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Come cresce il Quarto Petalo del centrodestra?

A Vicoforte di Mondovi, nel cuore dell’operosa provincia di Cuneo, i liberali si sono scambiati oggi, 14 ottobre, grandi abbracci. In una sala piena e attenta, con oltre 300 persone, si sono ritrovati nomi e diverse sigle liberali e centriste della politica italiana, da Idea di Gaetano Quagliariello, a Direzione Italia di Raffaele Fitto, a Scelta Civica di Enrico Zanetti, dal vecchio Pli di Stefano De Luca a Fare di Flavio Tosi, insieme ad altre ancora.

L’iniziativa era dell’ex ministro Ncd Enrico Costa – nel suo collegio – per parlare dell’ipotesi del Quarto Petalo del centrodestra, dopo Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia. In sala, i contenuti indicavano una concreta piattaforma in costruzione: europeista pro mercato e senza derive populiste (Zanetti), radicata sul territorio e di orientamento thatcheriano (Fitto), fondata su un solido patrimonio di principi condivisi (Quagliariello), con leader capaci, non solo bravi nelle preferenze ma con esperienza e con visione (Tosi). Nell’insieme si formulava una proposta politica di medio periodo, capace di spostare il baricentro della coalizione su una posizione responsabile e capace di governare il Paese.

Poi, fuori dalla sala, si sentivano i dialoghi della dura realtà. Stefano Parisi non c’era, forse trattenuto dal referendum lombardo, o forse perché Energie per l’Italia pensa di far da sola il quarto petalo, senza le iniziative di un Costa piemontese. Il movimento di Parisi era comunque rappresentato dal deputato Domenico Menorello (qui il testo del suo intervento).

Lo schema elettorale del Rosatellum – tra collegi e listini – fa propendere – dicevano diversi commenti vicini ai leader e tra le molte sigle – per un assorbimento completo dei liberali di centrodestra da parte di Forza Italia, che deve contendere nel risultato elettorale la leadership alla Lega. La strada di un’aggregazione liberale, con un quarto petalo, servirebbe solo a negoziare in fase preliminare i posti con Berlusconi: a meno che non sia meglio procedere invece da soli, a seconda della migliore relazione personale.

Insomma, ai piedi del Santuario cuneese di Vicoforte, in una bella e calda giornata d’ottobre, il rito della riunione liberale ha suscitato ragionamenti e prospettive per un quadro politico molto futuro.

A tratti venivano anche evocati gli sforzi sull’altro versante, destinati a uno schieramento di centrosinistra considerato perdente: i radicali liberali di Benedetto Della Vedova in Forza Europa, la pattuglia degli ex Scelta Civica che non erano entrati nel PD (ora Civici e Innovatori), oppure i popolari di Ap. Pur con qualche fastidio, ma erano riconosciuti come paralleli tentativi di aggregazione. Ma con analoghe poche speranze.

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