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Così il Vaticano sposa la linea keynesiana dell’Onu per un New Deal

Il rapporto annuale sul commercio e lo sviluppo dell’Unctad (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo), presentato giovedì 14 settembre presso la sede della Radio Vaticana, assieme al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede, si intitola “Beyond Austerity: Towards a Global New Deal”. Come il programma keynesiano con il quale il presidente americano Franklyn Delano Roosevelt portò gli Stati Uniti d’America fuori dalla grande crisi del ’29. Il messaggio politico è quindi ben definito: superare l’austerità per ottenere il rilancio dell’economia mondiale. Attraverso un “un nuovo accordo globale per costruire economie più inclusive e attente alle popolazioni”, dove applicare anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

LE DICHIARAZIONI DI MONS. TOMASI PRESENTANDO IL RAPPORTO DELL’ONU

“Una convergenza di vedute tra queste posizioni e i riferimenti di papa Francesco sui temi economici”, ha assicurato Mons. Silvano Maria Tomasi (nella foto), nunzio apostolico, membro del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e già Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, presentando il rapporto. “Il Papa ci dice che quando non è la persona al servizio dell’economia, ma il contrario, ci stiamo muovendo nella direzione giusta”. E anche se “non è compito del Santo Padre suggerire modelli economici”, che si limita a “dare una visione”, abbandonare le politiche di austerità “potrebbe essere la strada giusta”.

I DATI DELLA CRESCITA GLOBALE E IL RISCHIO DELL’AUSTERITÀ FISCALE

Il documento mette in luce la ripresa, seppur lenta, dell’economia globale nel 2017, con la crescita che si attesta sulla cifra del 2,6%, contro quella del 3,2% del pre-crisi. Nella zona euro questa è ferma all’1,8%, il dato tuttavia migliore dal 2010 ad oggi. Economie “emergenti” come India e Cina riservano per sé stesse buoni tassi di crescita, correndo tuttavia rischi significativa per via del livello del debito in ascesa e per le preoccupazioni legate all’instabilità politica, del calo dei prezzi sulle materie prime e del dollaro troppo forte. Mentre il principale ostacolo per quasi tutte le economie avanzate è “l’austerità fiscale”.

TUTTI GLI INVITI DELL’ONU IN FORTE CONTINUITÀ CON IL VATICANO

Il rapporto, curato dall’economista Richard Kozul-Wright, direttore dipartimento per la globalizzazione e le strategie di sviluppo dell’Unctad, oltre a curare diversi aspetti come “i conflitti di genere dovuti dall’austerità”, gli “effetti congiunti di automazione e austerità sul mercato del lavoro”, i rischi di un “settore finanziario non debitamente controllato” o la “caccia alle rendite e le pratiche limitative della concorrenza”, sottolinea in particolare l’esplosione del debito a livello globale e l’aumento delle disuguaglianze. E invita al passaggio “da una società centrata sul profitto” ad “una sulle persone”, in forte continuità con il pensiero della Dottrina sociale della Chiesa. Così da poter ridurre anche gli squilibri alla base delle migrazioni dall’Africa all’Europa, è stato aggiunto. Bene perciò anche il Piano Marshall per l’Africa, preso in mano a livello europeo dalla Germania, nonostante la mancanza ancora del “necessario sostegno finanziario”.

TUTTE LE POLITICHE GLOBALI SUGGERITE DAL VATICANO PER SUPERARE LA CRISI

Per fare tutto ciò bisogna “aumentare i salari e gli investimenti statali”, ha spiegato Tomasi: “Senza sforzi significativi, sostenibili e coordinati per ravvivare la domanda globale, l’economia globale sarà condannata ad una continua lentezza nella crescita, se non peggio“. Per crescere e riequilibrare società “seriamente sbilanciate”, al contrario, questo “è il momento ideale per entrare negli investimenti privati con l’aiuto di una spinta fiscale”, ha aggiunto il monsignore. “Dobbiamo cambiare rotta e creare posti di lavoro con investimenti pubblici per superare i rimasugli della crisi economica”, che ha già dimostrato di essere un “pericolo per la salute politica, sociale e ambientale del pianeta”, oltre a dimostrarsi “terreno fertile per la retorica xenofoba e per politiche introverse”.

LA MORALE DEGLI ATTORI, I RISCHI SISTEMICI E LA LINEA DEL PAPA SUI MIGRANTI

Ma per combattere questi rischi “rischi sistemici” vanno tirati in ballo sia “la disciplina dei mercati e della legge”, sia “la statura morale e il self restraint degli attori”. Elementi, secondo il richiamo del religioso, “mancati negli anni precedenti la crisi”. Tomasi ha poi parlato dell’Africa, la cui crisi è dovuta “alla continua incapacità di diversificazione”, rimanendo “pesantemente dipendenti da una o da pochissime materie prime”, producendo in questo modo le migrazioni di massa. Rispondendo inoltre alle domande dei giornalisti, riguardo al presunto cambio di linea del Vaticano sul tema delle migrazioni, coincidente con le dichiarazioni del Papa sul volo di ritorno dalla Colombia, ha affermato: “La preoccupazione del Papa rientra nel quadro generale di una società che sia inclusiva”. Nel contesto cioè “della Dottrina sociale della Chiesa”.

IUS SOLI E GIOVANNI XIII : “NO A STRUMENTALIZZAZIONI E MANIPOLAZIONI”

Sullo Ius soli, “bisogna vedere, nell’interesse della popolazione italiana, la strada migliore per incorporare gli immigrati che hanno deciso di rimanere qui”, ha detto: è cioè “una questione di politica interna italiana”. Ma “strumentalizzare i migranti per fini politici non mi pare saggio”. Sul tema infine della nomina di papa Giovanni XIII a patrono dell’esercito italiano, ha risposto: “Penso che questa mossa sia nata dalla buona volontà di persone che vogliono avere un loro patrono. Però bisogna stare attenti a non manipolare i santi”.

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