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Chi ci sarà (e di cosa si parlerà) al G7 dei ministri dell’Interno a Ischia

Minniti, foreign fighter

Si terrà nella cornice dell’isola di Ischia il G7 dei ministri dell’Interno, penultimo appuntamento prima del G7 Salute di Milano a novembre, che chiuderà l’anno della presidenza italiana consegnando il testimone al Canada. Dieci delegazioni, assieme al seguito di centinaia di membri dello staff, occuperanno l’isola per discutere di cyber-security, terrorismo e prevenzione: Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Canada, cui si aggiungeranno due rappresentanze dell’Unione Europea e una dell’Interpol.

Non dunque a Pizzo Calabro come il ministro Marco Minniti, originario di quelle terre, avrebbe voluto: l’opzione della cittadina calabrese è stata scartata dai ministeri esteri per ragioni logistiche. La scelta dell’isola campana ha il preciso scopo di rilanciare il territorio, che per la prima volta diverrà un palcoscenico internazionale, all’indomani del terremoto che ha gravemente danneggiato alcuni dei suoi comuni. Ma ci sono anche ragioni di sicurezza: ospitare i ministri dei sette Paesi sull’isola permetterà di evitare gli scontri e i disagi dei contestatori che hanno bloccato per un intero week end Torino durante il G7 Lavoro a Venaria.

Questo non fermerà i movimenti e i centri sociali decisi a manifestare contro il G7 di “una sicurezza fatta di muri e filo spinato”, contro il decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione illegale, l’“imbroglio securitario”. Si riverseranno dunque nelle piazze del capoluogo partenopeo al grido “Napoli contro Minniti”, ma non sarà loro permesso di prendere il traghetto verso l’isola. Già da qualche giorno l’isola è sottoposta a mastodontiche misure di sicurezza, monitorate dal questore di Napoli Antonio De Iesu, dalla Guardia Costiera e dalla Marina Militare: non soltanto controlli preventivi nell’albergo Punta Molino che ospiterà i ministri dell’Interno, ma anche rilievi per controllare le vie di accesso ad Ischia e misure per prevenire attacchi cyber nel corso dell’evento.

L’incontro dei ministri, che è un fuori-programma nato quest’estate da un’intuizione di Minniti, avrà come tema cardine la prevenzione. E in particolar modo la prevenzione online contro il terrorismo e il cyber-crimine, una controffensiva che le autorità pubbliche devono combattere fianco a fianco con il settore privato. Non a caso la scorsa settimana Minniti, intervenendo alla presentazione di un master di cyber-security alla Luiss, aveva preannunciato che il prossimo G7 Interni “farà uno sforzo per costruire un’alleanza con i grandi provider internazionali, un punto dal quale non si può prescindere nel campo della cyber-security e contro gli attacchi cybernetici”.

Al summit ischitano, assieme alle delegazioni ufficiali dei sette Stati, prenderà parte infatti una rappresentanza del mondo dei provider internazionali, con Google in prima fila. Un’esigenza già emersa in occasione della visita di fine settembre all’Assemblea Generale dell’Onu da parte di Paolo Gentiloni, Theresa May, ed Emmanuel Macron. A New York, May ha incontrato i vertici di Facebook, Google e Microsoft, chiedendo loro di aumentare i controlli di sicurezza sul web per filtrare e censurare per tempo la propaganda jihadista.

Sul tavolo, oltre alla prevenzione online, ci saranno gli altri temi indicati come prioritari nella dichiarazione sulla sicurezza del G7 di Taormina. A partire dall’esigenza di colpire i terroristi nel portafoglio, supportando il lavoro della Financial Action Task Force (FATF). Ma anche dall’aumento delle misure di sicurezza aeroportuali tramite il metodo Passenger Name Record (PNR) e Advance Passenger Information (API), obiettivi per cui risulterà cruciale il lavoro dell’agenzia di polizia internazionale INTERPOL.

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