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Che cosa faranno Eni e Saipem con Rosneft. Tutti i dettagli

La cooperazione economica russo-italiana riparte dal forum euroasiatico di Verona sotto gli auspici delle nuove infrastrutture energetiche, in particolare quelle dedicate all’estrazione degli idrocarburi. Lo ha detto chiaramente l’amministratore delegato di Rosneft, Igor Sechin, “alla fine di dicembre, insieme a Eni e Saipem inizieremo le attività di perforazione nel Mar Nero”. Sechin, parlando al forum di Verona, ha ricordato il recente accordo globale sottoscritto con Eni, un accordo che prevede l’ampliamento della cooperazione con il colosso energetico russo in tutti i settori.

COSA DICE SAIPEM

Come ha confermato il capo azienda di Saipem, Stefano Cao (nella foto), la piattaforma è già in mare, ed è necessario perforare il primo pozzo. Il giacimento interessato è quello Val Shatskij e i due partner hanno concordato di stabilire una base con il porto commerciale di Novorossijsk, nella Russia meridionale, ma ora deve essere risolta la questione aperta con il ministero della Difesa russo. Rosneft ed Eni prevedevano di avviare le prospezione nel primo pozzo il prossimo 10 dicembre, aveva dichiarato un rappresentante di Rosneft in una riunione al ministero dello Sviluppo economico a fine agosto, secondo quanto  ha riferito il quotidiano russo Vedomosti. Il porto di Novorossijsk è l’unico che soddisfa i requisiti tecnici e logistici per i progetti offshore ed ha tutti i permessi. Al momento, però, resta da risolvere l’opposizione al progetto del ministero della Difesa di Mosca: la piattaforma sorgerà infatti in prossimità di un campo di prova, dove vengono testate armamenti navali.

 

DOSSIER MAR NERO

Il ministero della Difesa ha un sito di prova nella zona di Feodosia, dove sono stati testati quasi tutti i principali tipi di armi, missili e siluri della flotta. “Il centro ha continuato a funzionare in modalità limitata nel periodo 1992-2014, ma dopo l’adesione della Crimea, il ministero della Difesa ha deciso di modernizzarlo”, ha spiegato un ufficiale della Marina russa. Uno dei portavoce di Rosneft, Mikhail Leontiev, si è detto comunque sicuro che il ministero della Difesa sarà in grado di trovare un accordo. Quello sul Mar Nero è il primo test per la divisione High Value Services, nata con la riorganizzazione aziendale di Saipem varata a maggio di quest’anno. Come detto da Saipem, la nuova divisione XSIGHT si propone, infatti, come un acceleratore del livello di efficienza dell’industria che, attraverso l’ascolto e il recepimento delle necessità dei clienti, traguardi le aspettative con soluzioni innovative. Già a settembre l’agenzia russa Interfax aveva scritto di una possibile maxi commessa in arrivo da Rosneft, in riferimento ad uno studio di fattibilità tecnica e commerciale per un impianto petrolchimico nell’estremo oriente della Russia denominato Eastern Petrochemical Company.

 

IL QUADRO GEOPOLITICO

Il quadro geopolitico riguardante il quadrante dell’Asia centrale non è ancora totalmente schiarito ma come ha ripetuto da Verona il presidente di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico, le aziende italiane, europee e russe si sono “ormai acclimatate” alla situazione derivante dalle sanzioni contro la Russia, anche considerato che ne negli Usa né a Bruxelles vi sono segnali che le sanzioni verranno presto eliminati. Eppure la cooperazione economica cerca di continuare sul proprio percorso.

LE PAROLE DI ENI

L’Italia non vuole perdersi. Il presidente dell’Eni, Emma Marcegaglia, ha ricordato come tra Eni e Rosneft vi è un “rapporto straordinario e lo è diventato ancora di più “da quando la società russa ha acquistato il 30 per cento di Zohr del grande giacimento di gas di Zohr in Egitto. “Siamo orgogliosi di avere Rosneft come socio”, ha ribadito la Marcegaglia, sottolineando che Eni sta collaborando nel comparto “downstream” per vendere a “Rosneft nostre tecnologie proprietarie”, tra cui la lavorazione residui di “olio pesante nelle raffinerie di Rosneft.

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