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Fca, Ilva e non solo. Che cosa succederà nella manifattura?

Rocco Palombella, metalmeccanici

La ripresa delle attività del mondo metalmeccanico nella stagione autunnale poggia sulle basi solide dell’intesa di rinnovo contrattuale definita lo scorso 26 novembre.

IL CCNL DEI METALMECCANICI

Val la pena di sottolineare che l’accordo sottoscritto rappresenta una pietra miliare del sistema delle relazioni industriali, caratterizzata dalla struttura del contratto collettivo nazionale che si conferma come la principale realtà a tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni e come fonte d’investimento sul valore delle persone, al fine di accrescere ulteriormente capacità e competenze. L’accordo contrattuale si è infatti caratterizzato per i contenuti di assoluto livello fondati su salario, previdenza integrativa, sanità integrativa, formazione e diritto allo studio. Sarà compito dei rappresentanti di imprese e dei lavoratori nel settore metalmeccanico gestire unitariamente questo patrimonio contrattuale nell’anno in corso ed in quelli che seguiranno. Il dato confortante che riguarda la manifattura è quello registrato dall’Istat pochi giorni fa, attraverso il quale si percepisce un buon clima di fiducia delle imprese che avvertono il miglioramento delle intese sulla produzione. Una percezione positiva che non può che rafforzare le prospettive di crescita nel settore specifico. E’ proprio in questa cornice che il valore del rinnovo contrattuale ampia le potenzialità e le risorse che gli sono insite. Insomma, si tratta di una conquista che condizionerà, in un modo o nell’altro, la riforma contrattuale in ambito confederale tuttora in itinere su un percorso di incontri tecnici non ancora giunti ad una definizione politica condivisa tra le parti.

Per quanto ci riguarda abbiamo rafforzato il primo livello contrattuale, tenendo in considerazione quello aziendale, che dipende dal sistema organizzativo specifico e dagli indici di produttività. E’ importante ricordare che, sempre per quel che concerne temi di ambito contrattuale, bisognerà votare per i rinnovi nei fondi complementari dei metalmeccanici, cioè sia per quello pensionistico, che per quello sanitario. Ciò vuol dire rinnovare l’assemblea del Fondo Cometa ed il Consiglio d’Amministrazione che la governa con le elezioni che si terranno il prossimo 15 novembre. Poi, all’inizio del prossimo anno, bisognerà rinnovare l’assemblea e, di conseguenza, anche il Consiglio d’Amministrazione di Metasalute. Un doppio appuntamento, quindi, che rappresenta un impegno straordinario per tutta la nostra organizzazione. Dobbiamo affrontare questi due eventi con alto senso di responsabilità e con forte determinazione. Ci auguriamo che si possa riscontrare nel consenso dei lavoratori un congruo riconoscimento verso il nostro sindacato per il grande impegno che la Uilm ha dimostrato a favore dell’assistenza sanitaria e pensionistica complementari dei metalmeccanici.

LA SITUAZIONE DI FCA

Il dibattito sindacale del mese d’agosto ha toccato un paio di punti che stanno a cuore alle realtà che rappresentiamo: quel che sarà di Fca e di Ilva. Le due vicende non sono collegate, ma su entrambe va fatta chiarezza. Per quanto riguarda l’ipotesi di un interessamento di un gruppo cinese all’acquisto di quello guidato da Sergio Marchionne e John Elkann esiste una posizione ufficiale dell’azienda italoamericana: Fca non è sul mercato; il suddetto gruppo non ha ricevuto alcuna offerta da partner cinesi. Quindi, nessuno si sarebbe fatto avanti con propositi concreti e un’offerta congrua. Per quel che ci è dato di sapere rimane valida la piena occupabilità degli stabilimenti produttivi entro il 2018, come prospettato da Marchionne nell’ultimo piano industriale presentato anche ai sindacati metalmeccanici. L’Ad di Fca ha anche annunciato pubblicamente che il gruppo presenterà un nuovo piano da attuare entro il 2022 e siamo interessati a conoscerlo in tempi brevi. Di certo sappiamo che a breve conosceremo novità sulla strategia di elettrificazione dell’offerta, dello scorporo di Magneti Marelli e Comau, e del futuro degli impianti produttivi. I dati, al momento sono positivi per quanto riguarda le vendite in Italia nel mese di agosto: 24.000 immatricolazioni dei brand Fca, il 15,6% in più dello stesso mese del 2016, quasi in linea con la crescita del mercato (+15,8%) e quota al 28,8%, una percentuale invariata rispetto all’anno scorso. Anche gli analisti delle principali agenzie di rating ,sono pressoché concordi sul fatto che Fca manterrà elevati margini operativi e flussi di cassa. Analisi che fanno ben sperare, ma che dovranno essere confermate da posizioni ufficiali comunicate dall’azienda automobilistica al sindacato metalmeccanico.

LA TRATTATIVA SINDACALE CON AM INVESTCO

Dopo Fca è la volta di Ilva. Il 15 settembre si svolgerà a Roma, presso il dicastero dello Sviluppo economico, il primo di una serie di incontri tra sindacati, nuova proprietà e governo: la trattativa per giungere ad un accordo sindacale si annuncia in salita. Am Investco (il gruppo siderurgico intenzionato ad acquisire l’Ilva, ndr) ha annunciato che il numero dei lavoratori di cui intende farsi carico è di 10.000 unità. Se è così gli esuberi resterebbero più di 4.000. Il governo ha garantito che nessuno dei 14.000 dipendenti sarà destinatario di una lettera di licenziamento. Se è così, la strada migliore è quella di mettere a libro matricola di Am Investco tutti i 14.000 lavoratori interessati, per poi destinarli in modo distinto sia alla produzione che alle attività di ambientalizzazione e risanamento del sito di Taranto. Se ci si muoverà in questo senso la trattativa per un accordo sindacale con i nuovi acquirenti dell’Ilva potrebbero prendere il verso della discesa. Il termine ultimo per l’approvazione della nuova Aia è il 30 settembre: dopo l’Autorizzazione integrata ambientale dovrebbe arrivare il perfezionamento della compravendita, subordinato al disco verde della Commissione europea. ArcelorMittal è un colosso che produce 90 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno, con una presenza in 60 Paesi del mondo e 209mila addetti. Nei primi 3 mesi del 2017 il gruppo ha prodotto 23,6 milioni di tonnellate (+1,7%), per un fatturato in crescita a 16,086 miliardi. L’utile netto trimestrale è stato di circa un miliardo. La maggior parte del fatturato europeo è realizzato sul mercato tedesco (18%), seguito da Francia (13%), Spagna (11%) e Polonia (10%). In Italia, oggi, ArcelorMittal fattura l’8% del dato complessivo europeo. Insomma, si tratta di un gruppo che ha possibilità e capacità per rilanciare il settore siderurgico in Italia che è il cuore pulsante dell’industria nazionale e della nostra intera economia.

Anche da questa trattativa che inizierà a metà settembre può realizzarsi l’ennesimo contributo che i sindacati metalmeccanici potranno dare alla crescita del Paese.

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