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Centrodestra unito sulla flat tax proposta da Stefano Parisi e dall’Istituto Bruno Leoni?

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Prove tecniche di coalizione nel centrodestra, almeno in una sua parte non irrilevante. Ieri il leader di Energie per l’Italia Stefano Parisi ha riunito a Milano Daniele Capezzone di Direzione Italia, il leghista Massimo Garavaglia e l’esponente di Fratelli d’Italia Maurizio Leo per parlare di economia e tasse. Tutti concordi sulla necessità di tenere unito il centrodestra, a partire dai temi concreti. In primis il fisco.

Tra cinque o sei mesi il centrodestra potremmo essere chiamati a guidare il Paese – ha esordito il leader del movimento Energie per l’Italia – e vorremmo evitare che si spaccasse nel tentativo di individuare un capo. Vogliamo farci trovare preparati e arrivare all’appuntamento con un programma“. Di stampo liberale e popolare e con un obiettivo fondamentale: la riforma del fisco.

L’idea di base è quella della flat-tax secondo un modello elaborato dal think tank Istituto Bruno Leoni e dal nome evocativo: 25 per tutti. La proposta firmata dall’economista Nicola Rossi prevede l’introduzione di un’unica aliquota e il contestuale addio al sistema della progressione mentre, d’altro canto, sarebbe disposta la progressività di cui all’articolo 53 della Costituzione nel pagamento dei servizi. Il principio, insomma, verrebbe ribaltato: università, scuole e sanità andrebbero pagate non più per quota ma integralmente, come accade nei Paesi più liberali (Regno Unito e USA), ma solo sopra un certo reddito. Meglio dirlo subito: sopra un certo reddito al posto del ticket ospedaliero ci sarebbe l’imposizione di una vera e propria assicurazione sanitaria. Niente più mutua per tutti, appunto.

Chi ha elaborato il modello è convinto che una aliquota sola garantirebbe al contempo equità e meno pressione fiscale, che scenderebbe dall’attuale 43% al 39%. “Le recenti elezioni tedesche – ha commentato Parisi – ci dicono una cosa: che c’è ormai uno scollamento tra i partiti tradizionali e la società. Servono formazioni nuove per intercettare gli umori dell’elettorato nuovo“.

Senza però dimenticarsi l’importanza dei partiti tradizionali. E di un’intesa programmatica che porti ad un’alleanza. Sul punto Garavaglia della Lega è apparso possibilista: “Sul palco hanno installato una enorme scritta: “PER”, ma l’unica operazione matematica che il centrodestra sembra aver imparato a scuola è la divisione“. Della partita pure la formazione di Raffaele Fitto, rappresentata da Daniele Capezzone, che ha sibilato: “Forza Italia adesso è attenta solo ai cani e alle dentiere: temo quando inizieranno a parlare di dentiere per cani”.

Nessuno, comunque, ha escluso alleanze con il partito di Silvio Berlusconi. Del resto, gli avversari sono comuni: “Matteo Renzi ha devastato la spesa pubblica con mance e mancette elettorali“, ha scandito dal palco Parisi. Per il quale “Luigi Di Maio non ha certo le capacità per guidare un Paese di 60 milioni di abitanti che è pure la quinta potenza economica al mondo“.

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