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Ecco come l’intelligence artificiale di Youtube ha bloccato i video terroristici

Il machine learning del sito di YouTube è talmente efficiente che a settembre è riuscito a stoppare, in automatico, l’83 per cento dei siti a contenuto terroristico prima che gli utenti umani inviassero una segnalazione. Si tratta dello sviluppo più consistente del programma di contenimento delle attività radicali online lanciato (congiuntamente da Alphabet, la società proprietaria di Google/YouTube, e Facebook, Microsoft, Twitter) nel maggio del 2016.

IL RUOLO DI INTERNET

Il web, come noto, è diventato uno spazio di diffusione e dunque reclutamento nevralgico. L’esempio più eclatante è nella storia stessa del Califfato: migliaia di persone hanno visto i video-messaggi postati con accuratezza dalle strutture media dell’Isis, e in molti casi sono stati quelli il passaggio finale attraverso cui elementi radicalizzati o tendenti alla radicalizzazione hanno deciso di unirsi al jihad combattente in Siraq e/o a compiere atti estremi in molti paesi. Ed è per questo che tanto quanto affossare il Califfo con la guerra armata a Raqqa e Mosul, è importante questo contrasto nel warfare cibernetico. Però ovviamente non c’è solo il terrorismo di matrice islamica tra i target: un esempio, i contenuti dei suprematisti bianchi, che negli Stati Uniti hanno compiuto un atto terroristico del tutto simile a quelli tipici dello Stato islamico, quando a Charlottesville in Virginia, un filo-nazista ha investito con la propria auto una manifestante di sinistra.

L’AI DI YOUTUBE

Il sistema di YouTube è stato implementato a giugno, quando il team che lavora sulle sue funzionalità ha preso in esame e caricato oltre un milione di video da usare come esempio. Un lavoro fatto in collaborazione con gli esperti di contro-terrorismo di centri come il Center for the Study of Radicalization del King’s College London o l’indonesiano Wahid Institute. I dati segnano un +8% rispetto ad agosto: la velocità di apprendimento dei computer è aumentata, sono state inserite regole più rigorose contro i contenuti violenti (anche su quelli che non violano le linee guida ma sono intrisi di messaggi estremisti) e strette partnership con altri organismi esperti (il programma si chiama Trusted Flagger).

L’IMPORTANZA DI QUESTO LAVORO IN QUESTO MOMENTO

Il 20 settembre Google ha annunciato di mettere a disposizione cinque milioni di dollari come finanziamento per supportare soluzioni tecnologiche e iniziative di base come i progetti per i giovani che aiutino a promuovere la resistenza alla radicalizzazione. È una fase delicata per i colossi del Web, in cui servono iniziative pulite. Nelle settimane passate Facebook, Twitter e Google sono finite nell’occhio del ciclone perché hanno ammesso che anche attraverso pubblicità diffuse dai propri algoritmi ultra-tech la Russia ha giocato la propria interferenza nelle elezioni americane, con messaggi dal contenuto divisivo che andavano a colpire sacche scelte, selezionate proprio grazie alla forza di quegli algoritmi, della popolazione statunitense (tre senatori americani, due democratici e il simbolo repubblicano John McCain promuovono oggi, giovedì 19 ottobre, una legge per imporre regolamentazioni sulle pubblicità online più restrittive). YouTube è stata molto criticata per la scelta di mantenere online i video che ricostruivano dietro alla strage di Las Vegas teorie del complotto e messaggi legati alla destra estrema americana. Uno dei principali anti-virus del mondo, quello prodotto dalla Kaspersky Lab, è accusato dal governo americano di essere un cavallo di Troia per permettere operazione di spionaggio dell’ex Kgb.

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