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Ecco perché la Bce di Draghi avvierà il tapering

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Alla riunione del 26 ottobre di politica monetaria ci attendiamo che la Banca Centrale Europea annuncerà la riduzione del suo programma di acquisto di titoli a partire dal 2018. Molti fattori economici e di mercato nella zona euro supportano questo cambiamento di rotta ormai molto atteso:

– Il contesto economico e finanziario favorisce un minore intervento della banca centrale nei mercati obbligazionari;

– Il tasso di crescita è uniformemente robusto, sostenuto in misura uguale dalla spesa per consumo e dagli investimenti;

– I principali indicatori economici rimangono incoraggianti e quelli di fiducia sono ai valori massimi di tutti i tempi;

– La Bce ha compiuto la parte più importante del suo mandato combattendo efficacemente la deflazione, con un’inflazione core ancorata all’1%;

– Anche la ripresa del ciclo del credito appare sostenibile.

Sebbene i mercati si aspettino largamente una riduzione del programma di acquisto, l’impatto del tapering sarà tutt’altro che neutrale a causa dei valori molto elevati da esso coinvolti. Per comprenderli è sufficiente confrontare l’impatto del QE attuato dalla Federal Reserve ed il programma messo in atto dalla Bce. Al tasso attuale, la Bce acquista più di sette volte l’importo netto totale dei titoli di Stato emessi nella zona euro, mentre il programma della Fed non ha mai superato il livello dei Treasuries netti emessi.

La Bce è consapevole del fatto che il tapering sia un’operazione estremamente sensibile per i mercati, pertanto sottolineerà probabilmente che la riduzione del programma di acquisto di obbligazioni sarà condizionata da alcuni fattori, piuttosto che automatica. Questo tono rassicurante consentirà alla banca di mantenere la massima flessibilità nell’uscita dalla sua politica monetaria non convenzionale.

La Bce attualmente beneficia di un “allineamento delle stelle” estremamente favorevole: i tassi di crescita economica tra i paesi sviluppati sono stati recentemente rivisti verso l’alto e la banca centrale statunitense sta avanzando con la graduale normalizzazione dei tassi Fed. Inoltre, ci aspettiamo di registrare meno pressioni a supporto dell’euro rispetto a tutte le altre valute. Il recente apprezzamento dell’euro è stato equivalente ad un rafforzamento delle condizioni finanziarie, per cui una svolta dovrebbe garantire alla BCE un ulteriore margine di manovra per iniziare questo processo largamente anticipato.

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