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Il futuro sarà senza iPhone?

Di Christopher Mims
tim cook, apple, iphone

È il 2027 e stai camminando per strada, fiducioso che arriverai alla tua destinazione anche se non sai dove sia. Potresti anche non ricordare perché il dispositivo ti sta dicendo di andarci. Una voce nell’orecchio ti fornisce le indicazioni passo dopo passo e, nel frattempo, ti prepara per l’appuntamento. Oh, giusto, dovrai fare un colloquio a un educatore cinofilo per la tua attività di supporto psicologico agli animali domestici. Arrivi al caffè, ti guardi intorno e una donna che non conosci si avvicina. Un display che puoi visualizzare solo tu rileva il suo volto e, proprio come in Terminator, provvede a scrivere accanto in stampatello il suo nome. Successivamente potrai disporre di una trascrizione generata automaticamente di tutto ciò che vi siete detti.

Nelle scorse settimane iPhone ha festeggiato il decimo anniversario del lancio sul mercato ed è ancora uno dei prodotti di consumo più riusciti della storia. Ma quando celebrerà il ventesimo, il concetto di «telefono» sarà stato completamente sradicato: lo scenario dell’incontro con lo psicologo per cani ti riguarderà anche se non hai un iPhone in tasca. Certo, Apple potrebbe ancora proporre il lucente mattoncino (a quel punto gli iPhone forse saranno sottili e pieghevoli, oppure avvolgibili in rotoli come i papiri dell’antichità). Ma la suite di applicazioni e servizi attualmente incentrata sulla sua versione fisica sarà migrata verso altri dispositivi più comodi e altrettanto performanti: una «rete corporea» di computer, batterie e sensori che risiedono sui nostri polsi, nelle nostre orecchie, sui nostri volti e chissà dove altro. Cercare di prevedere dove arriverà la tecnologia nell’arco di una decina d’anni può essere un’impresa folle, ma quante altre volte così tante tendenze emergenti potevano essere ricondotte a un unico pacchetto?

Apple sta lavorando per inserire microprocessori sempre più potenti in ognuno dei propri dispositivi. Siri sta diventando più intelligente. Nel frattempo il big della Silicon Valley sta approfondendo la realtà aumentata, concedendo agli sviluppatori la possibilità di creare applicazioni in cui il nostro mondo fisico sia arricchito dai Pokémon fino a qualsiasi mobile Ikea che vogliamo provare nei nostri salotti. Tutte queste tecnologie, interfacciandosi con le case intelligenti, le auto intelligenti e le città intelligenti, costituiranno non solo un nuovo modo di interagire con i computer, ma un nuovo stile di vita. E, naturalmente, preoccupanti livelli di invasione della privacy.

Le acquisizioni di Apple (stando all’amministratore delegato, Tim Cook, compra una società ogni tre o quattro settimane) dovrebbero essere predittive circa le mosse future. Da quando ha acquistato Siri nel 2010, la Mela ha continuato ad assorbire business nel campo dell’intelligenza artificiale: Lattice Data, Turi e Perceptio sono tutte specializzate in una qualche forma di machine learning. Infatti pare che il colosso di Cupertino stia mettendo a punto i propri chip per AI. L’anteprima di iOS 11, caratterizzato da un’integrazione più profonda di Siri, lascia intendere la speranza di insegnare all’assistente praticamente tutte le attività su iPhone che attualmente eseguiamo mediante l’interfaccia touch. Inoltre, Apple ha concluso molte acquisizioni sul piano della realtà aumentata, la sovrapposizione di interfaccia computer e oggetti tridimensionali nel campo visivo di un essere umano, tra cui Primesense e Metaio. Cook si è detto talmente esaltato per la realtà aumentata da volerlo «gridare».

Entro il 2027 dovrebbe essere risolto il problema degli ingombranti visori per la realtà aumentata, come Microsoft HoloLens, il che significa che Apple e altri player potrebbero rilasciare una sorta di occhiali smart. Avranno la capacità di completare in modo convincente la nostra realtà visiva e uditiva, fornendo informazioni appropriate sul luogo e il momento, e pertanto offriranno un cambiamento culturale di una portata simile all’introduzione dello smartphone stesso. «Con questo potenziamento la sfera psicologica legata al gesto di usare il telefono potrebbe cambiare drasticamente», afferma Ryan Walsh, partner della società di venture capital Floodgate che dal 2014 al 2016 ha diretto la gestione del prodotto per i media in Apple, «invece di usare il tuo telefono per allontanarti dal mondo, lo userai per unirti al mondo in maniera molto più profonda e più significativa». La realtà aumentata e l’intelligenza artificiale beneficeranno anche dell’evoluzione dell’Internet delle cose: i gadget per la vita di tutti i giorni saranno tutti dotati di sensori, attuatori e connessione wireless. Apple propone HomeKit per il controllo dei prodotti della casa intelligente, che aggrega le informazioni sulla salute di HealthKit e si connette all’auto con CarPlay, alla cassa dei negozi con Apple Pay e perfino a StairMaster con GymKit. Chiaramente intende collegare i dispositivi in catalogo a qualsiasi aspetto della vita.

Tutte le azioni nello spazio esterno e interno che abitiamo saranno mappate, ovvero combinate con il potere predittivo delle intelligenze artificiali e distribuite in una suite di dispositivi per cui Siri sarà diventato l’interfaccia predefinita, e il risultato potrebbe essere una vita diretta dai nostri dispositivi, una sorta di «storia a bivi» per la nostra routine quotidiana. In un primo momento sarà una passeggiata. Avendo automaticamente riempito i nostri calendari con la pianificazione già esistente gestita dall’intelligenza artificiale, i nostri dispositivi ci accompagneranno da un’attività all’altra, suggerendo le opzioni per lo spostamento, trasporto pubblico o automobile volante. Ma la relazione cambierà quando l’intelligenza artificiale arriverà a sapere di più su di noi. «Mentre fai una passeggiata il device potrebbe dirti: Hey, dovresti entrare qui, fanno un caffè fantastico e c’è anche una persona che potrebbe piacerti», ipotizza Jonathan Badeen, co-fondatore e chief strategy officer di Tinder.

Entro il 2027 Apple e i suoi rivali avranno consolidato un mondo basato sul compromesso: se vuoi che la tua vita sia migliorata dall’intelligenza artificiale dovrai sottoporti a una sorveglianza costante da parte dei tuoi dispositivi o, in molti casi, dai colossi tech stessi. Apple scommette che ti fiderai: la policy sulla privacy dell’azienda recita che non guarderà o condividerà i tuoi dati, che saranno crittografati in modo che altri non possano farne uso. Abituarsi a questo non sarà facile. Proprio come entrare nell’auto o dormire in casa di un estraneo sembrava una follia prima di Uber e Airbnb. Nel 2027 la più importante novità di iPhone potrebbe essere la nostra disponibilità ad accettare cose che oggi non siamo nemmeno in grado di immaginare.

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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