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Gas, aeroporti e miniere, come procedono le privatizzazioni in Grecia

Grecia

Gas, aeroporti, oro e utilities: a che punto sono le privatizzazioni greche, dopo il cedimento di Syriza sul gas e la vittoria dei no-miniera che mettono nei guai i canadesi? Complice il memorandum della troika, che lega la concessione dei nuovi prestiti ad Atene al raggiungimento di un certo numero di riforme tra cui il pacchetto di privatizzazioni, ecco che negli ultimi sei mesi sono state avviate una serie di gare per l’affidamento a privati della maggioranza di alcuni asset ellenici.

GAS

Alla voce gas si registrano le ultime novità, in questo senso. Dopo le contrarietà espresse dalla stragrande maggioranza di Syriza per tutto il 2016, che sul gas non intendeva cedere per motivi ideologici, si è giunti ad una sterzata. Sono stati diffusi i nomi delle sei pretendenti alla privatizzazione di Desfa, la rete del gas. Ai nastri di partenza ci sono il consorzio italo-olandese-belga di Snam-Fluxys-Gasunie-Enagas; gli inglesi di Macquarie Infrastructure and Real Assets; i romeni di Transgaz con la francese Grtgaz; la spagnola Regasificadora del Noroeste; la britannica Integrated Utility Services; e la qatariota Powerglobe Llc.

Secondo i vertici di Taiped (l’ente nazionale ellenico dedicato alle privatizzazioni) la manifestazione di interesse da parte di un soggetto extra Ue, come i qatarioti di Powerglobe, rappresenta un segnale positivo circa la bontà dell’operazione e soprattutto circa i futuri possibili sviluppi nell’intera macro regione mediterranea. Tra l’altro i consorzi esterni all’Unione europea, che non sono membri della rete europea dei gestori di sistemi di trasmissione per il gas (ENTSOG), non sono ammessi per regolamento alla gara. Ma all’indomani della presentazione ufficiale dell’offerta, è filtrato, daranno vita ad una partnership con un membro dell’Entsog per puntare a vincere.

Entro la fine di agosto il cda di Taiped dovrà prima approvare le manifestazioni di interesse degli investitori e quindi passare alla seconda fase della gara, quando le pretendenti avranno accesso alla banca dati virtuale di Desfa e presenteranno un’offerta vincolante. Nel 2013 l’affare era stato già concluso con il colosso azero di Socar per 400 milioni di euro, ma tutto saltò all’ultimo minuto nel 2016 perché l’ala più oltranzista di Syriza non raggiunse l’intesa per l’ok definitivo (come sul dossier Learco).

GERMANIA IN POLE POSITION

Dopo essersi aggiudicati per 40 anni i 14 aeroporti regionali con la Fraport AG (in tandem con l’oligarga greco Copelouzos), i tedeschi si sono aggiudicati per altri 22 anni l’aeroporto internazionale di Atene “Elefteros Venizelos”. AaviAlliance, che detiene il 49% l’aeroporto di Amburgo e il 30% di quello di Dusseldorf, si è accaparrata fino al 2046 il rinnovo della concessione dell’aeroporto della capitale per poco più di 600 milioni di euro.

Inoltre la tedesca Siemens è uno dei quattro partecipanti alla gara per l’ammodernamento della metro ateniese, assieme al consorzio Gek Terna-Vinci; al consorzio Aktor-Ansaldobreda; a quello formato da J&P Avax e dall’italiana Ghella; e a quello composto dalla francese Alstom, insieme al gruppo Mytilineos e alla spagnola Fcc. L’operazione ammonta a 1,45 miliardi di euro.

I NO-MINIERA

Di contro i no-miniera greci hanno vinto il primo round della loro protesta contro la società nordamericana che da anni effettua gli scavi nella parte settentrionale della Grecia, ma adesso 1200 operai rischiano il licenziamento. Infatti la lite tra i canadesi di Eldorado e il governo greco che li ha allontanati dalle miniere in Calcidica potrebbe produrre la perdita di un considerevole numero di posti di lavoro. I canadesi di Eldorado Gold Corporation avevano programmato di investire 2,8 miliardi di dollari, ma il ministro dell’Energia Giorgos Stathakis, fedelissimo di Tsipras, ha giocato la carta dell’arbitrato, annunciato entro la fine di agosto, con il ritiro delle licenze per la miniera di Skouries: rischiano il posto 1.200 persone.

La dirigenza della compagnia, però, non ha ancora ricevuto una comunicazione ufficiale.La società di Vancouver, che già gestisce la miniera di Stratoni nel nord del paese, da anni sta cercando di sviluppare i progetti a Skouries e a Olympias, ma l’opposizione locale dei no-miniera e una continua diatriba amministrativa con le autorità ha prodotto l’impasse attuale.

Il mese scorso Eldorado ha ridotto la sua previsione di produzione del 2017 per il sito di Olympias a 20.000 once (da 50.000). All’inizio di quest’anno Eldorado, viste le difficoltà del governo di Atene, ha virato su due altri siti di interesse in Turchia, Romania e in Brasile.

twitter@FDepalo

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