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Cosa unisce e cosa divide i partiti della prossima coalizione Giamaica in Germania

angela merkel, germania

Passate anche le elezioni regionali della Bassa Sassonia domenica della scorsa settimana, vinte con il 36,9 per cento dai socialdemocratici (i cristianodemocratici si sono dovuti invece accontentare del 33,6 per cento), mercoledì sono incominciate finalmente, dopo quasi tre settimane dalle elezioni parlamentari, le consultazioni per il nuovo governo. Un governo guidato dall’Unione (Cdu e Csu) e del quale faranno parte, per la prima volta insieme, i liberali dell’Fdp e i Verdi. Una coalizione che parrebbe presentare più di una difficoltà a costituirsi viste soprattutto le differenze che tra liberali e verdi. Ma come dice già la sera della grande sconfitta elettorale il socialdemocratico Martin Schulz: pur di governare Angela Merkel sarebbe stata disposta a promettere la luna.

Ma a quanto pare non è solo lei a volere questa coalizione, almeno stando ai commenti reciproci piuttosto benevoli che ci sono stati dopo i primi incontri: prima a due e oggi invece, presenti tutti i quattro probabili futuri partner. Quali sono dunque le differenze più marcate tra questi partiti e le difficoltà sa superare per annunciare la coalizione Giamaica entro Natale La Süddeutsche Zeitung qualche giorno stilava il seguente elenco.

NUMERO MASSIMO DI MIGRANTI 

Il numero di migranti che possono entrare ogni anno in Germania è la questione che ha rischiato l’anno scorso di spaccare addirittura l’Unione, con il capo della Csu Horst Seehofer che insisteva su questo numero e la Kanzlerin Merkel che si rifiutava di fissarlo. Nel frattempo è però già stata trovato la formula per evitare la definizione ma nei fatti fissare il tetto massimo a 200mila nuovi arrivi all’anno, salvo accogliere comunque, a prescindere da quanti ne sono già arrivati, coloro che, secondo la Convenzione di Ginevra hanno diritto di asilo.

TASSA SOLIDARIETÀ

Introdotto nel giugno del 1991, questo prelievo fiscale doveva inizialmente coprire i costi della seconda Guerra del Golfo, successivamente si è aggiunto ai fondi riservati ricostruzione dei nuovi Länder. Questa tassa dovrebbe scomparire nel 2019. Il capo dell’Fdp Christian Lindner è per cancellarla subito, Merkel per prolungarla, mentre l’ex ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble sarebbe rispettarne la naturale scadenza. I Verdi propendono invece per il mantenimento, utilizzando i circa 20 miliardi di euro all’anno che genera, per appianare le diseguaglianze sociali. Una richiesta che non va affatto bene alla Csu, i quali da tempo ne chiedono l’abolizione, sottolineando che i bavaresi da anni versano a Berlino molto più di quanto non torni loro..

AUMENTO DELLE TASSE 

Quale sarà la strategia del nuovo governo in materia fiscale? Le tasse verranno aumentate o diminuite? Una domanda alla quale nemmeno all’interno dell’Unione si risponde nello stesso modo. Mentre Schäuble raccomandava di non escludere a priori aumenti, il che vorrebbe anche dire legarsi le mani, parte della Cdu e i cristianosociali in blocco si dicono contrari. È dunque un bene che Schäuble ricoprirà in futuro il posto di presidente del Bundestag (il parlamento tedesco), questo renderà un accordo in proposito probabilmente più facile. Anche i liberali escludono decisamente qualsivoglia aumento mentre i Verdi appoggiano in questo caso Schäuble. A proposito di finanze, uno dei ruoli chiavi è il ministero delle Finanze e sarà interessante vedere chi lo guiderà in futuro.

TASSAZIONE DEI REDDITI 

L’Unione intende abbassare la pressione fiscale in modo “leale ed equanime per tutti”. Secondo il quotidiano SDZ, la formulazione è così vaga che da non poter che essere sottoscritta da tutti. Un accordo di massima pare esservi anche per quel che riguarda lo sgravio fiscale delle fasce di reddito più basse. Soprattutto per quel che riguarda la progressione. L’Fdp chiede un taglio pari a 30 miliardi di euro, l’Unione invece ne prevede solo uno per 15 miliardi di euro (nessuno dei due dice però entro che periodo). I Verdi dal canto loro non indiano cifre, chiedono però per i redditi più alti un incremento delle aliquote.

TASSA DI TRANSAZIONE FINANZIARIA 

Sia l’Unione che i Verdi prevedono questa tassa sulle transazioni fiscali. L’Fdp è invece contraria perché per principio è contraria a qualsiasi nuovi imposta. Molto probabile che proprio questa tassa possa servire come merce di scambio per trovare accordi su altri punti.

BILANCIO DELLO STATO 

Un accordo difficile da trovare potrebbe essere invece quello relativo al bilancio. I Verdi insistono su maggiori finanziamenti pubblici di enti e istituzioni statali. L’Fpd vede invece proprio in questi ambiti spazi di risparmio. Uno dei capisaldi del programma dei liberali prevede infatti un “freno alle sovvenzioni e all’indebitamento”. I liberali puntano anche sulla riduzione del debito pregresso. Csu e Cdu hanno invece concordato di portare avanti la politica finanziaria di Schäuble, cioè del pareggio di bilancio.

MOBILITÀ E INFRASTRUTTURE  

Anche questo potrebbe rappresentare un punto di scontro. Soprattutto riguardo agli autoveicoli a benzina e a diesel. I Verdi insistono sul divieto di circolazione di quelle con motori a benzina o a diesel entro il 2030. Per Unione e Fdp, non se ne parla nemmeno. Riguardo al dieselgate, Fdp e Verdi sono per una sostituzione delle autovetture a carico delle case produttrici, Angela Merkel si è invece espressa a favore della sostituzione del software truccato e basta. Anche in questo caso sarà dunque interessante vedere chi guiderà nel nuovo governo il ministero dell’Ambiente.

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