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Cosa pensa l’arcivescovo militare Usa, Broglio, delle idee di Trump sui transgender nell’esercito

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“Certamente la prontezza militare è di massima importanza per i nostri uomini e per le donne che rischiano la propria sicurezza per difendere i valori e le libertà della nostra nazione”, ma “l’annuncio del presidente e la risposta che ne consegue non centrano l’essenza della questione, la dignità della persona umana”. Quella dignità “radicata nel fatto che le persone sono state create a immagine e somiglianza di Dio, che nella pienezza della sua divinità ha sollevato l’umanità per riscattare il mondo“.

IL TWEET DI TRUMP SUI TRANSGENDER NELL’ESERCITO USA

Con queste parole l’Arcivescovo per i servizi militari USA Timothy P. Broglio ha sposato la posizione assunta dal presidente americano Donald Trump di voler escludere i transgender dall’esercito americano, annunciata la settimana precedente attraverso un tweet in cui ha scritto: “Dopo aver consultato i generali e gli esperti militari, siete avvisati che il governo degli Stati Uniti non accetterà né permetterà che individui transgender servano in alcuna unità dell’esercito. Il nostro esercito deve essere concentrato su vittorie schiaccianti e decisive e non può sostenere il tremendo costo medico e il disagio che i transgender nell’esercito comportebbero”.

LE RAGIONI DELL’ESTERNAZIONE DEL PRESIDENTE AMERICANO

Le ragioni della decisione di Trump andrebbero infatti ricercate, almeno in parte, nei costi medici per le transizioni di sesso che le forze armate si trovano incaricate a sostenere, secondo quanto stabilito dalla normativa “transgender-inclusive” messa in vigore dall’amministrazione Obama. Uno studio della Rand Corporation stima un costo annuale compreso tra i 2 e i 4 milioni di dollari per i 15mila transgender attualmente in servizio, che si sommano ai 134mila veterani.

LA SPONDA CATTOLICA DELL’ARCIVESCOVO TIMOTHY BROGLIO

Mentre invece la benedizione impartita dall’arcivescovo Broglio alla svolta del presidente americano è strettamente dovuta agli insegnamenti della morale cattolica, e in particolare al fatto che “l’orientamento sessuale e le questioni di identità di genere riflettono un atteggiamento della società in rapida crescita che sostiene in maniera errata come i comportamenti individuali debbano perseguire scelte immediate e personali piuttosto che la verità eterna”. Mentre al contrario “è opportuno riaffermare che le scelte personali della vita, sia per quanto riguarda la protezione del nascituro, la santità del matrimonio e della famiglia, sia per l’accettazione della natura biologica donata da Dio”, devono essere compiute “in attesa della realtà ultima della stessa vita di Dio nei cieli”.

L’ARCIDIOCESI PER I SERVIZI MILITARI CREATA DA SAN GIOVANNI PAOLO II

L’arcidiocesi per i servizi militari degli Stati Uniti – l’Ordinariato militare – è una circoscrizione della Chiesa cattolica, secondo l’approvazione data da san Giovanni Paolo II con la Costituzione Apostolica Spirituali militum curae, che ha l’obiettivo di fornire servizi di tipo pastorale e spirituale ai membri delle forze armate degli Stati Uniti. Negli Usa comprende più di 220 sezioni in 29 Stati, con relativi pazienti e impiegati federali che operano al di fuori dei confini statunitensi in 134 Paesi, come si legge sul sito. In cifre, l’arcidiocesi si occupa complessivamente di oltre 1,8 milioni di persone. Durante l’amministrazione Obama successe che una lettera inviata in occasione di una messa dall’Arcivescovo Broglio, già duramente oppostosi alle spese sanitarie promosse da Obama in tema di contraccettivi, comprendenti anche sterilizzazione e farmaci abortivi, venne letteralmente censurata, causando forti malesseri nella Chiesa cattolica degli Stati Uniti guidata dal cardinale Timothy Dolan. E già allora si prevedeva come la norma sarebbe costata particolarmente cara ai democratici alle successive elezioni.

LE DICHIARAZIONI DI ESPONENTI CRISTIANI E CATTOLICI

Le dichiarazioni dell’arcivescovo a proposito del tweet di Trump si sommano ad altre reazioni di esponenti del mondo cattolico e cristiano, come quelle di piena approvazione di Bill Donohue, presidente della Lega cattolica per i diritti religiosi e civili, una delle maggiori organizzazioni cattoliche statunitensi per i diritti civili, o quelle di disapprovazione del capo della Chiesa episcopale Usa – una parte della Comunione anglicana negli Stati Uniti – Michael Curry, il primo afroamericano nero della storia a ricoprire questo ruolo. O ancora quelle del pastore della Metropolitan Community Church di New Orleans, molto in linea con le posizioni della comunità Lgbt, che ha giudicato la decisione transfobica e portatrice di maggiore odio, rabbia e violenza.

I COMMENTI DI SITI E QUOTIDIANI 

Il sito dell’alt-right americana Breitbart News del super trumpiano Bannon ha scritto che in questo modo Trump “sta riconquistando la cultura dell’America dai progressisti”, e che “la decisione invia un messaggio chiaro alle forze armate americane”, che cioè “non dovrebbero partecipare in ingegnerie o sperimentazioni di giustizia sociale” ma piuttosto “concentrarsi sulla difesa”. Che al contrario, “permettendo a militari disforici di subire una chirurgia di rassegnazione di genere”, ne “verrebbe indebolita”. Un “passo verso il salvataggio della civiltà occidentale”, prosegue il sito americano ultra-conservatore. Il quotidiano New York Times parla invece del “vuoto della promessa di tolleranza di Trump”, raccontando dell’incontro con un veterano transgender, elettore di Trump, “un conservatore fiscale e liberale sociale”, deluso dall’esternazione del presidente americano. Un divieto che il Chicago Tribune bolla direttamente come “non-americano”.

SAM BROWNBACK, LA NOMINA TRUMPIANA “ANTI-GAY” ALL’UFFICIO PER LA LIBERTÀ RELIGIOSA 

Intanto però Trump, nel silenzio generale, ha chiamato alla direzione dell’ufficio di libertà religiosa internazionale del Dipartimento di Stato americano il repubblicano Sam Brownback, noto per le sue posizioni conservatrici, che secondo alcuni potrebbe rappresentare la nomina maggiormente “anti-gay” dell’amministrazione Trump, offuscata nel dibattito sui media propria dalla vicenda dei transgender nell’esercito. Il settimanale londinese The Economist scrive che nel suo precedente ruolo di governatore del Kansas Brownback, che abbraccia la causa della “libertà religiosa” nel “senso nazionale americano”, ha difeso cause come il rifiuto di fornire servizi alle coppie dello stesso sesso, ha introdotto modifiche alla legge statale sull’aborto, e con la sua ultima chiamata ha fatto molto contenti “i conservatori, specialmente sul diritto cristiano”,  mentre “quelli che guardano la scena religiosa da un punto di vista più liberale sono in stato di shock”. Il quotidiano di riferimento della sinistra francese Libération, che denuncia le sue ambiguità sul tema del Muslim Ban, rievoca la vicenda di una legge da lui firmata che indica “la prevalenza della legge degli Stati Uniti su quella islamica”. Ma per l’inquilino della Casa Bianca, si sa, le critiche orchestrate dalla stampa in opposizione sono musica per le orecchie, e ancor più per il suo storytelling.

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