più in grado di dargli“. Che Berlusconi lo stia incoraggiando proprio per dar fastidio a Salvini?

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