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Rockwell e United Technologies, tutti i dettagli sulla maggiore operazione della storia aerospaziale

Di Andrea Boeris

La più grande operazione nella storia dell’industria aerospaziale porterà la firma di United Technologies. Il colosso statunitense ha siglato un accordo per l’acquisizione di Rockwell Collins, produttore di parti per aerei, per un valore di 23 miliardi di dollari.

IL SENSO DELL’OPERAZIONE

Si tratta di un nuovo record messo a segno da United Technologies dopo l’acquisizione da 16,5 miliardi di dollari di Goodrich nel 2012, fino a oggi rimasta imbattuta in termini dimensionali.

I NUMERI DELL’ACCORDO

United Technologies pagherà 140 euro per ogni titolo di Rockwell tra cash (93,33 dollari) e azioni (46,47 dollari), con un premio del 18% sul prezzo di chiusura del titolo di Rockwell nel giorno precedente a quello in cui sono uscite le prime indiscrezioni sull’operazione e del 30% rispetto a fine luglio. In base alle attese Rockwell garantirà a United Technologies maggior presenza e potere negoziale nel business delle forniture a Boeing e Airbus.

COSA FA UNITED TECHNOLOGIES

United Technologies controlla già uno dei più grandi produttori mondiali di motori per jet, Pratt & Whitney. Rockwell è invece specializzata nella realizzazione di display per cabine di pilotaggio e di sistemi di comunicazione per i jet passeggeri e per quelli militari. Ad aprile il gruppo ha chiuso l’acquisizione da 6 miliardi di dollari di B/E Aerospace, che produce interni per aerei. Il ceo di United Technologies, Greg Hayes, manterrà questo ruolo nella compagnia che nascerà dalla fusione, mentre quello di Rockwell, Kelly Ortberg, guiderà una nuova società, battezzata Collins Aerospace, che combinerà tra loro i vari business della componentistica.

LO SCENARIO POST OPERAZIONE

Secondo fonti vicine al dossier, il sempre maggior focus di United Technologies sull’aerospazio potrebbe portare a cambiamenti nel portafoglio del gruppo. La compagnia vuole prendere in considerazione un possibile break up negli anni a venire, ma non prima di aver ripianato il debito e aver ottenuto risparmi di costi per 500 milioni di dollari. Questi risparmi dovrebbero arrivare dal delisting di Rockwell Collins. Lo scorso anno la divisione di motori per jet e quella aerospaziale di United Technologies hanno messo a segno ricavi per 29,4 miliardi di dollari, mentre le altre divisioni hanno totalizzato 28,7 miliardi. Rockwell ha riportato un fatturato di 5,3 miliardi, con altri 2,9 miliardi provenienti da B/E Aerospace.

IL GIUDIZIO DEGLI ANALISTI

Gli analisti non si aspettano ostacoli regolatori all’operazione, dal momento che i due gruppi producono differenti parti di aerei. A storcere il naso potrebbero essere i clienti, soprattutto dopo che Pratt & Whitney ha dovuto lottare per preservare l’affidabilità dei suoi nuovi motori per aerei a fusoliera stretta Airbus A320neo. I produttori di aerei, come Boeing e Airbus, si stanno facendo strada nel business dei servizi aftermarket nel tentativo di catturare parte dei profitti derivanti dalla vendita e dai servizi di parti per aerei, entrando in rotta di collisione con fornitori come United Technologies. Il ceo Hayes ha messo in guardia il mercato su queste intrusioni, che «possono portare a prezzi più alti».

(Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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