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Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ribalta le Ong anarchiche e difende il codice Minniti

Marco Travaglio

Come il diretto interessato ha riconosciuto in apertura di articolo, non capita tutti i giorni: Marco Travaglio che elogia un ministro, per di più di provenienza dem. Una notizia da raccontare, tanto più se si considerano i panni di paladino anti-Renzi e anti-Gentiloni indossati spesso e volentieri, anzi sempre, dal direttore del Fatto Quotidiano. Che, però, – nel suo editoriale giornaliero dedicato al tema delle Ong e delle nuove regole, italiane ed europee, cui dovranno sottoporsi le navi di salvataggio che partono dalle nostre coste – ha assunto una posizione filo-governativa.

IL PLAUSO

C’è da festeggiare“, ha scritto ironicamente Travaglio, secondo il quale un ministro che fa una cosa giusta è davvero una novità. Il ministro in questione, ovviamente, è quello dell’Interno Marco Minniti, a cui il giornalista riconosce il merito – parola esplicitamente utilizzata da Travaglio – di aver “deciso finalmente di mettere un po’ d’ordine nel Mar West del Mediterraneo, dove finora tutti, i buoni e i cattivi, facevano un po’ quel che pareva a loro“. Da qui l’esigenza del codice di condotta articolato in 11 regole, di cui 5 divieti – compresi quelli di sconfinare, salvo emergenze, in acque libiche per prelevare i migranti direttamente dai barconi degli scafisti e di trasbordare le persone da un’imbarcazione all’altra – e 6 obblighi, tra i quali compare in particolare quello di “accogliere a bordo ufficiali di polizia giudiziaria per indagini collegate al traffico di esseri umani“.  “Norme di buonsenso“, secondo il direttore del Fatto Quotidiano: “Il minimo sindacale per chi svolge un compito meritorio ma delicato come i salvataggi di migliaia di esseri umani“.

LA RISPOSTA (INCREDIBILE) DELLE ONG

Chi non ha nulla da nascondere non dovrebbe avere alcun problema a sottoscrivere e a rispettare queste norme, ha argomentato ancora Travaglio. Ma così non è stato: “Incredibilmente, solo tre Ong operative le hanno accettate (Save The Children, Moas e Proactiva Open Arms), mentre tutte le altre le han respinte (Medici senza frontiere e Jugend Retted) o non si sono neppure presentate al tavolo (Boat Refugee, Life Boat, Seawatch, Sos Mediterranée, Sea Eye)“. Un no dovuto a due regole in particolare: il divieto di trasbordare i migranti da una barca all’altra e l’obbligo di accogliere a bordo gli ufficiali di polizia giudiziaria.

IL CASO DI MEDICI SENZA FRONTIERE

Non possiamo far parte di un sistema che non sia solo di ricerca e soccorso, ma preveda indagini o altre ambiguità“, ha dichiarato il direttore generale di Medici senza frontiere Gabriele Eminente, che ha poi anche duramente contestato la presenza sulle navi degli agenti di polizia armati. Una posizione contro cui si è scagliato, con la sua solita penna affilata, Travaglio: “Peccato che la legge imponga che gli agenti di polizia giudiziaria portino le armi. Il che ovviamente non significa che si mettano a sparacchiare all’impazzata: se sono lì per verificare la legalità delle operazioni e perseguire i crimini contro o fra i migranti, possono incontrare resistenze fra scafisti camuffati da profughi (accade spesso) o tra loro complici e fiancheggiatori: dunque devono avere i mezzi necessari per garantire la sicurezza a sé stessi, ai migranti e ai volontari delle Ong“. Per poi aggiungere: “Questa curiosa allergia alle armi delle forze dell’ord ine (come se non ci fossero guardie armate anche a presidio degli ospedali) sa tanto di pretesto“.

LA CONCLUSIONE

La morale, dunque, è che per Travaglio il governo ha fatto bene, perché “chi rifiuta il Codice autorizza il sospetto – spesso, ma non sempre infondato– di avere qualcosa da nascondere. Per esempio i rapporti opachi con gli scafisti“. Firmare il codice per fugare ogni dubbio e contribuire a riportare un po’ di ordine nel Mediterraneo: “Un andazzo che nessuno Stato serio può più tollerare, soprattutto se si sobbarca quasi il 100% degli sbarchi“. Un’editoriale, quello di Travaglio, che si conclude con una sorta di appello al governo: “Ora si spera che sia conseguente e vieti a chi si è messo fuorilegge la navigazione in acque italiane. Ne va della legalità, dell’equità, ma soprattutto della cosa che più manca all’Italia: la serietà“.

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