Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Gli americani hanno bloccato con le bombe un accordo tra Isis e Hezbollah

Stamattina presto abbiamo bombardato una strada e distrutto un piccolo ponte per impedire ai miliziani dello Stato islamico di “scappare”, ha comunicato mercoledì il colonnello statunitense Ryan Dillon, portavoce della Coalizione a guida americana che sta combattendo l’IS in Siria e in Iraq. Il bombardamento – “to crated the road” dice Dillon, ossia fare dei crateri per impedire di percorrere la strada – è avvenuto in Siria, “prima che [il convoglio] raggiungesse la provincia di Deir Ezzor” (che è un’area ancora sotto il controllo dell’IS verso l’Iraq).

L’ACCORDO…

Il gruppo di veicoli a cui gli americani hanno bloccato la strada viaggiava da ovest verso est ed era composto da alcuni bus e ambulanze, e stava uscendo dalle aree di combattimento sulla linea di passaggio tra Libano e Siria. Il via libero al convoglio, che avrebbe tagliato zone controllate dal regime siriano fino a raggiungere Abu Kamal (dove il Corridoio dell’Eufrate, area di riparo dei baghdadisti, sbocca in Iraq), era stato dato da un accordo siglato lunedì. A mettere la firma con i guerriglieri del Califfo erano stati gli uomini di Hezbollah, che avevano trattato per conto del governo siriano e dell’esercito libanese. Sono queste tre forze che stanno guidando, sui due lati del confine, l’operazione per liberare quella fetta di territorio dall’infestazione dello Stato islamico.

… E IL CONTESTO

Solo che l‘esercito libanese è un alleato americano e i suoi soldati stanno ricevendo addestramento da esperti statunitensi, mentre Hezbollah è considerato da Washington un gruppo terrorista. È per questo che il coordinamento, che Beirut dice casuale, dell’offensiva, sta innervosendo gli Stati Uniti. Il leader del partito/milizia libanese Hassan Nasrallah aveva detto lunedì, in diretta televisiva, che l’intesa con l’IS riguardava trattava di un gruppo ristretto di 670 persone, tra cui la metà erano miliziani, gli altri le loro famiglie. Erano stati circondati, e per evitare stremanti assedi gli era stata concessa la fuga (in cambio i libanesi aveva anche ottenuto il ritorno a casa dei corpi di nove soldati rapiti dall’IS nel 2014). Diciassette bus e 12 ambulanze avevano caricati i fuggiaschi lunedì ad Arsal, in Libano.

GLI STATI UNITI NON APPROVAVANO

Gli Stati Uniti non approvavano questa intesa, su cui c’era un (evidente) coordinamento politico dell’Iran, e dunque l’hanno bloccata con le maniere forti. L’inviato della Casa Bianca per il conflitto siriano, Brett McGurk aveva già avvisato via Twitter, sebbene in passato anche gli americani avessero preso, in circostanze puntuali, accordi simili. I bombardamenti, ha specificato Dillon, non hanno colpito i bus o le ambulanze, ma quando abbiamo capito che da est stavano arrivando i soccorsi dello Stato islamico, le tecniche dei baghdadisti sono finite sotto le bombe dei jet americani. Dice il colonnello: “Ci riserviamo il diritto di colpire i miliziani dell’Isis in qualsiasi momento li troviamo allo scoperto e in condizioni sicure”. Il patto minava lo sforzo che gli Stati Uniti stanno facendo per combattere il Califfato, ha spiegato Dillon: “Spostare i terroristi da un posto a un altro non è una soluzione”.

COSA C’È, ANCHE, DIETRO ALLA VICENDA

Ora il convoglio stalla in un Limbo. È impossibile pensare che quanto accaduto non sia passato attraverso le comunicazioni radio amichevoli che gli americani intrattengono con la Russia, che ha il controllo dei cieli in Siria. E dunque dietro si può leggere un altro messaggio: forse nemmeno Mosca non approvava l’accordo, e ha lasciato agire gli americani. In questi giorni si parla del fatto che Israele abbia chiesto ai russi di farsi garanti del futuro della Siria per evitare un’espansione iraniana (che arriva anche attraverso vettori d’influenza come Hezbollah). E una trattativa tra Hezbollah e lo Stato islamico non è certo un buon modo per mostrare credenziali su stabilità future. Allo stesso tempo, gli americani, alleati storici israeliani, sono in competizione e cercano di mostrarsi affidabili agli occhi di Gerusalemme.

(Foto: Wikipedia)

×

Iscriviti alla newsletter