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Che cosa hanno in comune Ischia e Roma

Sono o non sono la stessa cosa le vicende dello sgombero del palazzo abusivamente occupato a Roma e del terremoto a Ischia che colpisce e uccide anche a causa dell’abusivismo edilizio?

Purtroppo sono esattamente la stessa cosa, anche se è doloroso ammetterlo.

Certo, lo sgombero ci porta alla complessa vicenda dei flussi migratori, mentre il terremoto, lasciati da parte gli aspetti imprevedibili, attiene alla gestione del territorio e di come costruiamo case e edifici pubblici.

In comune c’è però il modo tutto italiano di fare, autorizzare, condonare.

Un modo dove le scartoffie sono tutto e i fatti seguono raramente alle parole vergate su carta bollata.

Prendiamo lo sgombero attuato a Roma, atto sacrosanto anche se maldestramente gestito.

Punto primo quell’immobile è rimasto illegalmente occupato per quattro anni, un tempo scandaloso.

Punto secondo a Roma sono oltre cento gli edifici in analoghe condizioni.

Punto terzo abbiamo visto un palleggio scandaloso di responsabilità tra forze dell’ordine, comune e regione.

Con il risultato che oggi il ministro Minniti ci informa che ha disposto (comprensibilmente) un stop agli sgomberi in attesa di definirne meglio i metodi.

Andiamo a Ischia.

Sull’isola (divisa in sei comuni, ripeto sei comuni diversi) giacciono negli uffici oltre 20.000 domande di condono per ogni tipo di intervento sugli edifici.

Questa è la Caporetto nazionale della gestione degli immobili, perché significa alzare la braccia di fronte al mostro che finisce per creare, quello secondo cui ognuno fa quel che vuole, poi si vedrà in sede di sanatoria.

Per finire poi al paradosso più grave, che è quello delle demolizioni.

Già perché pochi sanno come funziona, anche se è semplicissimo (in teoria).

La demolizione viene disposta dall’autorità giudiziaria ma eseguita dal comune.

Il quale spesso non vuole e qualche volta non può per mancanza di fondi.

Con il risultato che nulla accade e la decisione resta valida solo sulla carta.

Proprio come sulla carta sono gran parte delle attività amministrative in materia di sgomberi.

Ecco che il cerchio si chiude.

È la Repubblica della carte bollate ipocrite e inconcludenti quella che andrebbe rasa al suolo.

Sarebbe uno sgombero da Oscar.

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