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Bitcoin, originale Ott o pericolosa bolla?

Il mercato delle criptovalute non ha paura di macinare record. Ben 44 ICO, initial coin offering, sono al momento aperte e stanno raccogliendo decine di milioni di dollari per finanziare nuovi progetti tecnologici. Ed altre 53 sono state già annunciate ed apriranno la raccolta a partire dal 31 agosto e nelle settimane successive. È possibile che, come nel caso del tulipani olandesi di qualche secolo fa, si tratti di pura follia delle masse alla pazza rincorsa di investimenti in cripto monete per sognare mirabolanti capital gain. Una lotteria planetaria senza un vero banco ed infarcita dal miraggio della tecnologia.

Se sarà tutta una bolla lo dirà il tempo. Dodici anni fa nel mio saggio American Internet provai a spiegare perché Google, che appariva un motore di ricerca, ed Amazon, allora un marketplace per libri, sarebbero diventate delle piattaforme globali per distribuire servizi a valore aggiunto. Ora si scopre che Amazon entra nella tv e che compra supermercati, mentre Google possiede, tra i tanti asset, il sistema operativo più installato sugli smartphone.

Le parole chiave per capire il business “inventato” dal web sono due: decentralizzazione e peer-to-peer. La prima elimina un controllo centrale ed esalta gli effetti network, mentre la seconda abilità relazioni senza intermediari. Dietro ogni brand di successo della rivoluzione di Internet c’è la capacità di valorizzarle.

Con i Bitcoin un terzo elemento si aggiunge: la blockchain. Consacra la decentralizzazione e cripta il peer-to-peer. Favorisce un livello più evoluto e sofisticato di quella che Yuval Noah Harari, autore del libro Homo Deus, ha definito come la caratteristica che ha favorito il successo planetario dello Homo sapiens: cooperating flexibly, cioè la cooperazione flessibile. Le crypto valute sono soprattutto delle originali piattaforme che si preparano ad aggregare servizi di diversa natura ed a favorire l’interesse di terzi a contribuire, perché potranno beneficiare del contributo apportato da proprietari di crypto moneta. Non è un gesto di altruismo e basta, come il software open source o la messa a disposizione dei dati su Facebook. È un collaborare flessibile collettivo valorizzato dal codice personale incluso nella blockchain. 

L’aspetto monetario o finanziario è quello probabilmente meno caratterizzante il fenomeno Bitcoin, perché è l’emersione di un originale OTT pronto a modificare i confini conosciuti degli ecosistemi che rendono consumabili beni e servizi.

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