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Che cosa mi aspetto da Stefano Parisi

Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia alla ricerca del tempo perduto? E’ ancora tutto da decifrare: il movimentismo che si riscontra al loro interno non sta producendo effetti, segno che i vecchi protagonisti non riescono a proporre fatti politici nuovi. Infatti, dall’esterno si percepisce un clima asfittico, piatto. Bisogna che si progettino percorsi diversi, perché possa essere concreta l’ipotesi del ritorno a Palazzo Chigi. I lavori in corso sul versante liberal-cattolico-popolare, dove è particolarmente impegnato Stefano Parisi a tutt’oggi non hanno prodotto certezze, sia dal punto di vista dei programmi politici e governativi sia da quello delle alleanze.

Si rincorrono voci, si sovrappongono iniziative, si confondono proposte, preoccupandosi come sempre solo di chi dovrà guidare la coalizione, e mai guardando a profili culturali, economici, politici utili a contrastare il M5S di Beppe Grillo e lo schieramento che va dal Pd a tutta la sinistra. C’è chi ancora coltiva l’illusione che con Berlusconi la vittoria finale sia garantita, e che sia possibile compiere l’ennesimo miracolo, riportando Forza Italia e gli alleati al governo del Paese. Non è più questo il tempo, visto il disincanto degli elettori troppe volte delusi, e analizzati i cosiddetti sondaggi d’opinione che circolano e che fotografano una situazione politica molto cambiata rispetto al passato, dove la stagione dell’uomo solo al comando è tramontata e il singolo leader ha perso appeal, a favore dei partiti come strutture politiche.

Allora è necessario iniziare con rapidità a valutare aspetti culturali, politici, programmatici in grado di delineare una fisionomia chiara del nuovo partito (di centro?), intorno al quale costruire un’alleanza con precisa identità, condivisa dall’elettorato che mai voterebbe M5S e/o sinistra. Questo tipo di lavoro mi pare che lo stia portando avanti egregiamente Parisi, incontrando e confrontandosi con esponenti di segmenti politici laici e cattolici. E’ auspicabile che il noto ex manager di Confindustria continui nel percorso di discontinuità col passato, altrimenti la sua missione rischierà di fallire, rimanendo egli stesso imbrigliato nella rete dei veti e controveti. Non più la coalizione costruita guardando al leader, ma considerando i partiti al centro come unico riferimento, a prescindere dal sistema elettorale. Alla fine verrà fuori anche il leader, capace di incarnare programmi e linea politica.

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