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Gigi Burruano: – du coippa e nce ‘cchiu niente -.

Se n’è andato Gigi Maria Burruano. Du coippa e nce cchu’ nenti. Così recitava nel provino de “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore. Quanto rammarico. Perché a Burruano, negli ultimi anni, è toccato il riflettore della dimenticanza, dopo una carriera in cui è stata la scena a rincorrerne la vita.
Beveva, però. Esagerava. E quando sei di quei siciliani buoni ma irascibili, la commediuzza dell’arte che ti è truniata intorno fino a poco prima, preferisce nascondersi dietro le quinte. E così l’uomo ha finito per diventare sempre più simile a uno dei suoi personaggi.
Era figlio della Palermo più feconda. Che ha dato i natali a Ciprì e Maresco e al loro cinema d’avanguardia inimitabile. Sempre quest’anno ci ha lasciati Pietro Giordano che proprio con Gigi Burruano era stato uno degli interpreti di quel capolavoro di comicità surreale che è “Il ritorno di Cagliostro”.
I due andranno a far compagnia a Franco Scaldati, altra maschera tragicomica del teatro e del cinema d’autore siciliano che non riesce a essere profeta in patria. Emarginato da una società troppo degradata, e abbrutita per meritarsi le loro uniche sensibilità.
Gigi Burruano non era certo attore addomesticato per canale 5 sebbene abbia interpretato pellicole popolarissime. Era e rimarrà Rancu Tanu di “Palermo o cara”. Tant’è.

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